La sindrome dell’occhio secco è una condizione patologica oculare tecnicamente distinta in due principali forme: da dislacrimia e da ipolacrimia; nel primo caso si ha un’eccessiva evaporazione lacrimale, mentre nel secondo caso il problema è relativo a una ridotta produzione di lacrime. Più rara, ma possibile, una terza forma caratterizzata dalla presenza sia di dislacrimia che di ipolacrimia.

Di seguito una breve descrizione delle due principali forme della malattia, dei suoi sintomi e segni e delle possibilità di trattamento. Per ulteriori dettagli si possono trovare informazioni su siti particolarmente specializzati, come ad esempio ocuwellness.it, che forniscono indicazioni su tale condizione e sulle strategie e i mezzi di trattamento, nonché utili consigli comportamentali che possono tornare utili per alleviare e talvolta prevenire le manifestazioni della condizione in questione.

Sindrome dell’occhio secco: dislacrimia e ipolacrimia

La dislacrimia ha come causa principale l’ostruzione delle ghiandole di Meibomio, ghiandole posizionate nelle palpebre che secernono una sostanza che ha varie funzioni fra cui quella di mantenere il corretto livello di idratazione della cornea. In questo caso si parla di “Disfunzione delle Ghiandole di Meibomio” spesso indicata con l’acronimo M.G.D., Meibomian Glands Dysfunction.

L’ipolacrimia invece si ha quando le ghiandole lacrimali non sono in grado di produrre una quantità di soluzione acquosa sufficiente a mantenere il corretto grado di umidità degli occhi. Spesso l’ipolacrimia è legata alla presenza di patologie autoimmuni come la sclerodermia, l’artrite reumatoide, la sindrome di Sjögren ecc. 

Una condizione da non sottovalutare

La sindrome dell’occhio secco non è una condizione da sottovalutare perché in coloro che ne sono colpiti si verifica una perdita della protezione del tessuto superficiale degli occhi, protezione che è garantita dal film lacrimale.

Quest’ultima sostanza non funge soltanto da lubrificante, ma ha anche una funzione protettiva da agenti esterni; venendo a mancare questa protezione, gli occhi sono più indifesi nei confronti di agenti patogeni (in particolare batteri) che possono causare fastidiose patologie come congiuntivite, blefarite ecc.

Come si manifesta la sindrome dell’occhio secco?

Sono diversi i sintomi e i segni che si possono osservare in caso di sindrome da occhio secco. Fra quelli più comuni si ricordano principalmente il bruciore oculare, il dolore agli occhi, l’arrossamento della sclera, la sensazione di “sabbia negli occhi”, l’eccessiva sensibilità alla luce (fotofobia), la difficoltà ad aprire gli occhi al risveglio, l’annebbiamento visivo ecc.

I sintomi e i segni possono variare a seconda della causa scatenante e anche in base alla gravità del singolo caso clinico. Nelle forme più lievi le manifestazioni possono essere discontinue e possono essere peggiorate da alcune particolari condizioni ambientali, come per esempio lo stazionamento in luoghi ventosi o eccessivamente secchi, dalla presenza di agenti irritanti (fumo, polvere ecc.).

Diverso è il caso delle forme più gravi, in cui i sintomi e i segni possono manifestarsi con continuità ed essere particolarmente fastidiosi.

Come curare la disidratazione dell’occhio?

Il trattamento può variare a seconda della forma della sindrome. Quando è possibile, si deve puntare alla risoluzione della malattia sottostante. Non sempre, però, questo è possibile; talvolta infatti l’occhio secco è legato alla presenza di patologie autoimmuni che possono essere tenute sotto controllo, ma non guarite in modo definitivo.

È di notevole aiuto il ricorso a colliri appositi e a lacrime artificiali perché si tratta di presidi terapeutici che aiutano a mantenere un buon visus e a ridurre i sintomi. Per quanto concerne la modalità e la frequenza di utilizzo di questi sostituti lacrimali, è necessario consultarsi con il proprio medico curante o con un oculista.

È importante poi idratarsi adeguatamente, gestire in modo adeguato l’utilizzo dei videoterminali e dello smartphone e proteggere gli occhi quando ci si trova in ambienti inquinati, polverosi o ventosi.