“Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte“. È mattino presto quando il garante M5S Beppe Grillo, prima di ripartire da Roma, affida al suo blog qualcosa che ha il sapore di uno strappo, di una rottura insanabile. “Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle”, è l’accusa pesante del fondatore, che minaccia di “esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di Garante, ossia custode dei Valori fondamentali”, per tutelare elementi imprescindibili” che “devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati. Repetita iuvant”.Il presidente Conte non replica, ma dalle parti di Campo Marzio l’uscita del fondatore viene accolta con un certo “stupore” perché – è il ragionamento – l’affondo di Grillo richiama concetti di bivio e spaccatura alla vigilia della conclusione della prima fase della costituente lanciata da leader che invece – viene assicurato – lavora per tutelare “coesione e unità del Movimento”. In ogni caso, Conte intende tirare dritto verso l’Assemblea che il 19 e 20 ottobre prossimi è chiamata a discutere il futuro del partito e, potenzialmente, a mettere in discussione tutto.

Grillo a testa bassa contro Conte: lo spettro della scissione

E la truppa dei parlamentari sembra fare quadrato attorno al leader, con la senatrice Alessandra Maiorino che ne interpreta gli umori in modo durissimo: “Sei un padre padrone, caro Beppe. Non hai rispetto della creatura che hai generato: la democrazia non può avere i ceppi, altrimenti non è democrazia. Ma tu, anziché guardare con orgoglio la tua creatura che imparava a camminare, come fa un buon padre, hai cercato di distruggerla, come stai facendo tuttora. Ce ne siamo accorti tutti ormai. Parli di bivio. Io non vedo un bivio: vedo piuttosto da una parte una comunità che vuole andare avanti con le proprie gambe, e un uomo triste, rancoroso e solo dall’altra”.Anche i veti del garante vengono rispediti al mittente: i poteri a cui si riferisce Grillo sono quelli a lui attribuiti dall’articolo 12 dello Statuto, “di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto”; ma tale prerogativa “dà luogo a una mera raccomandazione: si tratta di moral suasion ed è priva di qualunque efficacia giuridica”, spiega il deputato M5S Alfonso Colucci, perché si “configurerebbe un potere padronale e di natura feudale, che contrasta con un principio fondamentale di democraticità: l’assemblea è sovrana” e Grillo può solo “chiedere la ripetizione del voto degli iscritti”, ma non stoppare le votazioni o contestarne l’esito.

La querelle potrebbe finire in tribunale

Vale anche per la regola dei due mandati, perché tra l’altro “non è contenuta nello Statuto ma nel codice etico”, aggiunge Colucci. Lo stesso Grillo conclude le sue 24 ore a Roma nel massimo riserbo, non vede Conte, riceve oggi la visita dell’ex senatore Elio Lannutti. Ma fonti qualificate assicurano che non intende fare passi indietro e che non ci sono margini di trattativa sui principi da lui considerati fondanti. Insomma, se continua il muro contro muro tutte le ipotesi sembrano aperte, da quella di finire in tribunale allo spettro di una scissione.