Di incidenti stradali mortali, purtroppo, se parla tanto e troppo spesso. Ma per le famiglie, per gli amici e la comunità quella perdita non fa che scavare sempre di più una voragine di dolore nel cuore. Diventa, così, essenziale tenere vivo il ricordo della persona scomparsa, affinché non si ripeta più una tragedia simile.
In questo senso si inquadra l’iniziativa organizzata dai residenti dei quartieri Borghesiana e Finocchio di Roma, che hanno avviato una raccolta firme per dire basta alle morti di via Casilina. Ne parla a Tag24 Yampiero Miliano Sanchez, residente proprio in uno dei quartieri attraversati dalla pericolosa strada.
Troppi morti su via Casilina a Roma, i residenti di Borghesiana e Finocchio lanciano la raccolta firme per metterla in sicurezza
Le pagine di cronaca si piegano ogni giorno sotto il peso delle morti sull’asfalto delle strade e autostrade italiane. Eppure, le continue denunce sembrano quasi finire nel dimenticatoio dell’opinione pubblica, una volta scemata la novità della notizia.
Così, dove non arrivano le lunghe mani dell’amministrazione, tentanto di agire i cittadini. Come, ad esempio, stanno già facendo dal 1 settembre 2024 scorso gli abitanti dei quartieri Borghesiana e Finocchio, alla periferia di Roma.
Sono ormai anni, infatti, che i residenti del Municipio Roma VI assistono impotenti, quotidianamente, a corse sfegatate, come su un circuito. Peccato che, invece, si tratti di una strada piuttosto trafficata e con diversi attraversamenti pedonali, ma per un lungo tratto senza alcun semaforo a regolare il flusso o la velocità.
E sfrecciano le auto, a qualsiasi ora del giorno e della notte, spesso con guidatori ubriachi. Una situazione talmente insostenibile che è valsa l’appellativo a via Casilina di “strada della morte”. A Tag24, Yampiero Miliano Sanchez racconta del lavoro, svolto insieme ad altre 30 persone, per raccogliere quante più firme possibili e chiedere al sindaco Roberto Gualtieri di intervenire.
Sanchez: “Ho perso un amico fraterno su questa strada. È il momento di fare qualcosa”
Il 14 maggio 2019 una donna di 57 anni viene investita da un pirata della strada. Il 12 settembre del 2019, invece, Daniele Calcatelli, 26 anni, perde la vita all’altezza del civico 1815. Il 1 gennaio 2022 il 18enne Francesco Ferrara muore in uno scontro fra il suo scooter e un’auto.
Il 18 settembre 2023, a soli 13 anni, muore Mohammed, investito da un pirata della strada. L’ultima, tragica, morte lo scorso 12 agosto 2024: quella del 26enne Aleksandar Nikolic. Ma la lista è più lunga e dolorosa. Come sottolinea Yampiero, solamente in due anni – fino a marzo 2023 – sono state 170 le persone, fra morti e feriti, che sono rimaste vittime di via Casilina.
Un numero allucinante, che, ovviamente, dal 2023 è cresciuto ulteriormente:
“Troppi morti. C’è morto un amico, un fratello. Siamo cresciuti insieme. Avevamo un gruppo di 30 persone e, ora, stiamo uno peggio dell’altro. Quindi ci siamo attivati: in un giorno abbiamo raccolto sulle 1000 firme. Immagina quanta gente si sta stufando di questa cosa?”
Così esordisce Yampiero al telefono con Tag24. Parole amare e arrabbiate per una scia di sangue che si sarebbe potuta evitare. Sarebbe bastato mettere qualche semaforo in più o regolare meglio il traffico sul pericoloso tratto di via Casilina, che passa fra i quartieri Borghesiana e Finocchio. È su questo che si fonda la petizione cartacea e online lanciata dal ragazzo: la richiesta di installare 4 semafori pedonali a chiamata con strisce pedonali luminose nei punti più pericolosi della strada e 2 autovelox fissi.
Chi osanna Fleximan e chi piange i propri morti, Sanchez: “Aleksandar Nikolic è morto il giorno del suo compleanno”
Come si fa a non paragonare la petizione lanciata dagli amici e dai parenti di tutte le vittime della via Casilina con l’ondata di clamore e plauso che ha ricevuto Fleximan? Da un lato il dolore di chi comprende la perdita di una persona cara e dall’altro chi, per sfregio dell’autorità, abbatte proprio quegli strumenti che servono a evitare gli incidenti stradali: gli autovelox.
“Vogliamo un semaforo anche dove è morto l’amico nostro, Aleksandar Nikolic, all’altezza del civico 1815. Ucciso nel giorno del compleanno suo. Dovevamo andare al mare insieme quel giorno. Sempre lì, poi, è morto un altro amico nostro, Daniele Calcatelli. Morto un altro ragazzetto, 13 anni. Un bambino di 13 anni che stava all’inaugurazione dell’attività di genitori. È assurdo“.
Continua, intanto, Yampiero, che ha deciso di chiamare, insieme agli altri abitanti di Borghesiana e Finocchio, la petizione “Via Casilina non è un circuito da corsa“, a distribuire volantini per strada e a raccogliere firme sul form online all’indirizzo https://www.change.org/p/via-casilina-non-%C3%A8-un-circuito-da-corsa.
Mobilitati anche i genitori del giovanissimo Francesco Ferrara e il vicepresidente del Municipio VI, Andrea La Fortuna, che si è fatto carico di portare l’istanza dei suoi concittadini al sindaco della Capitale. Obiettivo: fermare gli incidenti stradali. Come spiega Yampiero:
“L’unico semaforo fino a Pantano è quello ch fa incrocio con via Vermicino. Non so quanti chilometri sono, ma non c’è niente, nessun controllo. Io vedo macchine che fanno sorpassi azzardati. Abbiamo visto anche un Tir con il rimorchio dietro che superava un camion. Non è normale una cosa del genere. Per non parlare delle persone ubriache al volante. Grazie ai video del Municipio, abbiamo visto che l’incidente del mio amico è stato alle 3 di notte“.
Ma la paura è, soprattutto, per i più giovani. E allora Yampiero mette a disposizione il suo numero di telefono (+39 351 952 5339) e i suoi amici continuano a distribuire fogli e mobilitare persone:
“Noi ci stiamo, non ci stanno problemi. Non abbiamo paura di niente. Siamo una marea. E si vede anche dalla foto del funerale del nostro amico Aleksander. Tutti i negozianti della zona hanno detto di non aver mai visto una cosa del genere: tante persone riunite solamente per una persona“.