Arrivati a settembre, molti contratti stagionali sono terminati e i lavoratori sono pronti a chiedere la Naspi. La disoccupazione spetta, come sempre, nel rispetto di determinati requisiti e, se rientranti, anche i lavoratori stagionali possono farne richiesta.

Molte volte sorge il dubbio se, nel caso dei lavoratori stagionali, la Naspi sia diversa e venga prevista una durata maggiore.

Nel testo, andiamo proprio a sciogliere questo dubbio, cercando, al contempo, di fare una guida ben precisa e dettagliata su come funziona e come richiederla.

Come funziona la Naspi dei lavoratori stagionali

Ormai, la stagione estiva è giunta al traguardo e con, la fine dell’estate, scadono anche i contratti dei lavoratori stagionali. In questa categoria rientrano, per esempio, i lavoratori del settore turistico e alberghiero.

Questi lavoratori, al pari di tutti gli altri, possono richiedere l’indennità di disoccupazione Naspi, ossia il sostegno economico erogato dall’Inps.

Uno dei casi in cui spetta la Naspi è al termine dei contratti di lavoro a tempo determinato, ovvero quando i lavoratori perdono involontariamente il lavoro.

A chi spetta la Naspi? Anche se stagionali devono essere:

  • Apprendisti;
  • Soci lavoratori in cooperative con contratto di lavoro subordinato;
  • Personale artistico;
  • Dipendenti delle pubbliche amministrazioni a tempo determinato;
  • Operai agricoli a tempo indeterminato ma alle dipendenze di cooperative o consorzi.

Si devono rispettare anche alcuni requisiti:

  • Avere un periodo contributivo di almeno 13 settimane, maturato nei 4 anni precedenti alla disoccupazione;
  • Essere in stato di disoccupazione.

Quanto dura la disoccupazione per gli stagionali

La Naspi è davvero più lunga per i lavoratori stagionali? Non esiste una differenziazione e la durata della Naspi dei lavoratori stagioni è uguale a quella prevista per tutti gli altri. La disoccupazione viene versata ogni mese per un numero di settimane uguale alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni.

Possiamo fare l’esempio di un lavoratore stagionale che ha lavorato quattro mesi. In questo caso, verrà corrisposta per soli due mesi.

Quindi, i lavoratori che non hanno accumulato settimane a sufficienza negli ulti quattro anni, non possono richiedere la Naspi.

In linea generale, l’erogazione della disoccupazione dipende dalle settimane di contributi nell’anteriore quadriennio, che devono essere almeno 13.

Per questo motivo, anche al termine di rapporti di lavoro di pochi mesi potrebbe essere riconosciuto il diritto ad incassarla. Ciò significa che anche se il lavoratore non ha maturato le settimane necessarie quest’anno, può sommarle a quelle degli scorsi 4 anni, ma solo se non le aveva già fruite.

Come richiedere la Naspi

I lavoratori stagionali devono fare domanda per la Naspi utilizzando gli stessi canali e le stesse modalità di tutti gli altri.

Quindi, i lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro stagionale devono richiedere la Naspi facendo domanda direttamente all’Inps.

In questo primo caso, si deve accedere sul sito dell’Inps, autenticandosi con le proprie credenziali digitali (Spid, Cie o Cns).

In alternativa, è possibile anche rivolgersi a enti di patronato che provvederanno a fare domanda per conto dei lavoratori.

Infine, è possibile fare domanda anche telefonicamente, tramite il servizio di contact center dell’Inps.
I lavoratori dovrebbero presentare la domanda il prima possibile: prima si presenta la domanda, prima si inizia a ricevere il sussidio. È possibile presentare la domanda già dal primo giorno successivo alla scadenza del contratto di lavoro.

Restando sempre sui termini e le tempistiche, ricordiamo che la domanda, in ogni caso, deve essere presentata all’istituto di previdenza solo in via telematica, come spiegato, e a pena di decadenza entro 68 giorni, decorrenti dalla data di cessazione del rapporto di lavoro stagionale oppure del rapporto di lavoro a tempo determinato.