Bonus Psicologo: con la Manovra 2025 il governo Meloni sembra essere intenzionato a rifinanziare la misura.
Il plafond per rifinanziare il bonus psicologo ammonterebbe a 10 milioni di euro: anche se la misura è stata resa strutturale, l’esecutivo deve reperire le risorse finanziarie per sostenere il settore sanitario. Oggi la spesa sanitaria pubblica italiana ha un valore pari a 6 punti percentuali del PIL: si tratta di una percentuale di gran lunga inferiore rispetto alla media europea (quasi sette punti percentuali). L’intenzione di rifinanziare la misura di sostegno economico alle persone affette da disturbi psicologici è stata accolta con favore dall’opposizione, anche se le risorse sono carenti.
Bonus Psicologo: la misura sarà rifinanziata con la Manovra 2025
Il bonus psicologo è una misura resa strutturale che sarà rifinanziata dal Governo Meloni con la Manovra 2025. Anche se le risorse a disposizione sono esigue, l’esecutivo ha intenzione di rifinanziare la misura di sostegno economico alle persone affette da disturbi psicologici. Le istanze presentate sono state 400.000 e solo una piccola percentuale è stata coperta.
La misura che va a coprire le spese di psicoterapia è stata introdotta nel 2022 e grazie alla scorsa Manovra di Bilancio il governo ha reso il bonus psicologo strutturale. Per poter erogare il contributo sarà necessario reperire i finanziamenti necessari e l’esecutivo sarebbe già operativo per confermare lo stanziamento con un plafond di risorse pari a 10 milioni di euro.
Bonus Psicologo: cos’è la misura di sostegno?
Il Bonus Psicologo è una misura di sostegno economico rivolta alle persone che si trovano in una condizione di fragilità psicologica e hanno necessità di seguire un percorso psicoterapeutico. Per poter accedere alla misura è necessario rispettare determinati requisiti previsti dalla normativa: avere la residenza sul territorio italiano ed avere un Isee non superiore ai 50mila euro. La misura viene riconosciuta una sola volta all’anno.
Bonus Psicologo: come presentare la domanda?
Per richiedere il bonus psicologo è necessario presentare l’istanza all’INPS e nella valutazione delle domande si tiene conto del valore dell’ISEE più basso. Nel caso di parità di valore, Inps tiene conto dell’ordine cronologico di presentazione dell’istanza. Una volta accolta la domanda viene indicato l’ammontare del beneficio. Il codice univoco dovrà essere comunicato allo psicologo per ogni sessione.
Bonus Psicologo: quanto vale l’importo della misura?
Per il corrente anno l’importo massimo del bonus psicologo è fissato a 1.500 euro pro-capite. L’ammontare del bonus varia a seconda dell’Isee: se risulta essere inferiore ai 15.000 euro, il tetto massimo del bonus è pari a 1.500 euro per un importo pari a 50 euro a seduta. Nel caso in cui l’Isee sia compreso tra i 15.000 ed i 30.000 euro, l’ammontare massimo è pari a 1.000 euro. Con un Isee si importo compreso tra i 30.000 ed i 50.000 euro, il bonus psicologo scende a 500 euro.
Bonus Psicologo: l’opposizione punta a rifinanziare la misura
L’intenzione dell’esecutivo di rifinanziare la misura di natura strutturale è stata accolta positivamente dall’opposizione. Il Pd ha ribadito ancora una volta che le risorse economico-finanziarie sono carenti. Il senatore Sensi ha sottolineato che, quando è stato introdotto il bonus psicologo lo stanziamento ammontava a 25 milioni di euro, poi ha subito una drastica riduzione a 5 milioni di euro. Successivamente grazie all’intervento dell’opposizione lo stanziamento è stato elevato a 10 milioni di euro.
Dato che le richieste pervenute sono tantissime, l’opposizione farà di tutto per rimpinguare la misura. Il rifinanziamento della misura di natura strutturale si inserisce nel quadro complesso della Manovra di Bilancio 2025: il governo sta reperendo 2 miliardi di euro da destinare al settore sanitario. In Italia la spesa sanitaria è pari a 6 punti percentuali del PIL: si tratta di una cifra inferiore rispetto alla media comunitaria. Nel frattempo, è intervenuta anche la ministra del Lavoro, la quale propone una soluzione mirante a risanare il comparto sanitario pubblico, ma anche quella “integrativa”.