Il pomeriggio del 25 agosto scorso Ilaria Mirabelli, 39 anni, è morta in strada a Cosenza. Si trovava insieme al compagno quando, per motivi ancora da accertare, l’auto sulla quale stavano viaggiando è finita fuori dalla carreggiata. Qualcosa, però, nella vicenda, non torna. E i familiari, assistiti dall’avvocato Guido Siciliano, hanno chiesto alla Procura – che indagava per omicidio colposo contro ignoti – di aprire un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio volontario e stradale.

Ilaria Mirabelli è morta davvero per un incidente a Cosenza? La famiglia chiede che si indaghi per omicidio volontario

I familiari della 39enne sospettano che dietro l’incidente – catalogato come “autonomo” dall’Anas – possa celarsi altro. Per questo, nelle scorse ore, hanno chiesto alla Procura di Cosenza di aprire un fascicolo d’inchiesta per omicidio volontario.

Il fatto che al momento si indaghi per omicidio colposo contro ignoti, infatti, secondo l’avvocato Guido Siciliano, che li assiste, “limita lo spazio di manovra della difesa“, non permettendo di andare avanti con i dovuti accertamenti e di capire, quindi, ciò che davvero è successo.

Quando è morta, lo scorso 25 agosto, Ilaria era insieme al compagno, un uomo di 44 anni. Si trovavano in auto, una Volskwagen, all’altezza di Lorica, sulla statale 108 bis di Cosenza, quando, all’improvviso, sono usciti fuori strada. La 39enne è morta sul colpo. Il 44enne ha riportato solo qualche lieve ferita.

Necessari nuovi accertamenti secondo l’avvocato Siciliano

L’autopsia eseguita sul corpo di Ilaria (morta, ufficialmente, per un arresto cardiaco) ha riscontrato tre gravi lesioni interne in tre punti diversi. Aprire un nuovo fascicolo – ed iscrivere nel registro degli indagati il 44enne, con cui sembra che la 39enne avesse un rapporto piuttosto burrascoso – consentirebbe di accertare se tali lesioni siano o meno compatibili con un sinistro.

Lo ha spiegato a Tag24 l’avvocato Siciliano, sentito per delle delucidazioni. A suo dire i familiari di Ilaria non cercano altro che “verità e giustizia“. Vogliono capire, ad esempio, se alla guida dell’auto ci fosse lei, come riferito dal 44enne, oppure lui (visto che la vettura è di proprietà del padre) e lei viaggiasse come passeggera. Puntano a sciogliere tutti i nodi che per ora avvolgono la sua morte.

Ma anche quello relativo al loro incontro. Il Corriere della Sera scrive in un articolo di oggi, 5 settembre 2024, che la 39enne lo aveva lasciato e che lui, per il 25 agosto, aveva programmato una gita insieme in Sila “per spiegarsi e, magari, riallacciare il rapporto”. I familiari della donna, secondo il legale, non ne erano al corrente: non sapevano che avessero in programma di vedersi.

“Verità per Ilaria”

“Verità per Ilaria”, recita uno striscione apparso nelle scorse ore davanti al tribunale di Cosenza. Ad affiggerlo, le attiviste cosentine di FEM In, che sui social scrivono:

Ilaria è morta e a dieci giorni dalla tragedia in città non ci sono altro che supposizioni, ipotesi, voci, ma nessuna risposta, nemmeno parziale […]. In città in questa ultima settimana si è fatto un gran parlare di questo caso, ma dove nessuno si è assunto la responsabilità di chiedere pubblicamente chiarezza, oggi noi lo facciamo anche per tutti coloro che, per motivi a noi sconosciuti, restano in silenzio. Vogliamo che, come dovrebbe accadere di fronte ad ogni tragedia di questa portata, venga fatta luce su cosa è successo a Ilaria. È un nostro diritto di cittadine e cittadini saperlo.

La sua storia, in effetti, ha colpito molti. E a molti ha riportato alla mente quella altrettanto tragica di Anna Lucarini, morta a Pietrasecca dopo che l’auto del marito era andata a sbattere contro un albero. Si pensò a un incidente, a una disgrazia fortuita; poi si scoprì che l’uomo lo aveva fatto di proposito. Che si era trattato, a tutti gli effetti, di un femminicidio.