La vicenda Boccia-Sangiuliano non accenna a placarsi, soprattutto dopo la nuova linfa data dall’intervento del ministro della Cultura al TG1 ieri sera, 4 settembre 2024. Nascosti in mezzo al gossip e ai torni sempre più da telenovela, però, ci sarebbero anche alcuni elementi da non trascurare, come ad esempio l’utilizzo di occhiali con microcamera utilizzati da Maria Rosaria Boccia per il video-tour di Montecitorio.
Un particolare che è quasi passato inosservato in mezzo al botta e risposta fra l’imprenditrice 41enne e il politico 62enne, ma, invece, essenziale. A spiegarne il funzionamento e l’utilizzo, proprio o improprio, a Tag24 il titolare dell’Agenzia Tony Ponzi Investigazioni, Paolo Carbone.
Occhiali con la telecamera a Montecitorio: le riprese di nascosto di Maria Rosaria Boccia
Da giorni, ormai, non si fa che parlare d’altro che dell’affaire, più o meno sentimentale, fra il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e l’imprenditrice originaria di Pompei, Maria Rosaria Boccia. Registrazioni, messaggi, ricatti presunti, spionaggio e controspionaggio.
Tutto scaturito da una nomina, reale, presunta o smentita, a consigliera per i grandi eventi proprio dal politico, che però ha sempre negato tutto. Anzi, le fiamme del falò di confronto si sono continuate ad alzare vive e ruggenti ad ogni smentita.
Intenzionata a difendere con le unghie e con i denti la propria dignità e la propria parola, Maria Rosaria Boccia, nei giorni scorsi, ha cominciato a svelare le sue carte. Una discreta mano fatta di chat, mail, foto, carte d’imbarco e biglietti del treno. Ma anche, e soprattuto, di video. E cosa c’è di peggio di un filmato?
E Montecitorio trema, infatti, davanti al video-tour delle sale del Palazzo che ospita Camera e Parlamento. È qui che sorgono tutta una serie di interrogativi passati in sordina rispetto alla love-story. Una su tutte: come ha fatto Boccia a registrare ciò che avviene all’interno della struttura super-protetta?
Legale o illegale? È questo il dilemma
Prima di arrivare a discutere del perché e del per come Boccia sia riuscita a introdurre in uno dei palazzi dell’Istituzione strumenti in grado di registrare, conviene fare un passo indietro e rispondere alla prima domanda: tutto questo è legale?
A Tag24 risponde alla domanda il titolare di una delle agenzie investigative più importanti della Capitale, Paolo Carbone della Tony Ponzi Investigazioni. Il direttore, infatti, spiega una differenza fondamentale nel tipo di azione da valutare: lo spionaggio e il controspionaggio. Nello specifico:
“Lo spionaggio è una cosa vietata, il controspionaggio, invece, è ciò che fanno le agenzie investigative autorizzate. È una cosa importante perché non è che possono farlo tutti. Lo può fare chi è autorizzato dalla Prefettura che rilascia il titolo dopo una serie di passaggi. Oggi, con la tecnologia, con il mondo web che avanza, uno degli strumenti che l’investigatore in strada utilizza per la propria attività sono gli occhiali. Perché gli occhiali? Perché si ha la possibilità di avere le mani libere e quindi non avere interferenze. Poi, quello che vedi è quello che vede l’occhio umano, che magari riporti, lo rivedi sul supporto… Quindi è un mezzo che viene utilizzato molto per l’agilità degli investigatori privati.“
Ovviamente, però, in questi casi si tratta di strumenti professionali. I famosi occhiali Ray Ban con la telecamera indossati da Boccia per i suoi filmati, invece, sono piuttosto commerciali e possono essere acquistati per poche centinaia di euro in qualsiasi ottica o persino su internet.
Altra precisazione doverosa è che l’atto di registrare qualcuno o qualcosa, anche in ambito investigativo, sottostà ai limiti consentiti dalla Legge e secondo i criteri stabiliti, da qui, appunto, la legittimità a farlo data dal titolo rilasciato dalla Prefetuttura:
“Se io sto per strada, sto seguendo una persona e non commetto nessuna violazione di privacy, posso filmare. Se lei mi invita a casa sua, io non posso filmare quello che avviene, dovrei chiederle il permesso e avvertirla che sto filmando. Ma è chiaro che non funziona così. Quindi, Boccia che è entrata là dentro, in un palazzo istituzionale, magari, sarebbe dovuta essere autorizzata a filmare…“.
Il mistero degli occhiali con la telecamera, Carbone: “Completamente invisibili a occhi inesperti”
Dunque, tutta la questione dei video mette in scena anche i limiti della legalità e dell’illegalità delle azioni di una persona. Premettendo, poi, che a Montecitorio vige il divieto assoluto di filmare quanto avviene al suo interno, fare 2+2 risulta piuttosto semplice.
Quali sono i comportamenti, quindi, effettivamente consentiti? Perché sono consentiti? E quali invece no? Ciò che ha fatto Boccia è spionaggio o controspionaggio? Sul punto, Carbone è molto chiaro e ha nuovamente ribadito:
“Se io sto facendo o devo fare un’attività investigativa per trovare un adulterio, trovare un impiegato infedele e quant’altro, se sto in strada, in un in un bar o in un altro posto, posso registrare. Se dovessi andare a casa sua a filmarlo, ci sarebbe una violazione della privacy. In un Palazzo delle Istituzioni, lei (Boccia ndr.) avrebbe dovuto chiedere il permesso. Cioè, capisce, deve avere un consenso, non può filmare un qualcosa dove è vietato“.
Eppure, come è stato possibile tutto questo? Come hanno fatto gli agenti della sicurezza di Montecitorio a non accorgersi della telecamera nascosta?
“Per fare controspionaggio utilizziamo strumenti di alta tecnologia. Io ho una telecamera che posso nascondere nell’occhiale – come le ho detto – perché mi dà la possibilità di di avere le mani libere. Ma posso metterla anche dentro un accendino, dentro un pacchetto di sigarette, dentro un portachiavi. O persino il telecomando di una macchina, cioè la posso mettere ovunque“.
Dunque, si tratta di uno strumento microscopico, ma potentissimo, che può anche fare filmati in HD. Tuttavia, non esiste un segnale acustico o luminoso che avverta dell’inizio della registrazione? Carbone spiega:
“Se non sei del mestiere è difficile vederli sicuramente. Spiego: l’asticella che va sulle orecchie è leggermente più grande perché all’interno c’è la microsim, che mi permette di scaricare i dati. Però se una persona ha i capelli lunghi o è una donna, ovviamente, più facilmente lo nasconde. Quindi non vedi nulla. Poi, in realtà, al centro dell’occhiale c’è un piccolo forellino, ma – ripeto – è invisibile. È difficile che a occhio umano lo percepisci. Però ti permette di filmare quello che vuoi“.
Le falle nella sicurezza di Montecitorio
Nessuna falla nella sicurezza di Montecitorio, quindi. O almeno, nessun errore fino a prova contraria, perché, come illustrato da Carbone, qualora Boccia avesse cominciato a filmare, un occhio non esperto e non allenato non si sarebbe accorto di niente.
Tuttavia, esistono dei sistemi per scoprire se un individuo ha addosso o meno una telecamera nascosta. Ne parla a Tag24 l’investigatore:
“Ci sono dei sistemi che ti permettono di capire se c’è una telecamera, degli infrarossi ecc. Però devi stargli il più vicino possibile, cioè, bisogna avere il sospetto e, allora, se guardi attentamente, lo puoi percepire. Noi facciamo, per esempio, delle bonifiche per capire se qualcuno fraudolentemente ha nascosto una microspia o una telecamera. È chiaro che noi operiamo con una strumentazione idonea e abbiamo la possibilità di percepire se all’interno di una qualsiasi presa e altro oggetto c’è nascosto qualcosa, perché è una fonte di calore. Quindi lo si vede“.
Certamente gli occhiali incriminati usati da Boccia non sono paragonabili all’alto livello tecnologico degli strumenti utilizzati dall’agenzia investigativa, tuttavia, ciò non toglie che potrebbero comunque essere passati inosservati, proprio perché oggetti di uso comune.
Gli agenti della sicurezza, quindi, avrebbero dovuto mirare alla persona per poter scoprire la telecamera e avere, in effetti, il sospetto che potesse nascondere qualcosa di non rilevabile da un metal detector. Inoltre, spesso, di questi dispositivi possono essere dotati di telecomando. Perciò, mano in tasca, con un click si preme REC oppure si mette in pausa. Spingendo due volte, invece, si possono fare fotografie.