Dopo due mesi di stallo politico la Francia ha un nuovo premier: il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha dato l’incarico al commissario europeo Michel Barnier. Non sono mancate le polemiche da parte del centrosinistra che accusa il presidente di aver “rubato” le elezioni dello scorso 30 giugno e 7 luglio.

Barnier è considerato una figura affidabile e con una lunga esperienza politica dall’Eliseo. Il rischio è che il Parlamento possa censurare il nuovo coinquilino di Hotel Matignon prolungando il periodo di stallo politico. Contraria anche l‘estrema destra di Le Pen e Bardella che ha definito Barnier “un fossile della politica francese“.

Chi è Michel Barnier: età, moglie e figli

Nato a Le Tronche – sulle Alpi francesi – il 9 gennaio 1951, Barnier ha 73 anni e sarà il primo ministro più anziano della Quinta Repubblica. Michel Barnier e sua moglie Isabelle Altmayer sono genitori di tre figli: Nicolas, Laetitia e Benjamin. Il primo è direttore dell’Agenzia rurale per la regione Ile-de-France dal febbraio 2023.

Biografia del nuovo primo ministro francese

Da sempre legato al partito Repubblicano, Barnier è un commissario europeo e si è candidato alle elezioni presidenziali in Francia del 2022. Nel 2019 è stato scelto alla guida della Commissione europea al posto di Jean Claude Juncker facendo anche da capo negoziatore dell’Ue sulla Brexit dopo il referendum nel Regno Unito fino al 2021.

Ha rivestito il ruolo di ministro in diversi governi di destra in Francia negli anni ’90 e 2000, in particolare sotto la presidenza di Chirac. Ha assunto diversi portafogli dal 1993 al 2005 tra cui Affari europei, Ambiente, Agricoltura e Affari esteri. È stato due volte commissario europeo, responsabile delle politiche regionali e del quadro finanziario (1999-2004), poi responsabile del Mercato interno e dei servizi (2009-2014).

Perché sinistra e destra contestano la scelta di Barnier?

Il nome dell’ex commissario europeo non piace né alla sinistra né all’estrema destra. Nelle scorse elezioni in Francia, il Nuovo Fronte Popolare ha ottenuto 193 seggi e ha insistito per la scelta di un primo ministro che fosse legato ai partiti al suo interno (Verdi, La France Insoumise, Socialisti): il presidente Macron ha bocciato Lucie Castets durante le consultazioni provocando sdegno e rabbia all’interno della coalizione. Il leader di LFI Melenchon ha organizzato una manifestazione per il 7 settembre contro Macron denunciando un ‘furto elettorale’.

Da parte dell’estrema destra i toni sono più tranquilli ma comunque di sdegno. Il partito di Le Pen e Bardella ritiene che un commissario europeo di 73 anni non sia la figura adatta a rivestire il ruolo di primo ministro.