Due messaggi nemmeno troppo in bottiglia. Il primo è quello che ha mandato Beppe Grillo a Giuseppe Conte, con una discesa a Roma improvvisa, o almeno non nota ai vertici del M5s, e senza appuntamenti in programma col presidente. Il secondo quello della segretaria Pd Elly Schlein, che all’ennesima domanda su Matteo Renzi ha risposto facendo capire ai papabili alleati del campo largo che è il momento di andare al sodo: “Siamo in campagna elettorale in Emilia Romagna, lo siamo in Umbria, presto spero che lo saremo anche in Liguria, quindi continueremo a lavorare mettendo al centro i temi più che i nomi”. Frase ambivalente, che vale per i veti di M5s e Avs su Iv, come per Renzi e magari per Calenda. L’avviso suona un po’ così: la campagna elettorale in Liguria stringe, dobbiamo partire, chi c’è c’è, non c’è tempo per i bizantinismi.
I messaggi in bottiglia di Beppe Grillo. Il gelo con Conte è ai massimi livelli
Ma per Conte, la spina della giornata è stata più Grillo che Renzi. Il fondatore del M5s è arrivato a Roma, nel solito albergo, con un’agenda top secret. L’ipotesi è che avesse in programma incontri con ex M5s, magari con alcuni degli 11 – fra loro Nicola Morra, Emanuele Dessì ed Elio Lannutti – che un mese fa hanno scritto una lettera per dire che “il tracollo del Movimento è colpa di Conte”. Il gelo fra Conte e Grillo è ai massimi livelli. A Conte non sono andati giù i paletti che Grillo vorrebbe mettere alla costituente che dovrà rifondare il Movimento: “Il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato non sono in nessun modo negoziabili”, ha scritto sul suo blog il fondatore qualche giorno fa. Frasi suonate come un ultimatum, come un avvertimento. Tanto che è cominciata a circolare con sempre più insistenza la parola: scissione. Conte ha messo in guardia Grillo: “Del principio fondativo mi importa il giusto. Mi importa che si recuperi l’entusiasmo delle energie vitali, che si contrasti la iattura principale quella dell’astensionismo. Dico che nessuno deve temere una comunità che discute”. Poi l’avvertimento: “Il processo costituente serve a tirare fuori le energie della comunità del M5s, non per operare una scissione – ha rimarcato Conte – Chi evoca scissioni è perché addirittura non vuole la discussione. Io stesso mi metto in discussione e gli altri non si mettono in discussione? Bisogna lasciare che una comunità possa esprimersi e discutere liberamente”.