Tra pochi giorni la guerra a Gaza entrerà nell’11esimo mese dal suo inizio. Nonostante gli sforzi dei mediatori per porre fine ai combattimenti, Israele e Hamas sono lontani dal trovare un accordo di tregua e sul rilascio degli ostaggi. Ad aggravare la situazione ha contribuito il ritrovamento avvenuto la scorsa settimana di sei ostaggi morti nel sud della Striscia. Gli israeliani chiedono una soluzione pacifica che garantisca il ritorno sicuro dei loro connazionali prigionieri di Hamas. Il governo Netanyahu non ha dimostrato nessuna apertura a scendere a compromessi nonostante l’ondata di rabbia contro le sue politiche attuali. Sono in corso, e sono sempre più intensi, attacchi anche in Cisgiordania in particolare a Jenin.
Israele intensifica gli attacchi a Gaza e in Cisgiordania
Lo scorso 31 agosto, le forze armate israeliane hanno ritrovato i corpi di sei giovani ostaggi. Da allora non si sono più fermate le contestazioni contro la rotta disegnata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. A partire da domenica 1 settembre, migliaia di persone sono scese in strada chiedendo al leader israeliano di trovare un accordo di cessate il fuoco.
Netanyahu respinge, però, l’opinione pubblica e continua ad insistere nel mantenere la presenza israeliana nel Corridorio di Filedefia. Tel Aviv sostiene che questo pezzo di territorio tra Egitto e Gaza venga utilizzato da Hamas per rifornirsi di armi. Il futuro del Corridorio rappresenta l’ostacolo più importante nei colloqui tra le parti. Sia Hamas che il Cairo hanno chiesto il ritiro di Israele dalla zona ma questa non è un’opzione percorribile per Netanyahu.
Dopo il ritrovamento dei corpi degli ostaggi, Netanyahu ha affermato che la sua strategia sarà intensificata. Nonostante le pressioni, Israele continua a potenziare le operazioni in Cisgiordania iniziate otto giorni fa. Dall’inizio di questi attacchi, almeno 33 palestinesi sono stati uccisi e 130 sono rimasti feriti.
La vaccinazione anti-polio
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che, a partire dall’1 settembre, sono stati vaccinati 161mila bambini palestinesi. Domani 5 settembre, la nuova fase della vaccinazione inizierà a Khan Younis e durerà quattro giorni, prima di spostarsi al nord di Gaza.
Mentre proseguono gli sforzi per la campagna vaccinale, i bombardamenti israeliani continuano a colpire il nord, il centro e l’estremo sud della Striscia, inclusi i campi profughi di Nuseirat, Bureij, Mahgazi e Khan Younis. La situazione è sempre più critica. Migliaia di famiglie si trovano nella condizione di dover attraversare le zone di attacco per raggiungere i centri vaccinali.