Il sintagma “Intelligenza artificiale” è uno dei più ricorrenti nelle cronache quotidiane e nei contesti più diversi, praticamente in tutti quelli in cui l’uomo opera attraverso la tecnica ed i prodotti del suo ingegno. Ci sono alcune questioni di rilievo, come quella sull’uso e sui fini dell’IA, cioè dei suoi rapporti con l’etica. Un’altra riguarda gli esiti possibili e non voluti, cioè non pienamente dominati dall’uomo, dell’IA.
Il tema dell’IA e dei suoi rapporti/impieghi nel diritto e nella politica sarà al centro della dodicesima edizione della Scuola Estiva Arpinate, che si terrà nella sala conferenze dell’hotel “Il Cavalier d’Arpino” dal 19 al 22 settembre. L’iniziativa vedrà la partecipazione di 20 borsisti e più di dieci docenti che verranno da varie parti dell’Italia. L’incontro di sabato 7 settembre, che si terrà al Circolo Tulliano, una delle più antiche realtà ricreative e culturali di Arpino, che risale alla fine del XIX° secolo, sarà anche un’occasione per presentare i lavori della dodicesima edizione della SEA e vedrà la presenza dell’Accademico Pontificio, Duca Guglielmo de’ Giovanni Centelles e del Senatore Massimo Struffi che ha collaborato sin dagli inizi, con il compianto Preside Francesco Salerno, alle edizioni della SEA. La conferenza inizierà con i saluti del dott. Andrea Garibaldi, presidente del Circolo Tulliano e la presentazione della prossima edizione della SEA da parte del prof. Enrico Ferri, che insegna Filosofia del Diritto all’Unicusano ed è il promotore e il coordinatore della SEA.
Abbiamo rivolto alcune domande al prof. Francesco Cirillo, a partire dalle questioni più importanti e gravide di sviluppi che riguardano il complesso mondo dell’intelligenza artificiale.
D: Esiste una definizione scientifica condivisa dell’Intelligenza artificiale?
R: L’intelligenza artificiale (IA) è un campo vasto e multidisciplinare, e trovare una definizione unica e universalmente accettata non è possibile. Esistono diverse definizioni operative e approcci che cercano di circoscrivere il concetto. In via molto generale, l’IA può essere definita come la disciplina che studia e sviluppa sistemi capaci di eseguire compiti che, se fossero svolti da esseri umani, richiederebbero intelligenza: la percezione visiva, il riconoscimento del linguaggio naturale, il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’apprendimento. Anche l’Unione Europea ha adottato diverse definizioni formali di IA nel contesto delle sue regolamentazioni e linee guida etiche.
D: Perché si usa il termine “Intelligenza”? Perché “artificiale”?
R: Il sintagma “Intelligenza Artificiale” è stato coniato nel 1956 durante una celebre conferenza a Dartmouth per inaugurare un programma di ricerca. “Intelligenza” in quanto il programma ambiva a replicare o simulare capacità che associamo tradizionalmente all’intelligenza umana. “Artificiale”, invece, per distinguere questa “intelligenza” generata dalle macchine da quella naturale degli esseri umani e degli animali. In ogni caso, il concetto di intelligenza è complesso e non ha una definizione univoca nemmeno nelle scienze cognitive e nella psicologia, e la sua spendita in questo ambito non è esente da critiche. Però, l’espressione “Intelligenza Artificiale” è stata estremamente efficace dal punto di vista della comunicazione, perché ha un forte impatto emotivo.
D: L’idea che l’artefatto prenda il sopravvento sull’uomo, che emerga una forma di autonomia incontrollabile è già nella letteratura da tempo. Quanto si può dire sul tema dell’intelligenza e dell’autonomia delle macchine?
R: La paura dell’autonomia tecnologica o, se si vuole, di un’apocalisse robotica, ha radici profonde in miti antichi, come la leggenda del Golem, il Prometeo di Eschilo, fino al Frankenstein di Shelley o ai robot ribelli di Asimov. Attualmente, il livello di “intelligenza” e “autonomia” delle macchine, anche quelle basate su tecnologie avanzate di IA, è limitato e altamente circoscritto. Non esiste una macchina che abbia sviluppato una vera autonomia “incontrollabile” o che abbia preso decisioni in modo del tutto indipendente dalla programmazione originale. Però, il problema rinvia a un’altra questione di fondo: anche l’autonomia e l’intelligenza umane sono concetti problematici e ambigui.
D: Si può creare un’intelligenza artificiale etica? A cosa ambisce la regolazione europea?
R: Quanto all’etica, negli ambiti più disparati della vita, non siamo più tanto convinti che si possa trovare una fondazione dell’etica condivisa da tutti. Certamente, possiamo trovarci d’accordo sulla speranza che le macchine (che di per sé non sono né morali, né immorali) siano usate per fare il bene e non per fare il male; che è un assunto tanto generico quanto, forse, inutile. Venendo al tema della regolazione, dal momento che nelle società moderne è soprattutto alla dimensione del diritto e non all’etica che affidiamo il compito di stabilire i limiti delle condotte umane, si potrebbe, come già si fa, procedere a una regolazione delle tecnologie. Qui sorgono due problemi: il primo è della possibilità effettiva di una regolazione efficace di tecnologie che si sviluppano in un contesto globale (e in via di massima fuori dell’Europa); il secondo dell’opportunità. Intanto, l’UE ha approvato un regolamento sull’intelligenza artificiale che mira ad assoggettare un ampio complesso di tecnologie a un sistema di regole non troppo diverso da quello della protezione dei dati personali.
D: In quali ambiti è e verrà maggiormente adottata l’Intelligenza Artificiale?
R: L’IA alimenta i motori di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme, suggerendo contenuti basati sulle preferenze degli utenti. Essa gioca un ruolo cruciale nel consentire ai veicoli autonomi di percepire l’ambiente circostante e “guidare” in modo sicuro. È utilizzata in finanza, nella gestione del rischio, nella manifattura, nella logistica, nella sicurezza, ecc. Nel campo della sanità, l’IA è utilizzata per analizzare immagini, prevedere esiti clinici e supportare i medici nella diagnosi. Algoritmi avanzati possono aiutare anche a personalizzare i trattamenti per i pazienti, ottimizzando le terapie in base alle caratteristiche individuali e sulla base di dati aggregati. Persino nel campo della cd. agricoltura di precisione si assiste a un impiego sempre più diffuso. C’è poi il settore della giustizia e della pubblica amministrazione, un campo nel quale i giuristi si interrogano sulle possibili sfide. Fino a poco fa si riteneva che l’esperienza artistica fosse esclusivamente umana, ma oggi l’IA sta iniziando a essere utilizzata nella creazione della musica, delle sceneggiature, della danza, delle opere grafiche, ecc.
Chi volesse approfondire la conoscenza di queste tematiche potrà farlo sabato pomeriggio, a partire dalle 18.30, ad Arpino, presso la sede del Circolo Tulliano. L’ingresso è libero.