L’esperienza di Paulo Fonseca sulla panchina del Milan non è certo iniziata nel migliore dei modi, ma la società ha scelto di dargli fiducia e non ha nessuna intenzione di fare alcun passo indietro. I due punti conquistati nelle prime tre partite non sono ciò che i tifosi rossoneri si aspettavano, eppure oggi, in occasione della presentazione di Tammy Abraham, il Ceo del Diavolo Furlani, ci ha tenuto a gettare acqua sul fuoco. “Siamo soddisfatti comunque del lavoro del mister e siamo tutti con lui, squadra compresa”, ha detto in conferenza stampa. Eppure due big come Theo Hernandez e Leao non sembrano essere troppo contenti. Nelle prime due partite non hanno brillato e contro la Lazio, sabato sera, Fonseca li ha fatti partire dalla panchina. Ma in casa Milan, esiste davvero un caso Theo Hernandez e Leao? Per rispondere alla domanda, Luigi Sala, ex calciatore rossonero, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Milan, Leao e Theo Hernandez sono un caso? L’intervista a Sala

D: Non è un avvio di campionato semplice per Fonseca, né per i risultati né per la gestione del gruppo. Esiste in casa Milan un caso Theo Hernandez e Leao? 

R: È chiaro che dall’esterno mi domando come mai sia stata presa una scelta del genere nei confronti di Theo Hernandez e di Leao, ma sono sicuro che se Fonseca ha deciso di metterli fuori, è stato per dare un segnale. Evidentemente c’è un motivo e molto probabilmente non è stato l’allenatore da solo a decidere. Queste sono decisioni che vanno condivise con la dirigenza. Probabilmente noi non sapremo mai ciò che accade davvero, ma all’Olimpico ho visto entrare Leao con grande cattiveria e voglia di fare. Se doveva essere una punizione, o comunque se doveva servire per stimolare, ha dato i suoi frutti. Poi può anche essere che qualche altro giocatore si sia allenato meglio in settimana e che loro non fossero al 100% della forma. 

D: In ogni caso non credi che ci sia rottura?

R: Assolutamente no, a me non sembra proprio un messaggio di rottura. Credo invece che la volontà fosse quella di responsabilizzare questi giocatori, che sono due top player. Loro devono essere i trascinatori del Milan, perché questa squadra ne ha assoluto bisogno. 

I dubbi su Fonseca

D: Pesano i due punti conquistati in tre partite, ma come hai visto il Milan nel match con la Lazio? Hai ricevuto segnali positivi, oppure sei deluso?

R: Sinceramente mi aspettavo una reazione rispetto a quanto visto nelle prime due partite e soprattutto per il match contro il Parma. All’Olimpico mi è sembrato di vedere qualche miglioramento, ma è chiaro che non è un inizio semplice. Fonseca sta ancora cercando di trovare le situazioni giuste e dovrà far capire alla squadra ciò che realmente vuole. Non c’è nulla di facile, ma qualche segnale, contro la Lazio, secondo me è arrivato. 

D: Furlani ha lanciato un messaggio importante sottolineando come il Milan sia tutto dalla parte di Fonseca, ma a te convince?

R: È giusto che la società difenda l’allenatore, anche perché devono portare avanti la scelta fatta. Sarebbe davvero paradossale se, dopo appena tre giornate, si facesse già un passo indietro. Queste sono decisioni che vanno ponderate bene e non si può far fuori un tecnico all’inizio della stagione. È chiaro che gli allenatori sono sempre bravi quando vincono, e lo sono meno quando invece non riescono a fare il risultato pieno. A me non piace mai giudicare il lavoro degli altri, soprattutto dopo appena tre partite.

D: Può convincere l’ambiente?

R: Credo che ci vorrebbe un po’ di equilibrio. Non si deve esaltare chi fa bene due partite, così come non si può stroncare chi sta incontrando qualche difficoltà. Fonseca sta facendo il suo lavoro e probabilmente è solo questione di tempo. Immagino che i dirigenti lo stiano seguendo da vicino. Lo vedono tutti i giorni e sanno bene cosa può dare, hanno il polso della situazione. Dall’esterno possiamo solo guardare e giudicare quel che succede in campo, ma non sempre è ciò che rispecchia il lavoro della settimana o la realtà dei fatti.