Quando Matteo Renzi ha recitato il de profundis del Terzo Polo e scelto di tornare a pieno titolo nel centrosinistra, evidentemente, sapeva di innescare un meccanismo che, dopo l’estate, avrebbe messo tutto in discussione. Niente più sarebbe stato come prima per Italia Viva. E in effetti, ora che settembre è arrivato: il suo partito è pronto a lasciare la giunta di centrodestra di Genova, come da pegno chiesto dalla sinistra per entrare nel club del Campo largo in vista delle prossime elezioni regionali liguri; è pronto, per questa partita, a sostenere la candidatura di Andrea Orlando (non esattamente il suo nome dei sogni); a Roma, è pronto a lasciare l’opposizione al sindaco Roberto Gualtieri (non solo per il termovalorizzatore); a livello nazionale, è pronto a mettersi seduto con il centrosinistra persino per ridiscutere di Job Act (Renzi dixit nonostante il record di occupati segnalato due giorni fa dall’Istat) e, udite udite, di salario minimo, un provvedimento che, dalle sue parti, fino a poche settimane fa, non convinceva affatto, per usare un eufemismo. A Tag24.it l’ha confermato uno dei depositari romani più autentici del renzismo: l’ex parlamentare ora consigliere regionale del Lazio Luciano Nobili.

Italia Viva con Gualtieri, Nobili: “Staremo ovunque nel centrosinistra”

D Luciano Nobili, ancora oggi, 1 settembre, Giuseppe Conte è tornato ad attaccarvi: “Imbarcare Italia Viva nel centrosinistra sarebbe un grande harakiri”.

R “Il harakiri lo farebbe il centrosinistra andando a rimorchio delle sue idee”.

D La vostra idea, invece, qual è?

R “Molto semplice: se si vuole mandare a casa Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Andrea Delmastro, Roberto Vannacci e compagnia bella bisogna mettersi assieme, creare un nuovo centrosinistra. Il Movimento Cinque Stelle vuole raggiungere quest’obiettivo?”.

D Lei ha qualche dubbio?

R “Non so se è esattamente l’aspirazione di Marco Travaglio: vedo che con l’attuale premier va d’accordo…”

D Questione di feeling.

R “Appunto: bisogna costruire un nuovo centrosinistra che tenga assieme anche partiti molto diversi come il nostro e quello dei Cinque Stelle”.

D E come si fa?

R “Mettendo da parte le divisioni del passato e i rancori personali”.

D A Conte fischieranno le orecchie.

R “Lui ce l’ha con Renzi perché Matteo ha posto fine al suo secondo Governo facendo nascere quello di Draghi. Gli è contro per rancore, non per strategia politica”.

D Fatto sta che per immaginare Italia Viva e Movimento Cinque Stelle assieme bisogna fare uno sforzo considerevole.

R “Noi non staremmo mai in un centrosinistra a guida Conte come loro non starebbero mai in un centrosinistra a guida nostra. Ma ci vuole senso di responsabilità. E la leadership del Pd”.

D Meno male che Elly c’è: ripetete che vi fidate di lei.

R “Sì: ci fidiamo del centrosinistra a guida sua e del Pd”.

D Ma proprio ‘ella’ vi ha avvisato: in Liguria Italia Viva non può rimanere un minuto di più nella maggioranza e nella giunta di centrodestra di Genova e pretendere nello stesso momento di far parte del Campo largo in vista delle elezioni regionali liguri.

R “Nel momento in cui vediamo che ci sono le condizioni per costruire il nuovo centrosinistra, saremo coerenti con la nuova alleanza senza ambiguità”.

D E sosterrete Andrea Orlando candidato Governatore?

R “Siamo disponibili”.

D Chi l’avrebbe detto?

R “Guardi: Italia Viva è nata nel 2019 contestualmente alla scelta di porre fine al Governo Conte due. All’epoca, per farlo, lasciammo il Pd: non il centrosinistra”.

D Da allora, però, avete percorso ben altri sentieri…

R “Ma ricordo che per le elezioni politiche del 2022 fu l’allora segretario dem Enrico Letta a mettere un veto su di noi: disse che voleva un centrosinistra con tutti, tranne Renzi…”

D Poi è arrivata Elly Schlein.

R “Apportando una grande novità: quel veto contro di noi l’ha fatto cadere. E noi ci siamo. Si avvii un dialogo che dia riscontro prima di tutto nelle regioni al voto: Emilia Romagna, Umbria e Liguria”.

D Predicate voti, non veti.

R “Anche perché chi, nel centrosinistra, dovrebbe essere a disagio è Conte che non sa scegliere tra Trump e Harris, non certo noi”.

D E comunque: è lui che passa il convento.

R “E con lui, senza più guardare al passato, bisogna costruire un programma unitario su dieci, quindici punti”.

Il salario minimo bandiera unitaria

D Me ne dica solo uno che oggi può mettere d’accordo Italia Viva e Movimento Cinque Stelle.

R “La restituzione del potere d’acquisto alle famiglie e al ceto medio”.

D Italia Viva, al contrario di tutto il resto della truppa di centrosinistra, si è detta contro il salario minimo.

R “Beh, nella formulazione originaria che prevedeva un aumento delle tasse, è stato così. Ma possiamo parlarne, magari prevedendo anche un incremento della contrattazione di secondo livello”.

D Hai voglia che bisogna contrattare…

R “Noi siamo pronti: non sarà il salario minimo a impedire la nascita del nuovo centrosinistra”.

Nuovo centrosinistra in Campidoglio

D Dopo l’operazione di Genova, nuovo centrosinistra anche in Campidoglio, allora.

R “Non si tratta di un do ut des. Le due cose non sono in diretta relazione. Noi vogliamo essere dappertutto nel centrosinistra”.

D A Genova come a Roma.

R “E’ ovvio. Nella Capitale, del resto, alle scorse elezioni amministrative, abbiamo sostenuto al primo turno Carlo Calenda. Ma al ballottaggio non abbiamo esitato un attimo a schierarci con Roberto Gualtieri”.

D Poi che è successo?

R “Che abbiamo fatto comunque il nostro percorso di opposizione, evidenziando luci e ombre da parte dell’amministrazione con una opposizione sempre costruttiva, non solo quando si convergeva sul nostro programma”.

D Ora il termovalorizzatore farà da svolta?

R “Nel programma di Gualtieri non c’era. Ora, però, il sindaco si è reso conto che è indispensabile per tenere pulita Roma. E quando c’è stato da votare il progetto nell’aula Giulio Cesare già ha potuto contare sui nostri voti mentre Avs gli voltava le spalle e in Parlamento chiedeva la revoca della sua nomina a commissario straordinario per le opere del Giubileo per impedirgli di metterlo in cantiere”.

D I veri amici si vedono nel momento del bisogno.

R “Diciamo che con il sindaco c’è di sicuro un dialogo. Il bene di Roma per noi viene prima di tutto”.

D È un dialogo che vi porterà in maggioranza e in giunta?

R “Questa può essere una prospettiva. Ma di mesi, non di giorni”.