La rivoluzione industriale fu un processo socio-economico che si sviluppò dal 1760 al 1840, in Gran Bretagna. Con il termine “rivoluzione industriale” si intendono tutti i cambiamenti, soprattutto miglioramenti, apportati alle industrie. Il fattore più incisivo nel favorire l’importante cambiamento fu la ricerca scientifica, che avanzava sempre più, l’espansione demografica, l’urbanizzazione crescente e la grande rete di trasporti, permettendo l’affermarsi di nuove tecnologie che potessero facilitare il lavoro dell’uomo nelle industrie.
Il modo di lavorare cambia grazie all’introduzione di macchinari
Con gli anni il modo di lavorare migliorò, grazie all’uso di macchinari inventati, e introdotti all’interno delle mansioni, affinché ci fosse più lavoro e meno fatica per i lavoratori. Alcune delle più grandi invenzioni furono: le macchine a vapore, il telaio dotato di un meccanismo meccanico, l’illuminazione pubblica con l’utilizzo del gas, la tecnica eliografica che permise di tenere traccia della prima fotografia mai stata catturata, la locomotiva, la conseguente costruzione delle linee ferroviarie e il telegrafo elettrico che sostituì le lettere.
L’importanza, e l’utilità, sociale del periodo
Questi cambiamenti permisero un aumento della produzione, immediata e veloce, di risorse e materiali, contribuendo di conseguenza ad uno sviluppo economico e sociale. Col processo di industrializzazione cambiano anche i modi di vivere: gli abitanti della campagna si trasferiscono nelle grandi città, che nel frattempo si sono trasformate in città industriali. La struttura delle città, dunque, cambia: nella parte centrale c’era il centro storico, e tutte le case dei borghesi residenti, negozi e uffici, mentre nella parte periferica furono costruite fabbriche e case popolari dei lavoratori: casette a schiera l’una vicina all’altra, ammassate fra loro. La rivoluzione industriale ha permesso di lavorare in maniera più performante, in qualsiasi settore.