Denise Pipitone non aveva ancora compiuto quattro anni quando, la mattina del primo settembre del 2004, sparì nel nulla mentre giocava insieme al cuginetto davanti alla casa della nonna materna a Mazara del Vallo, in Sicilia. 20 anni dopo non è stata ancora ritrovata: ecco la sua storia, dall’inizio.

La storia di Denise Pipitone, scomparsa 20 anni da Mazara del Vallo e mai ritrovata

È la mattina del primo settembre del 2004. Denise Pipitone, di 3 anni, si trova a casa della nonna materna a Mazara del Vallo, dove la mamma, Piera Maggio, l’ha lasciata perché impegnata con un corso d’aggiornamento.

Sta giocando con un cuginetto quando, in attesa del pranzo, esce per strada. L’ultima a vederla è la zia. Succede tutto in un attimo: poco dopo la piccola, infatti, scompare nel nulla. La voce si sparge subito. Tutti, in paese, iniziano a cercare Denise.

E allertano i carabinieri. Si indaga e si scopre, ben presto, che la bambina non è figlia del marito della madre, ma di Pietro Pulizzi, all’epoca sposato con Anna Corona. I sospetti, a quel punto, si concentrano sulla primogenita dell’uomo, Jessica.

Gli inquirenti pensano che la ragazza, una volta appresa la verità, possa aver rapito la sorellastra con la complicità della madre e del fidanzato Gaspare Ghaleb per “vendicarsi”. Al termine del processo a suo carico, apertosi nel 2010, i giudici, però, la assolvono per “insufficienza di prove”.

Le indagini, i dubbi: cosa sappiamo e cosa non torna sul rapimento

Vengono seguite altre piste. Per un certo periodo di tempo a finire nel mirino di chi indaga sono i rom di un campo di Mazara smantellato poche ore dopo la scomparsa della bambina: si pensa che possano averla portato con loro.

Poi un anziano di nome Battista Della Chiave, sordomuto dalla nascita, rivela, a gesti, di ricordarsi di aver nutrito una bambina portata via in barca. I familiari smentiscono da subito che possa aver descritto il rapimento di Denise, però le sue parole fanno riflettere.

Ad oggi la pista più verosimile resta, in effetti, quella di un passaggio di mano simile a quello descritto da Della Chiave. Qualcuno cioè avrebbe rapito Denise e l’avrebbe poi consegnata ad altri. Che fine abbia fatto e se sia ancora viva non è chiaro.

Non è chiaro nemmeno se potesse essere lei la bambina che nell’ottobre del 2004 fu ripresa in un video da una guardia giurata di Milano tutta imbacuccata: la somiglianza era evidente e la donna che era con lei la chiamava “Danas“. La bimba, guardandola, le chiedeva: “Dove mi porti?”.

Resta la speranza dei genitori della piccola

I genitori e il fratello hanno sempre lottato per la verità e a distanza di 20 anni nutrono ancora una speranza di poter ritrovare Denise. Così Piera Maggio ne ha parlato in un lungo post pubblicato su Facebook nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa. Un giorno che in tanti non potranno mai dimenticare.

Non smetteremo mai di chiedere giustizia e verità. Come non dimenticheremo le cattiverie subite: non tutti hanno una coscienza. Al contrario, sentiamo di dover ringraziare i nostri legali, tutti i professionisti che si sono avvicendati negli anni, tutti coloro che ci sono ancora oggi vicini e sperano insieme a noi di sapere dov’è la nostra Denise, diventata figlia di tutta Italia. Siamo convinti che prima o poi i colpevoli pagheranno per il male procurato, sia una pena terrena che divina. Denise, ovunque tu sia, mamma e papà non smetteranno mai di cercarti e di sperare nel tuo ritorno fino a prova contraria.

E ha poi lanciato un appello alle autorità: di continuare a cercare i minori scomparsi, di non dimenticarli, lasciando sole le loro famiglie, come troppo spesso accade.