L’esercito israeliano ha ritrovato, sabato 31 agosto, i corpi di sei ostaggi in un tunnel sotterraneo a Rafah, nel sud di Gaza. La notizia ha scosso profondamente la nazione, riportando alla luce il dolore delle famiglie degli ostaggi. Un’organizzazione che rappresenta i parenti delle persone rapite da Hamas, richiede una protesta di massa contro il governo Netanyahu.

Chi sono i sei israeliani, ostaggi di Hamas, ritrovati morti a Gaza?

L’esercito israeliano ha annunciato l’1 settembre di aver recuperato i corpi di sei giovani ostaggi, tra cui due donne, in un tunnel nel sud della Striscia di Gaza. La tragica notizia ha suscitato un’ondata di indignazione a livello internazionale.

Gli ostaggi identificati sono Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Hersh Goldberg-Polin, Alexander Lobanov, Almog Sarusi e Ori Danino. Cinque di loro erano stati rapiti durante il festival musicale Nova, un evento che si è trasformato in un incubo a causa dell’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. La sesta vittima, una delle due donne, era stata catturata nel Kibbutz Beeri. La scoperta dei loro corpi ha riacceso il dolore e la rabbia, mentre il mondo osserva con crescente preoccupazione la situazione nella regione, evidenziando ancora una volta la atrocità del conflitto in corso.

Il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha affermato, ai giornalisti in un brefing, che i sei ostaggi sono stati brutalmente assassinati dai membri di Hamas poco prima che le forze militari raggiungessero il luogo. Circa 100 ostaggi sono ancora nelle mani dell’organizzazione.

Joe Biden: “I leader di Hamas pagheranno per questi crimini”

Tra gli ostaggi trovati morti ieri c’è anche un 23enne israeliano-americano, Hersh Goldberg-Polin. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha rilasciato una dichiarazione affermando di essere “devastato” dalla notizia.

Il presidente Biden ha sottolineato l’impegno continuo delle autorità statunitensi nel lavorare per raggiungere un accordo che garantisca la liberazione degli ostaggi ancora in mano a Hamas. Ha anche dichiarato che i leader dell’organizzazione saranno ritenuti responsabili per i crimini commessi, ribadendo la determinazione degli Stati Uniti a cercare giustizia per le vittime e a mantenere la pressione su coloro che sono responsabili di queste atrocità.

La reazione dei parenti degli ostaggi

Nella serata del 31 agosto, migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv e in altre città di Israele per chiedere un accordo sulla liberazione degli ostaggi. I parenti hanno duramente criticato il primo ministro Benjamin Netanyahu accusandolo di non essere riuscito a raggiungere un accordo.

Da mesi, gli sforzi degli attori internazionali continuano nel tentativo di trovare un’intesa per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco. L’Hostage Families Forum ha organizzato una protesta nazionale contro il governo Netanyahu, esprimendo il crescente malcontento della popolazione.

 Netanyahu: “Chi uccide gli ostaggi non vuole accordo”

Il primo ministro israeliano ha rotto il silenzio ore dopo il ritrovamento dei sei ostaggi. Netanyahu, criticato fortemente dall’opinione pubblica, ha accusato Hamas di essere contraria ai negoziati da mesi. L’Afp ha riferito, citando un alto funzionario di Hamas, che gli ostaggi erano prossimi ad essere rilasciati. Secondo le dichiarazioni non ufficiali, l’organizzazione sosterrebbe che la morte dei sei israeliani è avvenuta in seguito ai bombardamenti dei tunnel da parte di Israele.