Quindi i militari possono fare politica? Roberto Vannacci, spiegando oggi, 1 settembre 2024, sul Corriere della Sera, che non intende dimettersi da Generale, non fa una grinza? Il pupillo di Matteo Salvini ha dettagliato il suo punto di vista (oltre che il suo status) in una lettera spedita al quotidiano di via Solferino in risposta all’invito rivoltogli dal giornalista Carlo Verdelli di dimettersi dall’esercito.
Sono permessi i militari in politica? Il caso delle dimissioni (non date) di Vannacci
Venerdì scorso, 30 agosto, con un fondo in prima pagina apparso sul Corriere della Sera intitolato “Il Generale e la scelta necessaria”, Carlo Verdelli ha invitato Vannacci, ora che è diventato europarlamentare e che è un protagonista della vita politica italiana, a lasciare definitivamente il mondo militare.
“Ci sono ambiti e soprattutto ruoli che suonano incompatibili con discese tanto ardite nel campo minato della politica. Dal sito del ministero della Difesa, Roberto Vannacci risulta tuttora Capo di Stato maggiore del Comando delle Forze terrestri, in aspettativa per mandato elettorale. Non sarebbe il momento per lui di dimettersi onorevolmente da un così alto incarico, che prevede tra le altre molte cose la fedeltà alla linea del Governo in politica estera e il rispetto assoluto della Costituzione sui principi che la ispirano e la innervano?”
Ricordando anche le mosse che stanno portando Vannacci a fondare un suo partito, l’appello di Carlo Verdelli, quindi, è stato chiaro:
“Signor Vannacci, compia uno di quei beau geste che la sua formazione contempla come eroici: si dimetta da Generale e entri nell’agone politico come l’uomo qualunque che così sapientemente incarna”
La risposta di Vannacci
Oggi, 1 settembre 2024, in ogni caso, Vannacci ha rifiutato l’invito di Verdelli di dimettersi:
“Nessuna legge o normativa mi impone di farlo. Non mi risulta, peraltro che, in passato, siano state richieste le dimissioni di altri militari o magistrati che hanno espresso pubblicamente le loro idee o che hanno partecipato attivamente alla vita politica del Paese. Gentile Dottor Carlo Verdelli, il suo consiglio appare quindi privo di fondamento sia per normativa che per storia”
Vannacci, inoltre, ha sottolineato
“L’ordinamento vigente prevede che sia i militari che i magistrati possano partecipare alla vita politica e descrive le modalità e le procedure peculiari affinché ciò possa avvenire. Questa è l’essenza della democrazia che, per definizione, attinge la classe dirigente dal popolo, non dalle elite avulse dalla società e non preclude ad alcuno la partecipazione politica”
Infine, il Generale in aspettativa ha fatto riferimento anche ai suoi emolumenti
“Cosa ci sarebbe di così eroico nel dare le dimissioni dall’esercito? Dimettendomi potrei cumulare gli emolumenti della pensione militare con quelli da europarlamentare, dando magari ragione a chi in televisione asserì che i calcoli della pensione me li stessi già facendo da tempo. Dio questi tempi, non le sembra più ardita l’aspettativa e la mia rinuncia al doppio stipendio?”