Annullare le cartelle esattoriali in 220 giorni: è possibile far “risucchiare” i debiti da una gigantesca calamita? La regola del silenzio-assenso per le cartelle esattoriali permette la cancellazione dei debiti iscritti a ruolo d’ufficio in 220 giorni, ma solo se si verificano determinate condizioni. Scopriamo insieme come funziona questo meccanismo, poco conosciuto ma previsto dalla legge.

Annullare le cartelle esattoriali in 220 giorni

Non stiamo parlando delle nuove disposizioni normative sulla riforma della riscossione che entreranno in vigore nel 2025, ma di strumenti già esistenti.

Sappi che la regola del silenzio-assenso consente di gestire i crediti iscritti a ruolo in modo più rapido, permettendo al contribuente di richiedere l’archiviazione di cartelle esattoriali contenenti errori.

Non tutti sanno che, in caso di infondatezza di un atto tributario, è possibile richiederne l’annullamento d’ufficio. E pochi conoscono il meccanismo che prevede l’annullamento automatico del debito iscritto a ruolo, in assenza di risposta da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ma come funziona esattamente il silenzio-assenso?

Che cos’è il silenzio-assenso?

Prima di analizzare le condizioni che portano il contribuente a presentare una richiesta di autotutela, è importante capire cos’è il silenzio-assenso.

Si tratta di un principio giuridico disciplinato dalla legge n. 228/2012, successivamente modificata dal decreto legislativo 159/2015.

Un esempio lampante di applicazione di questo principio riguarda la possibilità di richiedere l’annullamento di una cartella esattoriale presentando un’istanza di autotutela.

Il tema centrale è la risposta dell’ente impositore: in assenza di una risposta entro i termini previsti, si determina la cancellazione d’ufficio del debito iscritto a ruolo.

Come Funziona

 In sintesi, evidenziamo i punti principali dell’applicazione del principio del silenzio-assenso. D’altra parte, le cartelle esattoriali sono da tempo uno dei temi più importanti per le persone che si impegnano a regolarizzare le proprie pendenze debitorie.

In molti hanno aderito alla Rottamazione quater, per cui è in scadenza la quinta rata al 15 settembre 2024. Altri, invece, hanno richiesto l’accesso a piani di rateizzazione agevolati. Insomma, i contribuenti sono sempre più attenti al pagamento dei debiti esattoriali.

Sicuramente, l’entrata in vigore della riforma della Riscossione permetterà a molti di stralciare qualche pendenza, ma soprattutto consentirà a numerosi contribuenti di beneficiare di rateizzazioni fino a 10 anni.

A ogni modo, per richiedere l’annullamento della cartella esattoriale entro 220 giorni, è indispensabile presentare un’istanza di autotutela entro 90 giorni dalla data di notifica della cartella esattoriale. Nella domanda, il contribuente dovrà motivare la richiesta di annullamento, adducendo, ad esempio, il pagamento avvenuto, un importo errato e così via.

Quando scatta la cancellazione della cartella esattoriali in 220 giorni?

 In sostanza, il contribuente presenta la richiesta all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la quale dispone di 10 giorni per trasmetterla all’ente creditore (ad esempio, Comune, INPS o Regione).

A sua volta, l’ente creditore dispone di 60 giorni per esaminare la domanda e formulare una risposta, accogliendo o rigettando l’istanza di autotutela.

L’assenza di risposta entro questo intervallo di tempo determina l’applicazione del principio del silenzio-assenso: se la Riscossione non risponde entro 220 giorni dalla data di presentazione della richiesta, la cartella esattoriale viene cancellata d’ufficio.

Nello stesso modo, se l’istanza viene accolta, la Riscossione dovrà cancellare dal ruolo il debito, annullando o stornare la cartella di pagamento. Se, invece, l’istanza viene respinta, è possibile impugnare l’atto dinanzi al giudice.

Come faccio a sapere se la cartella esattoriale è caduta in prescrizione? Il contribuente che sospetta che la cartella esattoriale non debba più essere pagata per il decorso dei termini di prescrizione può effettuare una verifica richiedendo l’estratto di ruolo accompagnato dalla relata di notifica. In questo modo potrà accertare la presenza o meno di atti interruttivi della prescrizione.