Conti deposito: come tutelarsi dalla modifica dei contratti? La normativa permette agli istituti di credito di rettificare in autonomia le condizioni contrattuali a seguito dell’implementazione della politica monetaria.

I conti deposito sono strumenti di gestione del risparmio sempre più prediletti dai risparmiatori: con l’aumento dei tassi di interesse è cresciuta la remunerazione degli stessi. La normativa consente alle banche di rettificare in autonomia le condizioni contrattuali a seguito dell’implementazione della politica monetaria.

La facoltà è riconosciuta a patto che la banca informi il cliente con almeno 60 giorni e motivi la scelta. Il titolare del conto deposito ha la possibilità di richiedere il rimborso delle somme investite e sottoscrivere un nuovo contratto che prevede condizioni più vantaggiose. Nel caso in cui il titolare del conto non acconsenta esplicitamente, la modifica contrattuale si intende accettata in modo tacito.

Conti deposito: come tutelarsi dalla modifica dei contratti?

Le banche hanno la possibilità di modificare le condizioni contrattuali in modo unilaterale i contratti già sottoscritti e quelli nuovi. Per i conti deposito sottoscritti a tempo indeterminato, le banche possono modificare i contratti e non sempre si indirizzano verso le migliori condizioni per la clientela.

Come è accaduto dal mese di luglio 2022 al mese di giugno 2024, nelle fasi di rialzo dei tassi di interesse gli intermediari bancari hanno revisionato in positivo il tasso di remunerazione offerto alla clientela per inibire che i clienti spostassero i capitali investiti verso altri istituti bancari.

Conti deposito: le condizioni

Come previsto dall’articolo 118 del Testo Unico Bancario (TUB), le banche hanno la facoltà di rispettare determinati vincoli. Nel caso in cui la banca voglia modificare le condizioni contrattuali, inclusi i tassi di interesse, dovrà agire con un preavviso di 60 giorni, lasso di tempo durante il quale il cliente può decidere se accettare o meno la rettifica apportata. La possibilità di rettificare le condizioni in modo unilaterale deve apparire visibilmente all’atto della sottoscrizione del contratto.

Prima di procedere al cambio, l’istituto di credito è tenuto ad informare il cliente tramite una comunicazione con la quale motiva la scelta di revisionare le condizioni contrattuali. Trascorsi i due mesi e senza risposte da parte della clientela, la rettifica contrattuale operata dall’intermediario creditizio si intende accettata in modo tacito. In caso di chiusura del conto deposito in modo anticipato per revisione contrattuale, il cliente ha diritto al rimborso delle somme alle condizioni accettate in origine.

Conti deposito: analisi sugli intermediari creditizi

Gli intermediari creditizi hanno la facoltà di rettificare in via unilaterale il contratto. Si tratta di una pratica consolidata da almeno dodici anni quando l’imposta di bollo salì da 1,8 euro allo 0,1 percento sul capitale investito, % che ha subito un aumento fino al 2014 per poi stabilizzarsi allo 0,2 percento. Per adeguarsi alla rettifica, gli intermediari creditizi hanno comunicato alla clientela che avrebbero loro stessi provveduto a pagare l’imposta di bollo.

Conti deposito: quali sono le mosse della BCE?

In vista delle prossime decisioni che saranno prese dalla Banca Centrale Europea, i titolari di un conto deposito possono decidere di chiudere anticipatamente il contratto e possono sostituirlo con un nuovo conto deposito, che preveda tassi piuttosto vantaggiosi. Quali saranno le prossime mosse che saranno decise dalla Banca Centrale Europea? Il primo allentamento monetario è stato formalizzato a giugno, nella riunione di settembre il board potrebbe decidere di ridurre il costo del denaro.

Anche le banche potrebbero revisionare i tassi sui rendimenti per la clientela che possiede già un conto deposito o che punta a sottoscrivere un nuovo conto deposito. Si tratta di uno strumento di gestione del risparmio che permette operazioni di prelievo e di versamento. Al conto è associato un libretto in cui sono annotati tutti i movimenti contabili.