Arrivano le nuove soglie delle piccole e medie imprese (Pmi) quotate in merito all’obbligo ad adottare il report di sostenibilità con sanzioni in caso di inosservanza. Le novità sono contenute nel nuovo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la numero 2464 del 2022, ai fini della rendicontazione non finanziaria. Lo schema di provvedimento è stato approvato nella giornata del 30 agosto 2024 dal Consiglio dei ministri del governo di Giorgia Meloni.

Rispetto alla precedente versione, si amplia il campo delle PMI quotate che sono soggette ad adottare il report di sostenibilità. L’allargamento è avvenuto grazie all’inclusione di società a partire da 11 dipendenti, rispetto al minimo di 50 dipendenti previsto in precedenza.

Report sostenibilità, quali Pmi sono obbligate al bilancio della direttiva CSRD?

Arrivano le nuove soglie di personale alle dipendenze per ricadere nell’obbligo di redigere il report di sostenibilità, il bilancio previsto dalla direttiva europea numero 2464 del 2022 (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD) che contiene le informazioni di tipo Enviromental, Social and Governance (Ambientale, sociale e di governance – ESG) delle imprese e il loro impegno in ambito di riduzione degli effetti sull’ambiente.

Nello schema di decreto che è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 30 agosto 2024, di recepimento della direttiva europea, saranno soggette agli obblighi di rendicontazione le piccole e medie imprese (PMI) quotate che, durante l’esercizio finanziario, abbiano impiegato un numero medio di dipendenti da 11 a 250. Il precedente intervallo prevedeva un intervallo da oltre 50 a meno di 250 dipendenti utilizzati mediamente dalla piccola e media impresa quotata.

Nuove soglie delle piccole e medie imprese quotate per adottare il bilancio di sostenibilità

Considerando, pertanto, i parametri puramente occupazionali, il provvedimento in arrivo dal governo allarga il campo delle piccole e medie imprese quotate, soggette agli obblighi di rendicontazione ai fini della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

La definizione di piccole e medie imprese quotate include le PMI con valori mobiliari, ammesse a negoziare sui mercati regolamentati italiani o dell’UE. Ai fini dell’inclusione di dette piccole e medie imprese tra le società quotate è necessario che, al giorno di chiusura del bilancio – nel primo esercizio di attività o susseguentemente per 2 esercizi consecutivi – debba essere centrato almeno uno dei seguenti due criteri:

  • un totale dello stato patrimoniale eccedente i 450.000 euro e inferiore a 25.000.0000 euro;
  • ricavi netti delle prestazioni e delle vendite per più di 900.000 euro e meno di 50.000.000 euro.

Ricorrendo almeno uno di questi due parametri e rientrando nel numero di dipendenti da 11 a 250, utilizzati in media durante l’esercizio finanziario, alla piccola e media impresa quotata non resta che rispettare gli obblighi di bilancio di sostenibilità e di rendicontazione ai fini ESG previsti dalla normativa europea e italiana.

Quali sanzioni spettano se non si adotta il bilancio di sostenibilità?

Il mancato adeguamento ai report di sostenibilità da parte delle società interessate comporta l’applicazione di sanzioni da parte della Consob. Il decreto in arrivo dal governo stabilisce che, per i 2 anni susseguenti all’entrata in vigore, le sanzioni amministrative pecuniarie siano stabilite in massimo 125.000 euro per le società di revisione e in 50.000 euro per i revisori della sostenibilità.

Calendario delle imprese soggette al report sostenibilità 2024-2028: Pmi obbligate nel 2027

Già definito è, invece, il calendario delle imprese che saranno via via soggette alla redazione del bilancio di sostenibilità. Il periodo di decorrenza dell’obbligo va dal 2024 al 2028. Più nel dettaglio, dal:

  • 1° gennaio 2024, per l’esercizio di quest’anno, scatta l’obbligo (nel 2025) di pubblicazione del report di sostenibilità per le imprese già soggette alla comunicazione di carattere non finanziaria, introdotta dalla direttiva dell’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Nrfd);
  • per l’esercizio che comincia il 1° gennaio 2025 (e pubblicazione nel 2026), l’obbligo riguarda le altre grandi aziende;
  • l’anno successivo (dal 1° gennaio 2026 e pubblicazione nel 2027) saranno chiamate agli obblighi di comunicazione le piccole e medie imprese quotate, gli enti creditizie piccoli, le imprese di assicurazione e di riassicurazione captive;
  • infine, dal 1° gennaio 2028 (e con pubblicazione nell’anno successivo) il report di sostenibilità dovrà essere adottato anche dalle filiali e succursali di società madri con sede fuori dell’UE nel caso di ricavi di oltre 150 milioni di euro nel territorio UE negli ultimi due esercizi consecutivi (come gruppo aziendale o anche solo individualmente).