Si apre un nuovo fronte nella guerra in Medio Oriente nella regione della Cisgiordania. Conosciuta anche come West Bank, la Cisgiordania è un territorio sulla riva occidentale del fiume Giordano nel quale si trovano diversi insediamenti palestinesi. Da qualche giorno Israele sta conducendo un’imponente operazione militare contro le aggressioni perpetrate ai danni dei propri coloni. Sembra però che le violenze contro i cittadini israeliani non siano l’unico motivo dell’offensiva iniziata lo scorso 28 agosto.

Israele vorrebbe aumentare il controllo sugli insediamenti palestinesi per assestare l’ennesimo duro colpo ad Hamas e alla Jihad palestinese e soprattutto estendere le proprie colonie. Secondo il diritto internazionale, queste ‘colonie’ – aumentate negli anni – sono illegali.

Cos’è la Cisgiordania e dove si trova?

Nota anche come ‘West Bank‘ (“sponda occidentale“), la Cisgiordania è – assieme alla Striscia di Gaza – un territorio conteso che si trova all’interno di Israele – vicino alla Giordania. Nell’ultimo secolo, la zona è passata sotto diversi domini: il primo fu quello ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, successivamente finì sotto il Mandato Britannico per poi essere conquistata dall’allora Transgiordania ed annesso al Regno di Giordania. Tra il 1948, anno di nascita di Israele, ed il 1967 è stata oggetto di tentativi di conquista israeliani: dopo la Guerra dei Sei Giorni, lo Stato ebraico ha preso il controllo della zona.

Dal 1993, con gli accordi di Oslo, la regione è sottoposta al controllo misto da parte dello Stato di Palestina e di Israele. Recentemente è stato fatto un censimento delle colonie israeliane all’interno della Cisgiordania: erano circa 279 a inizio 2023. La convivenza tra i coloni e la popolazione palestinese è diventata difficile negli anni e spesso le due ‘fazioni’ si sono scontrate. Ci sono almeno tre milioni di persone in Cisgiordania, la grande maggioranza sono palestinesi.

La regione è divisa in tre aree. L’Autorità palestinese controlla l’area A, l’area B ha un’amministrazione congiunta tra l’ANP e Israele, mentre la zona C è sotto il pieno controllo di Tel Aviv.

Perché la Cisgiordania si chiama così?

Il nome Cisgiordania significa “su questo lato del Giordano“. Si trova sul lato occidentale del fiume Giordano, uno dei più importanti corsi d’acqua del Medio Oriente. In inglese invece viene chiamata ‘West Bank’, per gli israeliani l’area si chiama ‘Giudea e Samaria’ mentre per gli arabi Ad-Diffa l-Gharbiya.

Qual è il motivo dell’operazione di Israele in Cisgiordania

Per la Comunità Internazionale, la Cisgiordania apparterrebbe alla Palestina ma è occupata da Israele. La regione è considerata pertanto come palestinese ma Tel Aviv ritiene che ci siano territori contesi all’interno della Cisgiordania ribadendo che non sono mai stati definiti i confini orientali del proprio Paese e che i ‘territori contesi’ non apparterrebbero a nessuno.

Negli anni, soprattutto sotto Netanyahu, è stato promossa una politica favorevole alla costruzione di nuovi insediamenti israeliani. L’aumento della presenza dei coloni ha portato ad attriti con la popolazione palestinese peggiorati dopo lo scoppio della guerra tra Tel Aviv ed Hamas il 7 ottobre 2023.

L’operazione di Israele è stata avviata dopo un attacco suicida rivendicato dai gruppi islamici dello scorso 19 agosto. Si tratta di una delle offensive più grandi mai realizzate da Tel Aviv dai tempi della seconda Intifada (iniziata nel 2000 e finita nel 2005). Nelle principali città si sono verificati scontri tra palestinesi ed israeliani che hanno portato a decine di morti.

L’operazione israeliana, definita ‘antiterroristica‘, mira a liberare il territorio dalla presenza di Hamas e della Jihad islamica. Nei fatti, l’esercito israeliano vuole aumentare il controllo sull’area storicamente contesa grazie alla presenza militare. In passato l’agenzia di stampa palestinese Wafa ha denunciato in innumerevoli articoli le violenze perpetrate dai coloni, spesso armati, contro i palestinesi.

L’esercito israeliano si è sempre mostrato tollerante con i propri concittadini nonostante le aggressioni. Potrebbero essere impiegati un migliaio di soldati nell’operazione antiterroristica che, se provocasse uno scontro con i gruppi armati della Cisgiordania, porterebbe all’ennesima espansione del conflitto.

Cosa sta succedendo?

Con l’avvio dell’offensiva, la Cisgiordania si trova in una situazione molto difficile. Molti ospedali sono monitorati per evitare possibili ingressi di esponenti di gruppi terroristici comportando rallentamenti per la sanità, la connessione Internet è stata sospesa così come la rete idrica. Sono stati segnalati anche diversi blackout.

Ieri sera un’auto è esplosa in una stazione di servizio nel blocco di insediamenti di Gush Etzion e il palestinese al volante è stato poi ucciso dalle forze israeliane presenti. Un altro palestinese è stato ucciso a Karmei Zur in una situazione molto simile.

Nel corso dell’operazione degli ultimi giorni sono state distrutte case e negozi, secondo quanto denunciato dalla Mezzaluna Rossa. Negli scorsi giorni è stato raggiunto un accordo tra Israele e palestinesi per la consegna dei vaccini contro la poliomielite a Gaza.