Tra pochi giorni, la guerra tra Israele e Hamas raggiungerà l’undicesimo mese, un periodo segnato da sofferenze inimmaginabili e tragedie innumerevoli. Nella Striscia di Gaza, dove la vita quotidiana è una lotta per la sopravvivenza, i giovani palestinesi cercano di raccontare al mondo la loro realtà attraverso i social network. Questi racconti non sono solo testimonianze, ma un prezioso contributo per far comprendere il vero volto della guerra, quello fatto di vite spezzate, sogni infranti e storie che meritano di essere ascoltate. Dall’inizio del conflitto, iniziato il 7 ottobre, oltre 40.600 persone hanno perso la vita. Questi numeri, che spesso vengono ridotti a semplici statistiche, rappresentano in realtà esseri umani, ciascuno con una storia, una famiglia e un futuro strappato via. Tra queste vittime c’è anche Medo Halimy, la cui morte ha toccato profondamente persone in tutto il mondo, ricordandoci la brutalità e l’umanità che si perdono in ogni conflitto.

Chi era Medo Halimy, età e causa morte

Mohammad “Medo” Halimy, un giovane creatore di contenuti di Gaza, aveva solo 19 anni. Dopo l’inizio della guerra, aveva iniziato a documentare la sua vita quotidiana nella Striscia, diventando una voce significativa per migliaia di palestinesi sfollati come lui. Insieme ai suoi genitori, quattro fratelli e una sorella, si era rifugiato nel sud di Gaza dopo essere fuggito da Gaza City.

Attraverso i suoi account social, dove aveva raggiunto oltre 190mila follower su TikTok e circa 100mila su Instagram, Medo raccontava la sua “vita in tenda”, condividendo frammenti di una realtà spesso non trasmessa dai media tradizionali. I suoi video, che documentavano la dura quotidianità degli sfollati, hanno ottenuto milioni di visualizzazioni, attirando l’attenzione su una delle crisi umanitarie più gravi della nostra epoca.

La famiglia di Halimy stava cercando di raccogliere soldi per fuggire dalla zona di conflitto, mentre lui sognava di poter andare all’università. Un presunto attacco aereo israeliano sulla città di Khan Younis ha posto fine ai suoi sogni. Talal Murad, amico e collaboratore di Halimy, ha raccontato in un messaggio su Instagram, giovedì 29 agosto, che al momento dell’attacco stava andando a incontrare Medo in una tenda adibita a “internet café”. Murad ha descritto l’istante fatale, dicendo che un “lampo di luce” è stato seguito da un’esplosione. Halimy è morto a causa delle ferite riportate. Sebbene la data esatta della sua morte non sia stata annunciata, il suo ultimo video è stato pubblicato lunedì 26 agosto.

L’incursione a Khan Younis

Le forze israeliane hanno lasciato ieri, 30 agosto, la città di Khan Younis dopo un’offensiva militare durata 22 giorni. Alcuni quartieri di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e di Deir el-Balah, nella zona centrale, erano stati evacuati prima delle operazioni di terra. Secondo quanto annunciato dalle autorità israeliane, agli abitanti di queste zone sarà consentito di fare ritorno alle loro abitazioni.