La Francia è in attesa della nomina di un nuovo primo ministro mentre continua il secondo round delle consultazioni. Una volta superato lo stallo politico, il nuovo governo dovrà affrontare riforme cruciali in settori come la sanità e la giustizia. Il 29 e 30 agosto, il presidente francese Emmanuel Macron si è recato a Belgrado per una visita importante con il primo ministro serbo. Durante una conferenza stampa, Macron ha evitato di commentare la situazione politica interna ma ha sottolineato che sta lavorando “per arrivare alla soluzione migliore per il Paese”. Oggi, un’altra figura di spicco della politica francese, l’ex presidente Nicolas Sarkozy, ha preso parte al dibattito.

Francia, le consultazioni sono ferme

All’inizio di questa settimana, Emmanuel Macron ha respinto la candidatura di Lucie Castets, presentata dalla coalizione di sinistra, Nuovo Fronte Popolare. Il presidente francese intende escludere dal governo due forze politiche estreme, La France Insoumise e il Rassemblement National, e allo stesso tempo scegliere una figura in grado di unire le diverse forze politiche. La deputata di La France Insoumise, Mathilde Panot, ha criticato questa posizione, sottolineando che Macron non dovrebbe “scegliere” un nome, ma piuttosto “nominarlo” rispettando la separazione dei poteri.

Il nuovo esecutivo dovrebbe cercare di unire un parlamento diviso in tre blocchi distinti, affrontando sfide importanti come l’approvazione di una legge di bilancio e diverse riforme. I repubblicani hanno già escluso la possibilità di far parte del nuovo governo, mentre la sinistra si è ritirata dalle consultazioni in seguito all’esclusione di La France Insoumise. In questo contesto caotico, oggi è emerso un nuovo nome: Bernard Cazeneuve. L’ex socialista, che ha ricoperto il ruolo di primo ministro dal dicembre 2016 al maggio 2017 e ha occupato vari incarichi ministeriali in passato, è stato proposto come possibile leader del nuovo esecutivo. Questa ipotesi è stata respinta dalla coalizione di sinistra.

Appello di Sarkozy ai repubblicani

L’ex presidente Nicolas Sarkozy è intervenuto nel dibattito sulla nomina del nuovo primo ministro. In un’intervista a Le Figaro, ha sottolineato che la Francia sta affrontando tre crisi principali. La prima, secondo Sarkozy, è una crisi politica, causata dall’assenza di un nuovo esecutivo. La seconda è una crisi sociale, legata alle divisioni all’interno della società. Infine, la terza è una crisi finanziaria, aggravata dal debito, dai deficit e dalle spese eccessive. Questa situazione è ulteriormente peggiorata dalla mancanza di un governo che possa lavorare alla preparazione della nuova legge di bilancio.

L’esponente repubblicano ha esortato il suo partito a impegnarsi attivamente per la nomina di una figura proveniente dalla destra:

Vorrei che la mia famiglia politica lavorasse per la nomina di un primo ministro di destra invece di cedere alla facilità di lasciare nominare una figura di sinistra.

Oltre a incoraggiare i repubblicani, Sarkozy ha lanciato un appello anche ad altre forze politiche, invitandole a scendere a compromessi. Ha escluso, però, La France Insoumise e il Rassemblement National, affermando che “è falso dire che Marine Le Pen sia più pericolosa di Jean-Luc Mélenchon”.

L’ex presidente ha dichiarato che “la Francia è di destra” e, data l’attuale situazione, il Nuovo Fronte Popolare non ha alcuna possibilità di formare un governo. Sarkozy ha anche criticato la proposta di Bernard Cazeneuve, sostenendo che quest’ultimo non è “in linea con il centro di gravità della politica francese”.