Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103: verranno confermate nella Legge di Bilancio 2025? Per stare al passo con i tempi, ci si aspetterebbe una riforma previdenziale più competitiva e flessibile. D’altra parte, i lavoratori auspicano l’introduzione di misure più eque, meno rigide e che promuovano il ricambio generazionale.

La maggior parte dei lavoratori si aspetta un sistema previdenziale che superi i limiti della legge Fornero e, soprattutto, che non preveda un’età pensionabile così elevata: né 43 anni di contributi per l’anticipata, né 67 anni per la vecchiaia. Le tre misure in scadenza il 31 dicembre 2024, Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103, rappresentano un punto di partenza per ipotizzare i possibili scenari della riforma pensionistica del 2025.

Ape sociale Opzione donna e Quota 103: cosa aspettarsi

 Non è certo arrivato il momento, per gli italiani, di stare tranquilli, sia in merito alle misure Ape sociale, opzione donna e Quota 100 che sul TFR.

Ora, negli ultimi giorni sono emerse diverse indiscrezioni, in vista di nuovi cambiamenti nel mondo del lavoro, incluso l’accredito del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

Ed è qui che si potrebbe insinuare un meccanismo di silenzio assenso per il TFR. Pertanto, i lavoratori che non sanno cosa fare o non esprimono una preferenza in merito alla destinazione del TFR, le risorse con le quali si promuove la liquidazione del lavoratore saranno destinate d’ufficio al fondo pensione a beneficio della previdenza complementare.

Come sarà la riforma delle pensioni 2025? A rischio Ape sociale, Opzione donna e Quota 103

Quale obiettivo intende raggiungere il governo italiano sul fronte previdenziale? Una domanda semplice, che trova una prima risposta nelle conferme espresse dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, il quale, secondo quanto riportato da money.it, ha confermato un possibile rinnovo per il 2025 delle misure Opzione Donna e Ape Sociale, in scadenza al 31 dicembre 2024.

Va detto che Opzione Donna permette di andare in pensione con 35 anni di contributi, con un ricalcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo.

Tuttavia, l’accesso al trattamento non è libero, ma è condizionato dalla presenza del requisito anagrafico portato a 61 anni di età. Inoltre, possono accedere al trattamento le lavoratrici che rientrano in una delle condizioni di seguito elencate:

  • assistono da almeno sei mesi un parente con handicap grave;
  • hanno un’invalidità civile pari o superiore al 74%;
  • sono state licenziate o sono dipendenti da imprese in crisi.

I requisiti per ottenere l’Opzione Donna devono risultare maturati entro il 31 dicembre 2023.

E, ancora, ci si auspica il rinnovo di Opzione Donna per il 2025 con un ripristino delle vecchie condizioni quando era possibile accedere alla pensione anticipata a 58 o 59 anni di età con 35 anni di contributi, con il solo vincolo del sistema contributivo. Per assurdo, la misura tanto contestata per il calcolo dell’assegno penalizzante, con le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2024 è diventata una misura accessibile solo per alcune categorie di lavoratori.

Ape sociale sarà rinnovata nel 2025?

 Esaminiamo brevemente l’anticipo pensionistico APE sociale, una misura introdotta per sostenere il potere d’acquisto delle categorie più fragili. Secondo quanto riportato dall’INPS, possono accedere al trattamento alcune categorie di lavoratori, quali:

  • si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104);
  • anno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%
  • sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti professioni considerate gravose.

 Per il 2024, l’indennità APE sociale, che accompagna alla pensione, ha subito delle variazioni: l’età per accedervi è passata da 63 a 63 anni e 5 mesi, con 30 o 36 anni di contributi a seconda della categoria di appartenenza. Sebbene la misura sia destinata a scadere il 31 dicembre 2024, si auspica un ampliamento della platea dei beneficiari e un rinnovo per il 2025, senza ulteriori modifiche ai requisiti.

 Quale futuro per Quota 103?

Come per le altre due misure, Ape sociale e Opzione donna, in scadenza il 31 dicembre 2024, anche Quota 103 potrebbe essere rinnovata per il 2025.

Tuttavia, secondo diverse indiscrezioni, pare che il governo stia tentennando su questa misura, promuovendo una Quota 41 per tutti, se saranno sufficienti i fondi per promuovere questa proposta previdenziale.

Quali prospettive per la pensione anticipata ordinaria e la pensione di vecchiaia?

Alla fine, emergono nuovi correttivi alle vecchie misure. Tanto per fare un esempio, potrebbe essere allungato il requisito contributivo per la pensione anticipata ordinaria, che passerebbe a 43 anni e 4 mesi per gli uomini e 42 anni e 4 mesi per le donne, contro gli attuali 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Da qui i dubbi di qualche esperto nell’introduzione di correttivi e abolizioni che si avvicinano più alla legge Fornero e poco alle esigenze dei lavoratori.

D’altra parte, i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi sono stati già modificati dalla circolare INPS n. 46 del 13 marzo 2024, incluso un importo soglia pari al trattamento minimo vitale pari a 534,41 euro per i lavoratori con una contribuzione dal 1996, oltre ad altre condizioni.