Un bonus bebè di 1.000 euro per i farmacisti iscritti all’Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti (Enpaf) con domanda da presentare a partire dal 16 settembre 2024. È questa una delle misure di sostegno della Cassa privata di previdenza che ha messo a disposizione un fondo nazionale di 600mila euro.

Il supporto può essere richiesto dai professionisti iscritti, in occasione della nascita di un figlio o di un’adozione. Il bonus diventa di 1.500 euro nel caso di parti gemellari o di adozioni e affidamenti preadottivi plurimi.

Bonus bebè farmacisti 2024, chi può richiedere il contributo di 1.000 euro e con quali requisiti

Si potrà presentare dal 16 settembre 2024 la domanda per il nuovo bonus bebè degli iscritti all’Enpaf, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti. Il contributo è pari a 1.000 euro e si rivolge sia alle donne che agli uomini iscritti alla Cassa di previdenza. Il requisito fondamentale per richiedere il bonus è quello di esercitare la professione e di essere in regola con i contributi di iscrizione nel periodo dei precedenti cinque anni.

Inoltre, tra i requisiti richiesti per fruire del bonus, figura quello dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e di un patrimonio non superiore a 40mila euro. I parametri sono stati fissati per fare in modo che il contributi sia fruito dai nuclei familiari che ne abbiano più di bisogno.

Come presentare domanda del contributo di 1.000 euro per la nascita di un figlio?

La presentazione della domanda del bonus bebè di 1.000 euro può essere effettuata entro il termine dei 180 giorni dall’evento, ovvero dalla nascita o dall’adozione o dall’affidamento in famiglia del bambino.

L’Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti (Enpaf) precisa che il contributo è cumulabile con altre iniziative dello stesso scopo, messe a disposizione delle famiglie. Pertanto, una eventuale domanda per lo stesso contributo statale (o regionale o comunale) non è in contrasto con il bonus dell’Enpaf.

Come utilizzare il bonus bebè farmacisti 2024?

Il contributo, inoltre, è esente da tassazione e, pertanto, può essere fruito per intero dalla famiglia richiedente. Per presentare la domanda è necessario attendere l’apertura della piattaforma telematica sul portale ufficiale dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti, in prossimità della data di decorrenza delle istanze.

Una volta presentate, le istanze verranno elaborate in ordine di arrivo e accolte – a condizione di rispettare i requisiti – nei limiti delle risorse stanziate per la misura.

Contributi per asili nido e scuola materna dei commercialisti: domanda entro il 31 ottobre 2024

Tra i contributi erogati dalle Casse previdenziali si ricorda che, dal 1° agosto scorso, è possibile presentare domanda per il bonus di 1.000 euro per gli asili nido e il rimborso delle spese della scuola dell’infanzia a favore dei liberi professionisti dottori commercialisti (CNPADC). Si tratta di un contributo, rinnovato per il terzo anno di fila, che può essere richiesto fino al 31 ottobre 2024 dai dottori commercialisti. Il requisito reddituale richiesto è un limite di 35mila euro di reddito professionale, dichiarato nel 2023 e riferito al 2022.

La Cassa di previdenza eroga il bonus a fronte di un rimborso sulle spese per la scuola dell’infanzia o per l’asilo nido dei figli dei professionisti, con data fissata delle spese stesse tra il  1° settembre 2023 e il 31 luglio 2024.

Come inviare la richiesta a rimborso delle spese?

Entrando sulla piattaforma telematica di richiesta del bonus asili nido dei commercialisti e accedendo con codice fiscale e codice Pin della CNPADC, si può presentare una singola istanza per ciascun figlio e inserire la documentazione richiesta. I professionisti devono allegare le ricevute delle spese sostenute e ammissibili (ad esempio, quelle per le rette, indicando l’asilo nido o la scuola dell’infanzia di iscrizione).

Se le informazioni occorrenti alla richiesta di rimborso non dovessero essere presenti, il bando richiede l’inserimento dell’attestazione di iscrizione e di frequenza rilasciata dall’asilo nido o dalla scuola dell’infanzia. Dal documento devono risultare le generalità dei genitori e quelle dei figli.