La guerra tra Israele e Hamas sta ormai raggiungendo l’11esimo mese. Più di 40.600 palestinesi hanno perso la vita e quasi 94mila sono rimasti feriti. Nonostante gli sforzi di mediazione da parte di Stati Uniti, Egitto e Qatar, i colloqui a Doha e al Cairo non hanno ancora prodotto risultati concreti. La crisi umanitaria si è ulteriormente aggravata a causa di una crisi sanitaria, con il primo caso di poliomielite nella Striscia di Gaza dopo 25 anni. L’Oms ha annunciato giovedì 29 agosto che Israele ha accettato di attuare una tregua umanitaria per consentire le vaccinazioni antipolio.
Guerra Israele Hamas, la tregua per i vaccini antipolio inizierà domenica
Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per sospendere temporaneamente i combattimenti e consentire la vaccinazione dei bambini contro la poliomielite in diverse località della Striscia di Gaza. La campagna di vaccinazione inizierà nella zona centrale di Gaza, per poi proseguire verso sud e successivamente nelle aree settentrionali. Le parti hanno concordato tre pause umanitarie di tre giorni ciascuna, a partire dall’1 settembre. Ogni pausa durerà 9 ore, dalle 6 alle 15, con l’obiettivo di vaccinare oltre 640mila bambini palestinesi di età inferiore ai 10 anni.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha confermato lo scorso 23 agosto che un bambino di 10 mesi, Abdul Rahman, è rimasto paralizzato a causa del virus della poliomielite, segnando il primo caso nella Striscia negli ultimi 25 anni. Le autorità sanitarie hanno dichiarato che non è ancora chiaro come il virus sia ricomparso nella regione ma hanno sottolineato che le scarse condizioni igieniche potrebbero aver creato un ambiente favorevole alla sua diffusione.
Prima del conflitto, Gaza aveva raggiunto una copertura vaccinale universale. Negli ultimi mesi, questa copertura è scesa a poco più dell’80 per cento. Sarà una sfida significativa aumentare la copertura al 90 per cento necessario per proteggere efficacemente la popolazione. Sarebbe, inoltre, necessario un secondo ciclo di vaccinazioni a distanza di quattro settimane dal primo. Al momento non è stata ancora fissata una data per questo secondo ciclo.
La crisi umanitaria
Attualmente, più del 90 per cento dei palestinesi ha dovuto abbandonare la propria casa almeno una volta, vivendo in condizioni sempre più difficili. La popolazione sta affrontando gravi difficoltà nell’accesso all’acqua potabile e al cibo. La crisi si aggrava ulteriormente a causa dei danni inflitti ai centri sanitari durante i combattimenti, rendendo ancora più difficile la distribuzione delle forniture mediche essenziali.