La notte tra il 30 e il 31 agosto del 2023 gli operai Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo furono travolti e uccisi da un treno in transito alla stazione di Brandizzo, nel Torinese, mentre erano impegnati nella manutenzione di alcuni binari: un anno dopo, ecco la ricostruzione della strage che è costata loro la vita.
La ricostruzione della strage di Brandizzo, costata la vita a cinque operai, dall’inizio ad oggi
Solo in due sopravvissero all’incidente: Antonio Massa, allora tecnico di Rete Ferroviaria Italiana, e Andrea Gibin Gherardin, capocantiere della Sifiger di Borgo Vercelli, l’azienda incaricata di effettuare i lavori di manutenzione dei binari della stazione di Brandizzo, di cui i cinque operai morti facevano parte.
Entrambi, ad oggi, risultano indagati: il primo diede il via libera al cantiere pur sapendo che la circolazione dei treni non era ancora stata interrotta (essendone stato informato da Chivasso); il secondo, che aveva obblighi di sorveglianza sui lavoratori, avrebbe potuto opporsi, ma accettò il rischio di mandarli sui binari pur essendo conscio del pericolo che correvano.
Li avevano “addestrati” a spostarsi di lato nel caso in cui un treno fosse passato mentre erano al lavoro. A testimoniarlo, un video girato qualche attimo prima dell’incidente dalla più giovane delle vittime, Kevin Laganà, di 22 anni. Il convoglio li sorprese mentre erano di spalle a circa 160 chilometri orari di velocità. Non poterono fare niente per salvarsi.
Chi sono gli indagati per l’incidente ferroviario
Alcuni ex colleghi delle vittime hanno riferito agli inquirenti che “lavorare senza autorizzazioni” era una consuetudine. Oltre a Massa e a Gibin Gherardini sono stati iscritti nel registro degli indagati anche il direttore della Sifiger Franco Sirianni, il direttore tecnico Cristian Geraci, la legale rappresentante Simona Sirianni, il socio Daniele Sirianni, i due dirigenti di Rfi Gaetano Pitisci e Andrea Bregolato e la stessa società. Più di recente, la società Clf, che aveva subbapaltato i lavori alla Sigifer, alcuni suoi manager e la Uniferr Srl. 15, in totale, nel mirino degli inquirenti, tra enti e individui. Le accuse? Disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale.
Gli eventi in programma per l’anniversario
L’inchiesta è ancora in corso: tanti, infatti, sono gli elementi da accertare. Nel frattempo, in occasione del primo anniversario della strage, l’associazione Sicurezza e Lavoro insieme, il Comune di Brandizzo, i sindacati edili FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil e i familiari delle vittime hanno dato vita, con il patrocinio o del Consiglio regionale del Piemonte e la Città metropolitana di Torino, alla “Settimana del Lavoro Sicuro“.
Una serie di iniziative volte alla riflessione
per non dimenticare quanto avvenuto a Brandizzo, in attesa di ottenere piena giustizia per le vittime, e per continuare la nostra azione di sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza sulle tematiche della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,
spiegano. Lo riporta Rai News. Stamattina, attorno alle 9.30, in tantissimi si sono riuniti alla stazione di Brandizzo per commemorare le cinque vittime; per stasera alle 21.30 è in programma anche una fiaccolata. Vi prenderanno parte soprattutto coloro che conoscevano personalmente gli operai: parenti, amici, colleghi che ancora non riescono a capacitarsi dell’accaduto.
La loro speranza è che si arrivi al più presto alla verità e che poi gli eventuali responsabili paghino. “Sentir parlare tutti i giorni di incidenti sul lavoro ci fa stare anche peggio, vuol dire che non è cambiato nulla”, ha detto ai giornalisti il fratello di Kevin Laganà.
Si pensi agli operai che di recente sono morti a Casteldaccia mentre lavoravano al sistema fognario o anche al bracciante indiano che a Latina ha perso un braccio e poi la vita sui campi. Se il datore di lavoro lo avesse soccorso, si sarebbe salvato. Come lui, in tanti.