Chi è il 34enne arrestato in provincia di Varese? Nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 agosto 2024 i Carabinieri di Busto Arsizio, in provincia di Varese, hanno tratto in arresto un uomo di 34 anni di nazionalità marocchina.
Le accuse sono molteplici e vanno dallo stalking, violazione di proprietà privata e tentato omicidio nei confronti della fidanzata, fino alla resistenza all’arresto. Sono inoltre diversi gli episodi di aggressione fisica verso la compagna. Avrebbe infatti cercato di attentare alla sua vita defenestrandola e poi tentando di strangolarla.
Il giudice per le indagini preliminari, Stefano Colombo, ha già provveduto a confermare il fermo per il 34enne dopo l’udienza tenutasi ieri, mercoledì 28 agosto 2024. Nel primo interrogatorio, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti.
Chi è il 34enne arrestato in provincia di Varese: l’inizio della relazione con la donna
L’origine dei presunti reati commessi dal 34enne è da ricercare nella vita privata. Nel 2021, l’uomo aveva allacciato una relazione sentimentale con una donna all’epoca 30enne. I due sembravano avere un buon rapporto, fino a quando, sul finire del 2022, l’uomo avrebbe deciso di troncare l’unione per la decisione di trasferirsi in Francia. Qui sono iniziati i primi attriti evidenti tra i due.
Non molto tempo fa, l’uomo è rientrato nella nostra nazione e si sarebbe immediatamente recato a Busto Arsizio alla ricerca della sua ex. Evidentemente con l’obiettivo di ricucire la relazione e vivere insieme.
L’ex compagna avrebbe però palesato l’intenzione di non voler più continuare il rapporto sentimentale con lui e che anzi da qualche tempo stava frequentando un uomo di 46 anni di nazionalità italiana.
Questa notizia avrebbe fatto andare su tutte le furie il 34enne, che pretendeva di imporre la propria volontà alla donna.
Dallo stalking alla defenestrazione
Le accuse verbali hanno lasciato presto spazio ad azioni ancor più invadenti. L’uomo avrebbe infatti iniziato una lunga attività di stalking. Per mesi infatti ha tormentato la sua ex compagna con messaggi, telefonate e appostamenti sotto la sua abitazione per avere un confronto diretto. Ai continui rifiuti della donna di riallacciare i rapporti, il 34enne avrebbe iniziato a minacciarla.
Il culmine di questa sua attitudine persecutoria è arrivato il 24 giugno 2024. L’uomo si sarebbe introdotto con la forza nell’appartamento della vittima, minacciandola di percosse e apostrofandola con parole offensive. In quel momento nell’abitazione era presente anche il 46enne, attuale compagno della vittima, che ha preso le difese della donna e ha cercato di frapporsi fra lei e l’aggressore.
Il 34enne non si sarebbe però lasciato fermare dal suo intento. Avrebbe sferrato un pugno al volto del rivale e a quel punto avrebbe rincorso e raggiunto la donna all’interno dell’appartamento. Dalla seguente colluttazione, l’uomo avrebbe scaraventato la ex dalla finestra. La caduta dal secondo piano dello stabile aveva provocato ferite di non grave entità alla donna, comunque prontamente trasferita in ospedale.
I traumi erano guariti in pochi giorni. Dallo stato dei fatti appare poi evidente come la vittima non avesse deciso di sporgere denuncia contro la sua ex compagna, forse impaurita per la propria incolumità.
Il tentativo di strangolamento e l’arresto
L’ultimo avvenimento risale invece alla notte tra domenica 25 e lunedì 26 agosto 2024. Il 34enne non riusciva ad accettare la fine della relazione con la donna e si è dunque ripresentato al suo domicilio. Con uno stratagemma si sarebbe introdotto nuovamente nell’abitazione.
Ancora una volta avrebbe messo ko il 46enne, per poi scagliarsi ancora sulla donna. Accecato dalla rabbia, l’avrebbe colpita con un calcio e poi le avrebbe stretto le mani attorno al collo nel tentativo di strangolarla. L’attuale compagno ha però avuto la prontezza di chiamare i Carabinieri, denunciando quanto stava accadendo.
Gli agenti si sono precipitati dunque nell’appartamento per fermare il soggetto. Il 34enne avrebbe però usato la forza per opporsi all’arresto, motivo per cui i Carabinieri si sono visti costretti a tramortirlo attraverso l’uso del teaser.
Le forze dell’ordine hanno dunque condotto l’aggressore in carcere, su disposizione del magistrato di turno Martina Melita.