“C’è stato un tempo fatto di liste di proscrizione, di antisemitismo, di messa al bando di intere schiere di esseri umani trasformati in bestie e carne da macello. Quel tempo in cui gli ebrei erano il problema sembra ritornato questa volta senza vergogne. Non tanto per l’ennesima folle lista di proscrizione, questa volta a opera del Nuovo Partito Comunista che verga un delirante comunicato simile a quello che le Brigate Rosse lasciavano nelle cabine telefoniche, ma per l’ignavia che ormai colpisce come un’erbaccia nel tessuto del nostro dibattito pubblico”. Lo scrive Massimiliano Coccia sul giornale Linkiesta e torna in mente il sermone del pastore Martin Nieomoller che disse: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Gli elenchi degli ebrei e nel ’93 quelli dei massoni toscani
E torna in mente anche quello che successe nell’ottobre del 1993 quando il quotidiano “L’Unità” diretto da Valter Veltroni pubblicò un libretto “La Toscana delle logge” con i nomi di decine e decine di massoni toscani che avevano la sola unica “colpa” di essere affiliati alla massoneria. Si levarono pochissime voci per condannare quella lista di proscrizione che tanti danni fece alle persone e ancora oggi continua a farli perché quegli elenchi circolano. Forse già allora si doveva ricordare quello che diceva Nieomoller per capire che si sa dove si comincia e non sappiamo dove si va a finire.
Proprio tu parli di liste di proscrizione???