Sale a sette il numero delle persone fermate in relazione all’omicidio di Fabio Ravasio, l’imprenditore di 52 anni che lo scorso 9 agosto è stato volutamente investito a Parabiago, nel Milanese, mentre era in bici. A finire in manette, un meccanico di 40 anni della zona: stando a quanto riportano fonti locali, avrebbe consigliato alla compagna della vittima e ai suoi complici quale auto usare per portare a compimento il loro piano.
Fabio Ravasio investito e ucciso mentre era in bici a Parabiago, c’è un settimo fermato: ecco chi è
Ravasio lavorava in un negozio di proprietà di famiglia a Magenta. Il 9 agosto, dopo aver terminato il suo turno, si era diretto verso casa in sella alla sua mountain-bike. Alle 19.50, mentre si trovava su via Vela, verso Casorezzo, fu travolto all’improvviso da un’auto proveniente dal senso di marcia opposto, che subito dopo si dileguò.
Crollò a terra, riportando ferite mortali. Nei giorni successivi, qualcuno riferì agli inquirenti che stavano indagando per ricostruire la dinamica dell’accaduto di aver notato un’Opel Corsa nera, con la carrozzeria ammaccata, allontanarsi dal luogo del sinistro.
La vettura, grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza, fu rintracciata. A quel punto, la scoperta: la targa era intestata a una persona che la vittima conosceva, la compagna Adilma Pereira Carneiro. Stando alle ricostruzioni, sarebbe stata lei ad ideare l’investimento. L’obiettivo? Intascare l’eredità dell’uomo.
Come i suoi complici – il figlio Igor Benedito, il fidanzato di una delle figlie, Fabio Lavezzo, l’amante Massimo Ferretti, l’uomo con cui risulta formalmente sposata, Marcello Trifone, e l’amico Mirko Piazza – è accusata di concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.
Due avrebbero fatto da palo; due si sarebbero occupati di investire il 52enne e gli altri di far sparire l’auto incriminata, nascondendola in un box. C’è poi il meccanico di 40 anni arrestato ieri: Fabio Oliva, questo il suo nome, avrebbe consigliato a Pereira quale auto usare e l’avrebbe addirittura sistemata, rendendola più scattante, ben sapendo a cosa sarebbe servita.
La morte dei precedenti mariti della donna arrestata
Carneiro sperava che, uccidendo Ravasio, il suo patrimonio – valutato in circa 3 milioni di euro – sarebbe passato ai figli che avevano avuto insieme e di conseguenza a lei. A quel punto gli uomini da lei reclutati avrebbero ricevuto denaro e appartamenti. Questa, almeno, la promessa che aveva fatto loro.
Ha 49 anni, è originaria del Brasile e da molti, sulla stampa, è stata rinominata “la mantide“. Uno dei suoi complici, parlando con gli inquirenti, ha fatto riferimento a presunti “riti di magia nera” da lei condotti per suggestionare i suoi interlocutori.
Prendeva pezzi di animali dal macellaio, faceva dei riti. Ho visto più volte, in casa, pentole con pezzi di carne bolliti, teste di coniglio da usare per la celebrazione di questi ‘riti’. So che aveva fatto ‘macumbe’ nei confronti della suocera e anche nei confronti di Fabio Ravasio,
le sue parole, riportate da Il Giorno. Ex narcos, sarebbe stata sposata, nel tempo, con diversi uomini. Il primo marito, brasiliano, sarebbe stato assassinato in patria. Il secondo, milanese, sarebbe morto per infarto, lasciandole in eredità una casa in Puglia.
Lo riporta Il Corriere della Sera, secondo cui la polizia sarebbe ora intenzionata a fare chiarezza anche sui loro decessi. Il dubbio che Carneira possa entrarci qualcosa è lecito. Saranno le indagini a confermarlo o a smentirlo. Interrogata, per ora lei ha scelto il silenzio.