Ottenimento della cittadinanza italiana dopo la conclusione positiva di un ciclo di studi di 10 anni. Questa in sintesi la proposta di Azione, che ha annunciato la presentazione di un emendamento per introdurre lo ‘Ius scholae’ in Italia.

Lo aveva annunciato e alla fine lo ha fatto. Il guanto di sfida lanciato nei giorni scorsi da Carlo Calenda ad Antonio Tajani sullo ‘Ius scholae’ si è concretizzato con un emendamento che Azione presenterà al Ddl Sicurezza, il primo in discussione alla Camera dopo la pausa estiva il prossimo 10 settembre.

Una sfida al vicepremier di Forza Italia Antonio Tajani che, dopo le polemiche con la Lega e con Matteo Salvini, nei giorni scorsi aveva fatto un passo indietro sulla questione definendola ‘non prioritaria’, ma anche un invito a tutte le altre forze politiche a sostenere l’emendamento nell’Aula di Montecitorio.

“Invitiamo tutte le forze politiche a considerarlo senza pregiudizi e pensando ai ragazzi che vogliono essere italiani e che studiano nelle nostre scuole. Basta rumore. Vediamo chi ci sta.”

Scrive il leader di Azione sui suoi canali social.

Ius scholae, cosa prevede l’emendamento di Azione?

La proposta emendativa presentata da Azione per l’introduzione dello ‘Ius scholae’ in Italia prevede l’introduzione di un comma 2-bis all’Art. 4 della legge 91 del 5 febbraio del 1992, ovvero, la legge che regola l’acquisizione della cittadinanza in Italia.

Il nuovo comma recita così:

“Il minore straniero nato in Italia che, ai sensi della normativa vigente, ha frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno 10 anni la scuola primaria e secondaria, con la conclusione positiva del ciclo di istruzione e l’assolvimento dell’obbligo scolastico acquista la cittadinanza italiana.”

Per acquistare la cittadinanza italiana, quindi, è necessario completare con successo il ciclo di istruzione che deve durare almeno 10 anni. Per la cittadinanza è necessario fare esplicita richiesta al comune di residenza da parte del genitore del minore che deve essere regolarmente residente in Italia.

Perché l’emendamento di Azione è una sfida a Tajani?

Una sfida al leader di Forza Italia, Antonio Tajani – dicevamo- che per primo ha gettato nel dibattito agostano il tema della cittadinanza italiana per, poi, moderare la sua posizione. Domani, venerdì 30 agosto, comunque, il vicepremier proporrà il tema al vertice di governo con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Maurizio Lupi.

Un vertice in cui probabilmente la Presidente del Consiglio e il collega vicepremier osserveranno che lo ‘ius scholae’ non figura tra i punti del programma di Governo. Da qui la sfida di Carlo Calenda a votare – qualora dovesse superare il giudizio di ammissibilità – l’emendamento di Azione per l’introduzione del principio dello ‘Ius scholae’ in Italia per l’ottenimento della cittadinanza.