L’amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato quattro giorni fa all’aeroporto di Le Bourget, dopo essere tornato da Baku, la capitale dell’Azerbaigian. È accusato di 12 reati tra cui complicità con attività illegali, rifiuto di comunicare con le autorità, fornitura di servizi di crittologia senza previa dichiarazione e associazione a delinquere. La giustizia francese è stata chiamata a decidere oggi, 28 agosto, se incriminare o rilasciare Durov.

Pavel Durov è stato rilasciato ma non può lasciare la Francia

Il fondatore di Telegram è stato arrestato nella serata di sabato 24 agosto a nord di Parigi nell’ambito di un’indagine sulla criminalità organizzata nella piattaforma di messaggistica. Le autorità avevano prolungato la custodia di Pavel Durov fino al 28 agosto. Dopo le 96 ore massime previsto dalle leggi francesi, Durov ha lasciato oggi l’ufficio antifrode ed è apparso davanti al giudice.

L’imprenditore 39enne è stato rilasciato ma dovrà comunque rimanere nel territorio francese. Dovrà, inoltre, versare una cauzione di 5 milioni di euro per evitare la custodia cautelare e presentarsi in questura due volte a settimana.

A seguito di una’inchiesta preliminare condotta dalla sezione anti-criminalità informatica della Procura di Parigi, l’8 luglio è stata avviata un’ampia indagine giudiziaria. Dopo il suo arresto, Durov è stato interrogato in relazione alle accuse che indicano l’uso della sua piattaforma per attività illegali come lo scambio di materiale pedopornografico, per il traffico di droga, il riciclaggio di denaro e frodi. Le autorità affermano che Telegram avrebbe negato la condivisione di documenti e informazioni richiesti. La società ha risposto dichiarando di agire nei limiti delle norme europee vigenti. Secondo i documenti visionati dal quotidiano statunitense Politico, le autorità francesi hanno emesso un mandato d’arressto anche per il fratello co-fondatore dell’app, Nikolai.

Le altre accuse

Durov è sotto accusa anche per un altro caso legato a possibili episodi di violenza verso uno dei suoi figli minorenni. L’agenzia russa Tass ha riportato che l’Ufficio Minori della Francia sta indagando sull’imprenditore per aver esercitato una “grave violenza” contro il figlio, nato nel 2017, mentre viveva a Parigi. L’anno scorso, la madre ha sporto denuncia in Svizzera, dove risiedono attualmente, e avrebbe anche intentato una causa civile per la custodia dei bambini. Il Ceo di Telegram non è stato interrogato oggi su queste accuse.

L’imprenditore di origine russa ha ottenuto la cittadinanza francese nel 2021. Il suo arresto ha riaperto il dibattito sulla responsabilità penale delle piattaforme dei social media, sollevando domande sul confine tra la libertà di espressione e l’applicazione delle normative. Il caso è estremamente delicato anche dal punto di vista diplomatico. Questa situazione evidenzia il complesso rapporto tra i governi e la piattaforma che conta circa un miliardo di utenti. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha precedentemente affermato che la detenzione di Durov non è politica.