“First Kill” è un thriller del 2017 diretto da Steven C. Miller, con protagonisti Bruce Willis e Hayden Christensen.
La trama segue Will Beeman (Christensen), un broker di Wall Street che decide di portare suo figlio Danny in una battuta di caccia per rafforzare il loro legame. Durante l’escursione, i due si imbattono in un criminale ferito, Levi Barrett, e si trovano, loro malgrado, coinvolti in una pericolosa situazione che mette a rischio le loro vite.
“First Kill” è un film che si basa sul potere della redenzione, dei legami familiari e sulla lotta per la sopravvivenza. Scopriamo di più nell’articolo.
First Kill con Bruce Willis, la trama
First Kill offre una piccola variazione rispetto ai soliti ruoli interpretati da Bruce Willis: questa volta veste i panni del cattivo, il corrotto capo della polizia Howell.
Nella tranquilla cittadina rurale di Graville, Ohio, Howell mantiene un’apparenza affabile, guadagnandosi il rispetto della gente del posto, ma non esita a trasformarsi in un assassino spietato se qualcuno minaccia di intralciare i suoi piani.
Dietro la maschera da tutore della legge si nasconde un criminale avido, coinvolto nel furto del bottino di una recente rapina in banca. Il suo crimine perfetto sarebbe potuto passare inosservato, se non fosse stato per l’arrivo di Will (Hayden Christensen), un banchiere d’investimento di città grande in visita con il figlio undicenne Danny (Ty Shelton) per una battuta di caccia.
La loro giornata, però, prende una piega mortale quando si ritrovano nel bel mezzo del piano criminale di Howell.
Danny, un ragazzino che ha già avuto problemi con un bullo a scuola, si ritrova in una situazione ben più pericolosa della classica lotta nel cortile: la sua lezione di vita arriverà attraverso il freddo, metallico linguaggio delle armi da fuoco.
È qui che First Kill costruisce il suo arco narrativo, intrecciando la storia del giovane Danny che trova il coraggio di difendersi grazie al padre e a un’arma, seguendo la classica lezione americana approvata dalla NRA: la violenza si combatte con la violenza.
Will cerca di instillare nel figlio una morale, spiegando che non si deve mai puntare una pistola contro un’altra persona, ma la realtà brutale li mette di fronte a un mondo dove è uccidere o essere uccisi. Quella che dovrebbe essere una semplice battuta di caccia padre-figlio si trasforma in una spirale di violenza, inseguimenti e scontri a fuoco che metteranno alla prova i loro limiti.
La trama prende una svolta quando Will e Danny assistono a un tentativo di esecuzione nei boschi: un crimine che coinvolge Howell e i suoi complici.
In un attimo, il mondo sicuro di Will crolla, catapultandolo in una lotta disperata per la sopravvivenza e per proteggere suo figlio.
Il cuore pulsante di First Kill è il confronto tra il protagonista e il rapinatore di banche interpretato da Gethin Anthony, un criminale insolitamente empatico che rapisce Danny e, involontariamente, diventa la chiave per svelare un mistero che ha perseguitato Will per anni: la verità sulla scomparsa di suo padre.
Questo rapinatore non è solo un villain di passaggio, ma un personaggio sfumato che getta nuova luce sulla storia personale del protagonista, complicando la linea tra buoni e cattivi.
Come finisce First Kill, SPOILER
Nel finale di “First Kill”, la tensione raggiunge il culmine quando Will Beeman si trova faccia a faccia con il corrotto poliziotto Howell.
Dopo una serie di scontri intensi e pericolosi, Will riesce finalmente a sconfiggere Howell, salvando suo figlio Danny e mettendo fine alla minaccia che incombeva sulla loro famiglia.
Tuttavia, il criminale ferito Levi Barrett, che aveva inizialmente coinvolto Will e Danny nella sua fuga, muore a causa delle sue ferite, e questo lascia un trauma nell’animo di Danny, che decide di tornare a casa e abbandonare il fucile da caccia, simbolo della loro traumatica avventura.
Perché guardare First Kill
Il film sembra quasi sfidare le aspettative: se da un lato First Kill si affida a inseguimenti frenetici e sparatorie tra i boschi per mantenere alto il livello di adrenalina, dall’altro si sofferma su una riflessione sottile sulla violenza e sulla paternità.
Il regista Steven C. Miller riesce a portare sullo schermo una serie di sequenze d’azione che spingono il pubblico a chiedersi fino a che punto Will sia disposto a spingersi per riavere suo figlio.
In un’America dove le armi sono tanto un simbolo di difesa quanto una minaccia, il messaggio finale del film è chiaro: se Danny sopravvive a questa esperienza, i suoi giorni da vittima dei bulli sono finiti per sempre. Ma il costo di questa trasformazione è un’educazione al sangue, che lascia dietro di sé più di qualche ferita aperta.
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