Non esiste una maggioranza, e Macron, senza margini di manovra, mira a garantire “la stabilità istituzionale”. Continua così il secondo giro di consultazioni in Francia. A due mesi dalle elezioni anticipate, i francesi attendono un nuovo primo ministro. Il Rassemblement National di Le Pen e Eric Ciotti sono esclusi dai colloqui, mentre il Nuovo Fronte Popolare non partecipa a causa dell’assenza di La France Insoumise. La strada scelta dal presidente francese si fa sempre più complessa.

Il secondo giro delle consultazioni in Francia

Il presidente francese ha escluso l’opzione Lucie Castets per il ruolo di primo ministro durante il primo giro di consultazioni. La Francia Insoumise e il Partito Comunista promuovono una giornata di mobilitazione, prevista per il 7 settembre, per contestare la scelta del presidente Macron di non nominare Castets.

Anche se Emmanuel Macron afferma che attende “tutti coloro che sono disposti a venire e continuare a lavorare per il miglior interesse del Paese”, al secondo giro non è stata invitata La France Insoumise di Jean-Luc Melenchon. Altri componenti della coalizione di sinistra, tra cui gli ecologisti e i socialisti, hanno deciso di non partecipare ai colloqui di conseguenza. Finora i socialisti di Olivier Faure sono apparsi come l’anello debole dell’alleanza e già da oggi è stata verificata la voce dell’opposizione interna che chiede a Faure di riprendere i colloqui con Macron.

Anche il predecessore di Macron, François Hollande, ha contestato la scelta di non nominare Castets aprendo un’ulteriore polemica. Holland ha definito il rifiuto di Macron come una “colpa istituzionale” dato che il Capo dello stato francese non ha dato la possibilità di una votazione all’Assemblea nazionale. Le posizioni di Hollande sono state contestate dal presidente di MoDem, François Bayrou.

La posizione dei repubblicani

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha ricevuto mercoledì 28 agosto i componenti della destra moderata e del centro. Una delegazione dei deputati dei Les Republicains è stata recevuta in mattinata. Il deputato repubblicano, Laurent Wauquiez, escludeva ieri la partecipazione del suo partito ad una coalizione di governo.

Al contrario del Nuovo Fronte Popolare, Les Republicains rimangono ancora in gioco. Waquiez ha sottolineato anche oggi, dopo il colloquio con il presidente, che il suo partito non sarà un ostacolo alla formazione di un governo ma che è determinato a non farne parte. Secondo lui Macron “deve assumersi le proprie responsabilità, che nomini un primo ministro e che si possa uscire dalla crisi che ha causato con lo scioglimento del parlamento”.

Mentre lo stallo politico continua, il presidente francese domani terrà altri incontri con i rappresentanti delle Regioni del Partito Socialista e di Renaissance dopo di che partirà per una visita ufficiale fino al 30 agosto in Serbia.