Cartelle esattoriali con rateizzazione fino a 10 anni! Sono molti i contribuenti che, nel corso degli anni, hanno avuto difficoltà a pagare tasse, imposte e altri debiti dovuti allo Stato Italiano. L’Agenzia delle Entrate – Riscossione non ha sempre permesso piani di rateizzo flessibili e agevolati.
Tuttavia, con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 110/2024, sono state introdotte importanti novità per i contribuenti italiani, in particolare per chi ha problemi con l’ex Equitalia.
La riforma della Riscossione include diversi interventi, tra cui nuove modalità di rateizzazione dei debiti iscritti a ruolo, permettendo di dilazionare il pagamento fino a un massimo di 120 rate, ovvero 10 anni. Vediamo come funziona.
Cartelle esattoriali e rateizzazione fino a 10 anni: ecco come
I problemi dei contribuenti legati ai debiti iscritti a ruolo potrebbero alleggerirsi grazie alla riforma, che rappresenta un’importante svolta in tema di riscossione dei crediti tributari.
Le nuove disposizioni normative prevedono la possibilità di richiedere una rateizzazione dei debiti fiscali, differenziata e variabile nel tempo.
Per i debiti di importo fino a 120.000 euro, le opzioni di rateizzazione variano in base al periodo in cui viene presentata la richiesta:
- per le richieste presentate tra il 2025 e il 2026: il contribuente può ottenere un rateizzo in 85-120 rate mensili;
- per le richieste presentate tra il 2027 e il 2028: è possibile ottenere una rateizzazione in 97-120 rate mensili;
- per le domande presentate dal 2029 in poi: il massimo rateizzabile è pari a 109-120 rate mensili.
Cosa succede se ho debiti che superano 120.000 euro: quale rateizzo mi spetta?
Per i contribuenti che hanno debiti iscritti a ruolo con un valore superiore a 120.000 euro, è prevista la possibilità di richiedere un pagamento rateizzato fino a 120 rate mensili. Tuttavia, questa opzione è condizionata dalla presenza di una situazione di oggettiva difficoltà economica.
È importante sottolineare che, anche in questo caso, il rateizzo viene applicato in modo differenziato e variabile nel tempo:
- per le domande presentate tra il 2025 e il 2026: il rateizzo massimo applicabile è fino a 84 rate mensili;
- per le istanze presentate tra il 2027 e il 2028: è possibile accedere a un piano di rateizzo fino a 96 rate mensili;
- per le domande presentate dal 2029 in poi: il rateizzo massimo applicabile è fino a 108 rate mensili.
Come dimostrare la difficoltà economica?
La condizione per ottenere un piano di rateizzo più flessibile è legata alla dimostrazione di una reale difficoltà economica. Tale situazione viene valutata dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione attraverso diversi criteri:
- viene preso in considerazione l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo familiare e il livello di debito da rateizzare;
- la valutazione si basa sull’indice di liquidità e sul rapporto tra il debito da rateizzare e quello residuo, oltre al valore della produzione.
Cartelle esattoriali la rateizzazione e le novità sulla Riforma della Riscossione
Il Decreto Legislativo n. 110/2024 ha rimodulato l’azione della Riscossione, modificando il recupero dei crediti esattoriali.
La riforma prevede un cambiamento nella tempistica dell’azione della Riscossione. In particolare, dal 1° gennaio 2025, l’azione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione sarà condizionata da scadenze precise nella gestione dei crediti affidati all’ente impositore.
Pertanto, le cartelle di pagamento dovranno essere notificate entro nove mesi dall’affidamento del carico, garantendo una maggiore efficienza e tempestività nel processo di riscossione.
Inoltre, sarà attivato il discarico dei debiti inesigibili, ovvero la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali non riscosse entro cinque anni dalla loro emissione.
Tale misura si applica ai crediti che risultano inesigibili per chiusura di procedure fallimentari o in mancanza di beni aggredibili.
Infine, le risorse finanziarie dei contribuenti finiranno sotto la lente di ingrandimento del fisco, con un monitoraggio sui beni mobili e immobili del contribuente per un periodo di due anni.
Se, al termine di questo periodo, non emergono elementi significativi che possano attivare le azioni della Riscossione, è previsto il discarico del debito entro il quinto anno.