Fare il sindaco, rivestire una carica pubblica, rappresentare una istituzione, in Italia, è sempre più un mestiere a rischio. Da quindici anni a questa parte, lo rileva l’associazione ‘Avviso Pubblico’ con un rapporto annuale. L’ultimo, presentato lo scorso aprile, riferendosi al 2023, ha registrato ben 315 episodi di violenza a loro carico: quasi uno al giorno. “Ma iI trend dei primi otto mesi del 2024 indica un peggioramento della situazione. Di recente, sono stati diversi i candidati alle elezioni amministrative minacciati”, confida a Tag24.it Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale dell’associazione, nonché autore di “Mafia e politica locale”, un libro edito da Rcs che indaga approfonditamente proprio questo fenomeno.
Sindaci e amministratori in pericolo: per loro sempre più insulti, minacce e aggressioni
L’ultimo episodio si è registrato appena due giorni fa, il 26 agosto, a Torricella in Sabina, un piccolo comune di 1400 anime in provincia di Rieti. Non tutte tranquille, evidentemente, se è vero (come è vero) che l’automobile della sindaca Floriana Broccoletti è stata data alle fiamme.
D Pierpaolo Romani, nessuna realtà sembra essere risparmiata da questo fenomeno.
R “Purtroppo no. Anche i sindaci e gli amministratori dei piccoli comuni sono a rischio”.
D Come mai? Si è portati sempre a immaginarli come borghi incantati…
R “Guardi, le cito l’ultimo episodio accaduto vicino casa mia: a Caprino Veronese, una località incantevole in riva al lago di Garda, appena l’altro giorno un consigliere comunale è stato inseguito in moto da tre persone…”.
D Si è a rischio ovunque.
R “Da questo punto di vista, nelle piccole realtà, il vantaggio di conoscersi tutti porta con sè anche lo svantaggio della facilità di ritrovarsi il sindaco al bar piuttosto che l’assessore in pizzeria”.
D Si accorciano le distanze.
R “Il che non sempre è un bene”.
D I malintenzionati sono dappertutto.
R “Basti pensare che il 75% dei 7900 Comuni italiani al massimo raggiunge i 5000 abitanti”.
D La caccia al sindaco o all’assessore è uno sport nazionale o ci sono aree del Paese più a rischio?
R “E’ un fenomeno che si concentra di solito nelle realtà medio-piccole, sotto ai 20000 abitanti e al Centro Sud”.
Violenza contro i politici, il trend del 2024
D Nel 2023 avete segnalato 315 episodi di violenza. Nel 2024 come sta andando?
R “Il trend, purtroppo, è in crescita”.
D Vi siete fatti un’idea del perché?
R “Le cause sono diverse. E, soprattutto al Sud, una di esse è stata l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza”.
D Gli altri quali sono? Quando un sindaco si espone al pericolo?
R “Di solito quando si batte per la trasparenza. Quando vuole imporre la logica del diritto su quella del favore. Solamente una piccola parte degli episodi di violenza sono riconducibili, invece, a promesse non mantenute”.
D E la violenza ordinata dalla criminalità organizzata?
R “C’è anch’essa, naturalmente. Ma in non più del 20% dei casi: al Sud ma anche in Lombardia. Soprattutto nel campo degli appalti”.
D Quali sono i più delicati?
R “Quelli nel settore dei rifiuti e delle politiche sociali”.
D Il restante 80% degli episodi di violenza contro i sindaci, invece, da chi proviene?
R “Dagli arrabbiati”.
D Arrabbiati per cosa?
R “Per aver ricevuto una multa, per aver avuto un controllo, perché non trovano lavoro. Perché, in genere, si sentono ingiustamente defraudati di qualcosa”.
D Pesa anche il livello del dibattito e dello scontro politico per innescarli?
R “Certo. Se il dibattito pubblico diventa violento, pieno di insulti e polarizzante, queste persone si sentono autorizzare a passare dalle parole ai fatti”.
D Le parole sono pietre.
R “Per questo chi ricopre un incarico pubblico deve essere molto più accorto e responsabile: in determinati contesti, coloro che minacciano gli amministratori pubblici si possono sentire autorizzati a fare tutto avvertendo un certo senso di legittimazione e impunità”.
Cosa fare contro la violenza
D Cosa si può fare per combattere la violenza nella politica e contro la politica?
R “Nel concreto, è fondamentale non lasciare soli gli amministratori minacciati e intimiditi. Bisogna che loro denuncino alle autorità tutti gli episodi di violenza di cui sono vittime: chi sa parli. Ma per questo bisogna far funzionare la legge 105 del 2017 nata per proteggerli e sanzionare severamente chi li minaccia consentendo anche l’utilizzo delle intercettazioni, che sono importantissime. Serve che il Governo rinnovi il suo finanziamento: a oggi ammonta a 6 milioni di euro”.
D A cosa servono questi soldi?
R “In primis a ristorare i danni: chi risarcisce il sindaco che si ritrova con l’auto bruciata?”
D Poi?
R “A prevenire il fenomeno affermando quella che noi chiamiamo la cultura della legalità costituzionale: spesso facciamo lezioni nelle scuole. Ma organizziamo anche corsi per gli amministratori”.
D Molti non denunciano la violenza che subiscono, vero?
R “Purtroppo sì. Ma è un errore pensare che “faccia parte del gioco” ritrovarsi con le ruote della propria auto bucate oppure con una lettera minatoria tra le mani”.
D Soprattutto in Italia.
R “Anche se il fenomeno della violenza contro i politici lo si rileva anche altrove”.
D Qual è la classifica dei Paesi più pericolosi in Europa?
R “Italia, Francia, Germania, Grecia. A seguire l’Europa dell’est”.
D In Italia, si può dire che la pubblicazione de La casta, il bestseller di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo del 2007, abbia, paradossalmente, segnato un salto di qualità in negativo?
R “Quel libro è stato importante perché ha denunciato sprechi e illegalità. Ma, al di là delle intenzioni degli autori, naturalmente, ha contribuito a far pensare a diversi cittadini che i politici sono tutti uguali: ladri e ignoranti, cosa non vera”.
D La crisi delle democrazie è figlia anche di come i cittadini si approcciano alla politica.
R “Certo. L’antipolitica, la violenza, i compensi non adeguati alle responsabilità: non ci si può meravigliare se poi non si trovano persone che si candidano a sindaco. O meglio: se le persone migliori si tengono ben lontane dalla politica attiva”.