(Dis)avventure russe per Joe Biden: il canale russo TNT promette ironia e un po’ di “satira” politica a partire dal 2025. Il presidente degli USA sarà il protagonista di “Goodbye“, serie tv che avrà per protagonista un sosia di Biden, bloccato in Russia e a contatto del vero popolo russo.

Ad impersonare il democratico ci sarà Dmitry Dyuzhev, che promette un ritratto simpatico ed umano di Biden. Ecco tutte le informazioni su “Goodbye”: quando esce, trama, cast e foto dal set.

Quando esce “Goodbye”? Tutto sulla serie tv russa che avrà come protagonista Joe Biden (ma non quello vero)

Il canale televisivo russo TNT ha avviato la produzione di una serie comica sul presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la cui prima messa in onda è prevista per l’anno prossimo, cioè il 2025. In un comunicato stampa ufficiale, TNT ha spiegato che la serie tv si intitolerà “Goodbye” e ruoterà attorno alle disavventure in Russia dell’ormai pensionato Biden.

Recatosi nel paese russo per capire perché le sanzioni occidentali non abbiano funzionato (secondo la visione russa dell’argomento), Biden perde il passaporto e rimane bloccato in Russia. È quindi costretto a vivere in un condominio dell’era sovietica e a lavorare come insegnante di inglese per risparmiare denaro in modo da poter acquistare un nuovo passaporto per il suo ritorno a casa.

Negli USA, nel frattempo, la CIA si è accorta dell’inghippo e per temporeggiare porta a Washington un pensionato russo, tale Ivanovich, per usarlo come finto presidente. Il canale TNT, sul quale con ogni probabilità andrà in onda “Goodbye”, ci tiene a precisare che il Biden bloccato in Russia sarà aiutato da un “autentico russo del posto“.

Dmitry Dyuzhev, che sarà la star principale della serie tv, ha commentato così il suo ruolo:

Io stesso sono molto curioso di vedere cosa uscirà dal nostro audace esperimento e se il pubblico sarà in grado di riconoscere immediatamente me in Biden e Biden in me. Naturalmente, non abbiamo un progetto documentario in cui la somiglianza fisica al cento per cento è importante, per me la cosa più importante è mostrare il carattere del mio eroe, che, naturalmente, differirà un po’ dal prototipo reale a causa delle specificità del genere.

Dyuzhev è molto famoso in Russia per aver recitato in “Brigada” e in opere che pongono al centro l’azione e trame avvincenti, specie legate alle lotte fra le forze dell’ordine russe e varie forme di criminalità.

Il canale TNT ritiene che questa serie possa aiutare Dyuzhev a diventare più famoso. Il resto del cast non è ancora noto.

Una serie tv comica o un tentativo di propaganda? Il ruolo dello stato russo nelle produzioni televisive

Considerato il tutto, qualcuno potrebbe derubricare il tutto ad una notizia locale, ad uno “strano ma vero” del quale magari ci si dimenticherà nel giro di poco tempo.

E’ però interessante notare come in un periodo come l’attuale, dove la televisione in Russia rappresenta uno dei primi mezzi d’accesso per intrattenimento ed informazione, ci sia un canale televisivo che tenti ad avventurarsi nel territorio della fantapolitica o della satira politica.

Dalle informazioni disponibili, è probabile che il finto Biden vedrà come la popolazione russa abbia avuto capacità di resistenza ed adattabilità alle sanzioni economiche occidentali, un elogio ai bei tempi andati (il periodo della pianificazione urbanistica promossa da Kruscev) e al tempo stesso un ammiccamento a chi pensa che Biden (quello vero) fosse troppo vecchio e rimbambito per fare ancora il presidente.

Già dalla dissoluzione dell’URSS erano presenti tentativi statali russi di usare cinema e televisione come veicolo per raccontare le proprie storie, anche in anticipo sui tempi: la Russia è stato il primo stato infatti a filmare sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Una serie di documenti noti come Kremlin Leaks ha mostrato i legami tra l’amministrazione presidenziale russa ed una serie di progetti cinematografici e televisivi ideati per portare le argomentazioni del Cremlino nelle case del pubblico sotto le mentite spoglie dell’intrattenimento.

Il Cremlino ha ulteriormente intensificato la censura sui media e online nel tentativo di mettere a tacere le voci dell’opposizione nel momento più critico dell’invasione dell’Ucraina e delle elezioni presidenziali di quest’anno, che Vladimir Putin ha vinto, come prevedibile, a valanga.