Una lunga vita all’insegna della fotografia, con un taglio ironico e dissacrante, ha caratterizzato l’attività di Oliviero Toscani. Il fotografo classe 1942 ha raccontato in un’intervista al “Corriere della Sera” della sua malattia incurabile, l’amiloidosi, che ha cominciato a manifestare i suoi primi sintomi questo giugno.

Una notizia che giunge inaspettata per molti ammiratori del lavoro di Toscani, che pure non ha perso nulla della sua sagacia ed ironia quando parla di Luciano Benetton o dell’invidia e della piccolezza che pervade il mondo della fotografia italiana.

Quali sono le condizioni di salute e come sta oggi Oliviero Toscani? Vediamolo in quest’articolo.

Come sta oggi Oliviero Toscani? Il fotografo parla della sua malattia: “Ho perso 40 chili in un anno”

Dopo Franco Di Mare, giornalista della Rai scomparso questo maggio a causa di un mesotelioma, un’altra malattia incurabile ha colpito una figura importante della cultura e della fotografia italiana. Si tratta di Oliviero Toscani, fotografo che ha legato la sua fama a diverse campagne pubblicitarie per il marchio Benetton ma anche per ricordare importanti avvenimenti della storia italiana, come l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.

Toscani, in un’intervista al “Corriere della Sera”, ha parlato per la prima volta pubblicamente dell’amiloidosi, malattia caratterizzata da un accumulo di aggregati proteici anomali che si depositano in diversi tessuti del corpo, con susseguente danno dell’organo. Non esistono cure e le speranze di vita sono ridotte al minimo.

Il disincanto del fotografo nel raccontare di questa diagnosi però non arriva a sfociare nella disperazione, considerato che Toscani si trova ad affrontare questo difficile ostacolo circondato dall’affetto dei suoi cari e dei suoi amici. La prima volta che Oliviero ha avvertito che qualcosa non andasse per il verso giusto è stato quest’estate:

Alla fine di giugno mi sono svegliato con le gambe gonfie, ero in Val d’Orcia. Ho cominciato a fare fatica a camminare. All’ospedale mi hanno diagnosticato un problema al cuore. A fine agosto sono andato a Pisa al Santa Chiara e da lì al Cisanello, dove avevamo deciso la data dell’operazione al cuore, intorno al 20 settembre.

La prima diagnosi però era sbagliata ed altri esami a Bergamo hanno confermato la presenza dell’amiloidosi. Toscani ha accettato di fare da “cavia” per una cura sperimentare e nel frattempo affronta cicli di chemioterapia per abbassare il livello di immunoglobuline: il fotografo nell’intervista ha anche accennato ad un possibile trapianto di organi, in particolare quelli aggrediti dall’accumulo proteico.

Con questo ciclo di cure, e con l’uso di farmaci quali colchicina, prednisone e diflunisal, le aspettative di vita a causa di questa malattia vanno dai 2 ai 4 anni. Toscani non rinuncia alla sua ironia quando parla di questo aspetto della vicenda, ricordando gli insegnamenti di tutte le persone che ha incontrato durante la sua vita e carriera:

Sto vivendo un’altra vita. Vengo da una generazione, quella di Bob Dylan, dove eravamo forever young , il pensiero di invecchiare proprio non c’era. Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all’improvviso ne avevo 80… Quando sto male e ho la febbre riesco a immaginare cose fantastiche… In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali.

“Ho sempre vissuto libero, senza padroni… Paura di morire? No, ma forse chiamo Cappato”

La notizia giunge quindi come un fulmine a ciel sereno per la maggior parte del grande pubblico, considerato che amici e parenti di Toscani hanno mantenuto uno stretto riserbo sulla sua malattia, così come i medici che lo hanno preso in cura. Non era passato molto tempo dal successo di una mostra come quella al Museum für Gestaltung di Zurigo o la presentazione del libro “Benetton e Toscani: storia di un’avventura che adesso è arrivato questo triste annuncio.

A proposito di Benetton, famiglia alla quale Toscani ha dedicato alcuni dei suoi scatti più importanti, Oliviero racconta che non ha mai chiesto che qualcuno degli imprenditori venisse a trovarlo in ospedale:

Quando ho detto al mio amico Luciano Benetton che avevo una malattia rara lui mi ha risposto: “Oliviero, tu sei nato con una malattia rara!”… Ci sentiamo due volte alla settimana, ma non voglio che venga. È impegnativa per me una roba così.

Definendo “schifoso” l’atteggiamento di tante persone dopo il crollo del Ponte Morandi e di chi ha criticato la gestione delle autostrade italiane da parte dei Benetton, Toscani riferisce della diffusa invidia presente all’interno del mondo dell’imprenditoria italiana.

Un qualcosa che poi lascia una certa traccia anche sul lavoro dello stesso fotografo, che però allo stesso tempo ricorda con gratitudine tutte le sue opportunità lavorative:

Sono stato particolarmente privilegiato e fortunato, lo dico veramente. Già essere nato dove sono nato, con la famiglia che ho avuto, laica e libera. Vorrei esser ricordato per l’insieme, per l’impegno. Non è un’immagine che ti fa la storia, è una scelta etica, estetica, politica da fare con il proprio lavoro. Bisogna che chiami il mio amico Cappato, lo conosco da quando era ragazzino. Ogni tanto mi viene voglia…