Annullare una cartella esattoriale contestando l’estratto di ruolo: è possibile? Se hai difficoltà con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione nella gestione delle cartelle esattoriali, le recenti modifiche legislative potrebbero offrirti un’ottima opportunità per risolvere diverse problematiche legate all’annullamento dei debiti tributari.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 7 agosto 2024, del Decreto Legislativo n. 110/2024, il sistema di riscossione delle cartelle esattoriali è stato profondamente riformato. Analizziamo insieme le principali novità sull’impugnabilità dell’estratto di ruolo.

Annullare una cartella esattoriale contestando l’estratto di ruolo: è possibile?

 Prima di verificare i nuovi provvedimenti contenuti nel decreto legislativo n. 110/2024, è importante sapere cos’è un estratto di ruolo.

Si tratta di un documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione dietro presentazione di un’apposita domanda all’ente esattore. L’estratto di ruolo riepiloga dettagliatamente la posizione debitoria del contribuente nei confronti del fisco (Agenzia delle Entrate) e di altre pubbliche amministrazioni come INPS, INAIL, il Comune o la Regione.

Il documento offre una panoramica dettagliata, chiara e aggiornata di tutti i debiti a carico del contribuente, facilitando la verifica e la gestione delle obbligazioni fiscali e contributive.

Quali sono le novità della Riforma della Riscossione?

Il Decreto Legislativo n. 110/2024 contiene diverse novità, incluso una nuova gestione della riscossione dei debiti esattoriali.

I punti salienti della riforma sono i seguenti:

  • a partire dal 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà seguire tempistiche ben precise. I crediti affidati agli agenti della riscossione saranno gestiti con scadenze specifiche, dalla notifica delle cartelle di pagamento fino alla gestione del recupero coattivo. Le notifiche dovranno avvenire entro il nono mese successivo all’affidamento del carico;
  • le cartelle esattoriali che non sono state riscosse entro cinque anni dalla loro emissione verranno automaticamente cancellate. Lo stralcio dei debiti o discarico si applica anche ai crediti risultanti inesigibili a causa di chiusura di procedure fallimentari o mancanza di beni aggredibili. Inoltre, le nuove norme prevedono un controllo attivo sulle risorse finanziarie del contribuente per due anni, ma se non si trovano nuovi elementi, il discarico avverrà comunque entro il quinto anno.

Impugnabilità dell’estratto di ruolo delle cartelle esattoriali

Attualmente, impugnare l’estratto di ruolo delle cartelle esattoriali è una procedura complicata e spesso infruttuosa. Tuttavia, le nuove disposizioni legislative hanno rivoluzionato la metodologia della riscossione dei debiti, ma anche introdotto nuovi e significativi elementi in materia di impugnabilità dell’estratto di ruolo.

Nonostante l’estratto di ruolo continui a essere generalmente inimpugnabile, sono state introdotte nuove prospettive per una sua contestazione.

Pertanto, il contribuente viene messo nella posizione di impugnare l’estratto di ruolo e la cartella di pagamento, se presenti diversi casi specifici, tra cui:

  • notifica irregolare: Se la notifica della cartella non è avvenuta correttamente;
  • pregiudizio rilevante: Se l’iscrizione a ruolo comporta un danno significativo per il contribuente, come nel caso di riscossione di somme dovute da soggetti pubblici o perdita di benefici;
  • situazioni speciali: Inclusi casi legati alla crisi d’impresa, operazioni di finanziamento, e cessioni aziendali.

Come annullare una cartella esattoriale contestando l’estratto di ruolo?

Il contribuente che ritiene che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione abbia iscritto a ruolo delle cartelle esattoriali ingiustamente, può contestare l’estratto di ruolo in diversi modi.

In primo luogo, è importante verificare che la notifica della cartella esattoriale sia stata effettuata correttamente. Errori nella procedura di notifica possono fornire una base per contestare l’estratto di ruolo.

Per contestare l’estratto di ruolo, è indispensabile raccogliere tutta la documentazione necessaria per dimostrare l’irregolarità della procedura, ad esempio producendo atti che dimostrano pregiudizi o errori nel calcolo delle somme dovute o pagate integralmente.

In ogni caso, in materia tributaria si consiglia di rivolgersi a un professionista esperto nel settore per valutare le varie opzioni e, soprattutto, per contestare le cartelle di pagamento nei termini di legge.

In sintesi, con le nuove disposizioni, il contribuente può contestare più facilmente il ruolo e la cartella di pagamento se:

  • la notifica non è stata effettuata correttamente;
  • viene dimostrato un danno significativo dovuto all’iscrizione a ruolo;
  • per effetto delle norme del codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 36/2023);
  • per la riscossione di somme dovute da soggetti pubblici, come previsto dall’articolo 48-bis del D.P.R. n. 602/1973;
  • per la perdita di benefici con la pubblica amministrazione;
  • in ambito di crisi d’impresa e insolvenza;
  • in relazione a finanziamenti da soggetti autorizzati;
  • per operazioni di cessione d’azienda, secondo l’articolo 14 del D.Lgs. n. 472/1997.