The Greatest Showman, diretto da Michael Gracey, scritto da Jenny Bricks e Bill Cordon, è un film del 2017 sulla storia romanzata di Phineas Taylor Barnum, fondatore del Ringling Bros e Barnum & Bailey Circus. La pellicola vede nel ruolo del protagonista l’attore Hugh Jackman e Zack Efron, nei panni del suo socio, il drammaturgo Carlyle. La trama si basa sulla vita e sui sogni di Phineas: a partire dall’infanzia fino all’età adulta, ripercorrendo le tappe fondamentali della crescita si scopre come sia giunto alla fondazione
dell’esposizione delle meraviglie poi sviluppatasi nel circo dei Freaks.
The Greatest Showman è un film sul riscatto sociale
Il film è l’esempio perfetto del riscatto sociale, qui ogni personaggio, senza distinzione di genere, ceto sociale o età, lotta direttamente, o indirettamente, con dei mostri interiori o reali. In primis Phimeas, figlio di un semplice e modesto sarto, alla morte del padre e rimasto solo al mondo, è costretto a vivere di espedienti. L’unico aiuto che riceve è una mela donata da una donna malformata, una reietta sociale, che rappresenta il punto di svolta nella sua vita. Da un semplice gesto si comprende la necessità di essere artefici del proprio destino, lottare, per ottenere ciò che ha sempre sognato: la ragazza che ama, e una vita migliore. Scoprirà di avere creatività e capacità organizzativa al limite del geniale nel creare qualcosa di mai visto prima.
Charity e Carlyle oltre le convenzioni sociali
Charity, la sua futura moglie, è benestante, ma imprigionata in un costume troppo stretto e pieno di regole: la donna non ha altra aspirazione se non quella di un matrimonio combinato per produrre eredi. Per lei Phineas rappresenta la libertà di vivere, la spensieratezza e la felicità. Carlyle è un drammaturgo dedito all’alcol, erede di una famiglia prestigiosa molto attenta alla propria estrazione sociale, costantemente sottomesso alle convezioni sociali, passa il suo tempo bevendo copiosamente e scrivendo opere letterarie. Non si rende conto di essere incatenato da una società che annienta la sua natura e il suo entusiasmo. Viene liberato da Barnum, diventando suo socio, e comprenderà che le convenzioni sociali sono forti, ma non invincibili: dipende tutto da forza di volontà e determinazione.
Bartum, il coraggio, e la fiducia in se stessi
I freaks, nati con deformazioni, ritardi, mutazioni genetiche o abilità particolari, che vengono escluse perché non conformi a una società rigidamente definita, non possono mischiarsi alla gente, considerata normale, per paura di essere perseguitati o rinchiusi in qualche struttura. In realtà, i primi a rinchiudersi in una spirale di paura e di odio personale sono gli stessi freaks. Sarà l’incoraggiamento di Bartum che, anche se con un secondo fine, farà capire a ognuno di dover seguire le attitudini innate, acquisendo maggiore fiducia in se stessi troveranno il loro posto nel mondo, e quella pace mentale mai conosciuta prima.
L’accettazione di sé è la chiave di volta
Il film è un percorso di crescita personale e di redenzione degli ultimi, un passaggio possibile grazie alla forza di volontà, come motore dell’anima, e a una buona dose di incoraggiamento da chi crede possibile l’impossibile. Perché se Phineas ha sfruttato le diversità per guadagnare è anche vero che ha dato a queste persone una casa in cui vivere, in un mondo in cui l’essere diverso è considerato una colpa. Dalla pellicola impariamo una considerazione che avevamo già conosciuto grazie al professor Umberto Galimberti: “La felicità non dipende tanto dal piacere, dall’amore, dalla considerazione o dall’ammirazione
altrui, quanto dalla piena accettazione di sé.”