Villa Carlotta è una storica villa situata nel comune di Tremezzina, sulle rive del lago di Como. Il complesso, costituito da una dimora suddivisa su più piani e da un grande parco botanico, ospita oltre 6000 esemplari di piante provenienti da varie parti del mondo. La costruzione, voluta dai marchesi Clerici di Milano, risale alla fine del Seicento. Nel 1801 la proprietà passa a Giovanni Battista Sommariva che, grazie a una carriera politica al fianco di Napoleone Bonaparte, riesce ad accumulare un ingente patrimonio per poi dedicarsi alla sua passione: l’arte.

Gli eredi di Giovanni Battista Sommariva e i gusti dei nuovi proprietari

La scultura era il suo forte, acquisisce opere di Antonio Canova e Berthel Thorvaldsen, e in seguito alla sua morte, gli eredi cedono la proprietà alla principessa Marianna di Prussia che la dona a sua figlia, come regalo di nozze con il duca Giorgio II. I nuovi proprietari commissionano a Lodovico Pogliaghi interventi di adeguamento delle sale di rappresentanza. Il gusto del padrone di casa emerge soprattutto nell’arredo della villa, oggi in parte visibile al secondo piano del museo. Dopo la morte della consorte, Giorgio II continua a frequentare la dimora sul lago di Como arricchendo il parco di piante rare. Ernest, figlio di secondo letto del duca, interviene sui grandi dipinti murali, dell’atrio della Galleria, con temi tratti dalla mitologia classica.

La cura dei particolari

Dell’epoca Clerici, sono tutt’ora visibili i preziosi fregi e soffitti in legno riportati alla luce durante i lavori di restauro delle sale. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, la villa viene confiscata dallo Stato italiano e affidata in gestione all’Ente Villa Carlotta. Quest’ultimo, istituito con Regio Decreto nel 1927, si occupa ancora oggi della gestione e mantenimento del patrimonio monumentale “senza alcun fine di speculazione o di lucro, ma quello soltanto della conservazione e miglioramento della proprietà.” Visitando la villa si può notare come lo stato di conservazione sia eccellente, la cura e il mantenimento dell’edificio è un obiettivo sentito.

Alcune opere provenienti da ogni parte dell’Europa

Attraversando i corridoi, è inevitabile immedesimarsi in un’ epoca di splendore dove subito s’intuisce che i protagonisti amavano ricevimenti e balli in abiti sfarzosi, sparse in tutti gli angoli, è possibile ammirare opere provenienti da ogni parte dell’Europa: delle riproduzioni del Canova spingono il turista verso l’epoca del neoclassicismo, in cui i miti greci e latini erano espressione dei fenomeni naturali e sociali. La presenza del gesso della musa Tersicore, e di una copia della statua di “Amore e Psiche” (presente
al Louvre di Parigi), sono forse un richiamo all’amore del Sommmariva per le arti. “L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta” di Hayez richiama alla memoria il romanticismo e il fervore cavalleresco: due tendenze diverse, ma in qualche modo tra loro in armonia.

Piante e clima

Gli stessi sentimenti sono evidenti percorrendo l’immenso parco botanico, in cui sono presenti oltre 6000 varietà di piante suddivise per aree tematiche. E’ interessante notare come, nelle diverse zone, le piante creino il proprio ecosistema con una propria temperatura: ciò dimostrando, ancora una volta che la cementificazione esasperata sia una delle principali cause di squilibrio ambientale cittadino. Nella zona dei cactus il clima è più asciutto, mentre nella valle delle felci, la presenza di palme e alberi vari, ha un clima più caldo, e umido, e richiama quello delle foreste pluviali. Il giardino all’italiana posto all’entrata è in stile Settecentesco. I cespugli di bosso dalle tipiche forme geometriche che contornano la fontana, e la posizione sopra elevata di due pergolati di agrumi, ricordano l’ordine geometrico, l’arte e il calore del Bel paese. Curioso è il giardino giapponese accessibile attraverso un Tori (portale), qui il bambù gigante fa da padrone. In quest’ area fa molto caldo e l’umidità è elevata, ma l’ombra dei bambù riesce a dare ristoro al turista stanco.

Il motivo della notorietà Villa Carlotta

Un’area a gradoni, secca e ventilata, ospita varie piante aromatiche: malva, salvia gigante, rosmarino e menta che è possibile toccare per sentire i profumi della natura. Il giardino botanico rappresenta sì un luogo di visita, ma in primis è un percorso sensoriale, che trasporta chiunque in luoghi e memorie lontane alla riscoperta del mondo e di se stesso. Forse è questo il vero scopo di tutti coloro che hanno voluto creare e mantenere in vita Villa Carlotta. Non solo un luogo di visita, ma un luogo di pellegrinaggio, che aiuta a diffondere a tutto tondo la cultura dello spirito, tipica, della filosofia orientale.