La situazione sanitaria nella Striscia di Gaza è disperata, oltre alle drammatiche condizioni in cui la popolazione è costretta a vivere a causa della guerra, ora si teme un’epidemia di poliomielite: come si prende e quali sono le conseguenze? Come un mostro che torna dal passato, il dilagare della malattia infettiva nelle zone colpite dal conflitto preoccupa i medici e le associazioni umanitarie di tutto il mondo.

Le Nazioni Unite, l’Unicef e Save The Children hanno più volte, soprattutto nell’ultimo periodo, con forza chiesto il cessate il fuoco, l’arrivo a una tregua tra Israele e Hamas, necessari per evitare che si giunga ad uno sterminio delle persone che si trovano nella Striscia. Le condizioni di vita e quelle sanitarie a Gaza, dopo l’inasprimento del conflitto lo scorso ottobre 2023, sono diventate insostenibili e hanno raggiunto un grado di pericolosità tra i più alti nelle aree colpite dalle guerre negli ultimi anni.

Tag24 ha deciso di approfondire la questione con il Professore e Ricercatore Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico di San Martino di Genova.

Come si prende la poliomielite e cos’è: sintomi e conseguenze

La poliomielite, detta anche polio, è una malattia infettiva di origine virale che colpisce il sistema nervoso centrale dell’uomo, andando ad incidere soprattutto sui neuroni motori del midollo spinale. Il virus della si trasmette solo tra esseri umani e si può prendere a qualsiasi età. L’incidenza è maggiore in particolare nell’età infantile.

Come si prende la poliomielite e come si trasmette? Il contagio avviene per via oro-fecale, con cibo o acqua che sono stati contaminati dal batterio oppure respirando le goccioline di saliva da chi ne è affetto, con tosse o starnuti.

Che cosa provoca la poliomielite, quali sono i sintomi e le conseguenze? Può manifestarsi in quattro diverse forme: asintomatica, aspecifica, meningite non paralitica asettica e paralisi. Più di frequente la malattia si presenta in modo asintomatico o con sintomi di natura piuttosto generica, associabili anche all’influenza. Possono essere:

  • temperatura alta
  • affaticamento e dolore agli arti
  • cefalea
  • vomito
  • mal di gola
  • disturbi intestinali

Quando si presenta attraverso questi sintomi, la poliomielite si risolve da sola. Nei casi in cui invece la patologia riesce ad attaccare il sistema nervoso centrale e a colpire i neuroni motori, i sintomi sono molto più specifici e gravi. La debolezza muscolare può aggravarsi al punto di causare una paralisi degli arti, una condizione che affligge solo l’1% dei casi degli affetti. Nelle situazioni più gravi, se la paralisi interessa l’apparato respiratorio, i pazienti possono anche morire.

Dove è ancora presente la poliomielite? La situazione a Gaza

Al momento non esiste una cura per la poliomielite, ci si protegge grazie alla somministrazione del vaccino. Dal 2002 l’Italia è uno dei paesi che sono stati dichiarati “polio-free”. L’ultimo caso di contagio certificato risale al 1982. La malattia è molto grave, quindi viene costantemente tenuta sotto osservazione, per evitarne la ricomparsa.

Nel 2024 la poliomielite è ancora presente in forma endemica in Afghanistan e Pakistan, oltre che a Gaza. La scarsa igiene, la mancanza di acqua potabile e di cibo, sono tutte circostanze legate alla guerra, che in genere favoriscono la comparsa delle malattie di natura infettiva, proprio come la polio.

Nella Striscia è stato diagnosticato giorni fa un caso di poliomielite ad un bambino di 10 mesi, secondo quanto riportato dal ministero della Sanità palestinese. E’ il primo caso di ricomparsa della malattia a distanza di venticinque anni. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, da tempo aveva espresso la sua preoccupazione sul pericolo dello scoppio di un’epidemia del virus.

Proprio per questo motivo, dopo la notizia del caso del piccolo di 10 mesi, l’Onu ha rivolto un appello per chiedere una pausa di 7 giorni dai combattimenti affinché potessero essere effettuate le vaccinazioni su circa 640mila bambini.

Come si prende la poliomielite, Bassetti: “Servono vaccini a Gaza: bambini in pericolo”

Sul pericolo della poliomielite a Gaza, il professor Bassetti ha detto a Tag24:

“La poliomielite è una delle malattie più gravi che si sia mai mostrata in tutta la storia delle patologie infettive, antiche e moderne. Colpisce il sistema nervoso centrale e periferico, dando origine a paralisi e a menomazioni fisiche importanti. E’ una malattia che si diffonde facilmente ma è assolutamente prevenibile.

Il virus, oltre a Gaza, è presente anche in Ucraina, ad esempio. I migliori alleati delle malattie infettive, soprattutto di quelle più devastanti, finiscono per essere povertà e guerre, e in questo momento purtroppo Gaza e Ucraina rappresentano due luoghi in cui le condizioni socio-economiche sono pessime, ci sono tanti rifugiati, senza dimenticare che con la guerra in corso, le persone si trovano spesso ad essere ammassate tra loro. In questo modo, le scarse condizioni igieniche e le difficoltà che piegano la sanità di luoghi come questi, fanno sì che si crei una situazione di profondo disagio e che si favorisca inevitabilmente la diffusione delle malattie infettive”.

Poi ha continuato:

L’unica cura contro la poliomielite è la vaccinazione, effettuata in massa, soprattutto sui più piccoli. A Gaza, da quando invece è scoppiata la guerra, i bambini non sono stati vaccinati e per questo sono in pericolo. Il vaccino va somministrato preferibilmente entro i primi sei mesi di vita dell’essere umano”.

Bassetti: “Situazione sanitaria a Gaza è il peggiore degli scenari immaginabili”

D: La situazione sanitaria a Gaza è al collasso. Tra scorte medicinali per le cure essenziali finite, ospedali distrutti o non funzionanti, rischi di epidemie, mancanza di cibo e acqua, la popolazione è in ginocchio. Gli appelli di politici e associazioni mediche e umanitarie sembrano non bastare per incentivare all’arrivo di un cessate il fuoco. Quanto è grave la situazione? Quali sono i rischi e a cosa andiamo incontro?

R: La situazione è drammatica, al punto che non possiamo nemmeno tentare di immaginarla. E’ lo scenario peggiore che potessimo mai prefigurare. I problemi sono iniziati già immediatamente dopo l’inizio di questa guerra, già da Natale c’era ad esempio difficoltà a per l’approvvigionamento dell’acqua. Adesso siamo arrivati ad agosto 2024, sono ormai praticamente dieci mesi consecutivi che in quelle aree in pratica non esiste più nulla, nessun “confort” del mondo civile. Non c’è più nessun ospedale civile, nessun presidio.

Le fogne sono a cielo aperto, altro fattore che incrementa lo sviluppo delle malattie infettive, il caldo dell’estate, evidentemente tutto si è amplificato in maniera spaventosa. Dal punto di vista infettivologico è una delle situazioni peggiori mai viste negli ultimi 50 anni. I medici hanno le mani legate lì, perché l’unico modo per far fronte a una situazione del genere sarebbe un cessate il fuoco, ricostruire e riaprire le strutture sanitarie. Non ci sono più strumenti, farmaci invece e tutto diventa inevitabilmente complicato.

L’ONU, l’UNICEF e tutte le organizzazioni umanitarie devono unire la propria voce e farsi sentire dalla comunità internazionale, per cercare di provvedere alla vaccinazione dei bambini e di stabilire una messa in sicurezza.