Sì, per alcuni sarà possibile andare in pensione a 60 anni nel 2025! Non si tratta di una novità recente, ma di formule previdenziali che prevedono requisiti specifici. Vediamo insieme chi può andare in pensione prima dei 67 anni e con quali modalità.

Pensione a 60 anni nel 2025?

I dati sui trattamenti pensionistici non sono incoraggianti. Con stipendi fermi e un’inflazione in crescita, l’idea di lavorare fino a 67 anni risulta sempre più difficile da accettare per molti lavoratori.

A meno che non si soddisfino specifici requisiti, l’età pensionabile ordinaria resta fissata a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi. Ma quali sono le opzioni per andare in pensione a 60 anni? Esaminiamo insieme le possibilità disponibili.

Pensione anticipata 2025

 Secondo quanto riportato dall’INPS, la pensione anticipata ordinaria prevede l’accesso al trattamento previdenziale solo al raggiungimento di un determinato montante contributivo. Pertanto, i lavoratori possono ritirarsi anticipatamente dal lavoro e conseguire la rendita pensionistica prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero 67 anni.

La pensione anticipata è un trattamento previdenziale in vigore dal 1° gennaio 2012, disciplinato dall’articolo 24, commi 10 e 11, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.  

L’accesso al trattamento economico previdenziale prevede requisiti differenti a seconda dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995 o successivamente.

I lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata ordinaria, se hanno maturato un requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, e di 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.

È importante sottolineare che, secondo le attuali disposizioni normative, tale requisito è previsto fino al 31 dicembre 2026.

I requisiti

In particolare, le nuove disposizioni presenti nella sezione dedicata alla pensione anticipata ordinaria nel portale INPS, aggiornate al 20 agosto 2024, prevedono che i lavoratori che hanno iniziato ad accumulare un’anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996, ovvero coloro che rientrano nel sistema contributivo, possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata nelle seguenti modalità:

  • maturando il solo requisito contributivo pari a 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini;
  • compiendo l’età anagrafica pari a 64 anni, con adeguamento all’aspettativa di vita a partire dal 2027, se maturati almeno 20 anni di contribuzione effettiva. In questo caso, la normativa prevede il rilascio di un assegno pensionistico non inferiore a 3 volte il trattamento minimo vitale (assegno sociale). Per le lavoratrici con figli viene applicato un coefficiente di riduzione: 2,8 volte per una figlia e 2,6 volte per due o più figli.

Pensione anticipata precoci 2025

 La pensione anticipata per i precoci rappresenta un’opportunità per coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età e hanno maturato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva in questo periodo. Tuttavia, per poter lasciare il lavoro a 60 anni con 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi, sono necessari ulteriori requisiti.

Possono accedere alla pensione anticipata per i precoci i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle forme sostitutive o esclusive della medesima, se hanno maturato un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e vantano almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19° compleanno e si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • invalidità superiore o uguale al 74%;
  • coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  • lavoratori impegnati in attività particolarmente faticose e pesanti (decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67);
  • lavoratori impegnati in attività lavorativa gravosa da un periodo di almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa.

In base alle norme vigenti, tali requisiti sono previsti fino al 31 dicembre 2026.