Di nome Astutillo e di cognome Malgioglio. Chi ha fatto le collezioni delle Figurine Panini lo ricorda portiere in serie A e B che una volta finì nel mirino dei tifosi della Lazio che lo accusavano di pensare più ai ragazzi disabili che a difendere la porta.

Quei giovani si chiamano Lorenzo, Michela, Antonio. Sono tre degli “angeli”, come li chiama lui, che Astutillo Malgioglio assiste da una vita, quella che ha deciso di dedicare un po’ al calcio e tantissimo a chi soffre. Per questa sua dedizione agli ultimi, l’ex portiere è stato premiato a Bobbio, in provincia di Piacenza, la città dove è nato. “Una passione che nell’inquinatissimo mondo del calcio gli è costata più di un’offesa: lo accusavano di pensare più ai suoi bambini che a intercettare i palloni diretti alla sua porta, lo facevano alcuni tifosi (molto pseudo), lo ha fatto anche un suo ex-allenatore” ha scritto il quotidiano piacentino La Libertà.

Malgioglio premiato per la sua attività di volontariato

“Tirare dritto non gli è costato molto – scrive il giornale – perchè piaceva lanciarsi a terra per bloccare palloni, ma anche e di più poter fare qualcosa per quei ragazzini con enormi difficoltà motorie. Distrofici, per l’esattezza”. Bobbio lo ha proclamato “piacentino dell’anno” e Astutillo ne è stato felice. Gli è servito a superare qualche momento di sconforto che ha attraversato da quando, era il 1977, visitò un centro per bambini cerebrolesi e decise che quel portiere diciannovenne di belle speranze doveva pensare sì al calcio ma anche a chi è sfortunato.

Stefano Bisi