La calda estate di Antonio Tajani non finisce mai. Dallo Ius Scholae si passa alle prossime elezioni regionali ma anche all’Autonomia, dove il ministro degli Esteri e Vicepremier parla davanti a ventimila scout e lo fa in modo chiaro, ancora senza filtri e senza dare diktat, ma, e c’è da sottolinearlo, senza fare alcuna polemica ma mettendo i puntini nei punti giusti, affermando quelli che sono i suoi concetti base.
ll leader di Forza Italia, da ex scout, probabilmente davanti a così tanti ragazzi si sente a casa, e si vede, soprattutto per come si pone e per quanto è a suo agio. E’ circondato da ventimila capi scout, ma lì ci sono anche il cardinale Matteo Zuppi e anche tanti vescovi, c’è il sindaco di Verona ed ex calciatore Damiano Tommasi e da diversi esponenti della sinistra come Bonetti, Garavaglia e anche Pinotti , tra la folla c’è anche l’europarlamentare ed ex direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio che in questo meeting è una specie di colonna portante. Insomma, Antonio Tajani è quasi circondato da elementi dell’opposizione, ma lui non fa una piega, sorride a tutti e porta avanti le sue idee e i suoi principi.
Il leader di Fi: “Non impongo Ius scholae ma alla fine del percorso scolastico ogni ragazzo può chiedere cittadinanza…”
Non vuole fare polemica, Tajani ma sottolineare e approfondire i suoi concetti fermi, tanto che spiega: “Qui nessuno vuole fare divisioni o spaccature, figuriamoci anzi è normale all’interno di una coalizione con partiti diversi avere delle idee differenti, ma si lavora tutti nella stesa direzione”.
Gli argomenti da trattare e da approfondire, poi, sono altri e se ne può parlare. Davanti ci sono ventimila ragazzi, tra questi tanti di loro hanno ottenuto la cittadinanza e all’interno del Meeting il tema dello Ius Scholae è molto sentito e questo Tajani lo sa bene, anche perché condivide tanto alcuni concetti che derivano proprio da questo ritrovo.
Il vice-Premier salta senza problemi da un argomento all’altro e si sente in dovere di sottolineare ancora una volta la sua idea sullo Ius scholae, ma ci tiene a precisare un aspetto che sicuramente “non è la priorità dell’autunno e io non dò aut aut“, però sulle sue idee e sul percorso per arrivarci è piuttosto chiaro: “Al termine positivo dell’interno ciclo della scuola dell’obbligo, qualsiasi sedicenne deve vedersi riconosciuta la possibilità di fare domanda per ottenere la cittadinanza italiana“.
Davanti a tante persone influenti del centro sinistra che sono lì e lo ascoltano attentamente, Tajani ci tiene ulteriormente a ribadire che su altri temi non ci sarà “nessun lassismo, nessun arretramento sui clandestini e no allo Ius soli preteso dalla sinistra: chiedete però alle imprese cosa ne pensano sulla concessione del passaporto italiano a chi studia qui, parla la nostra lingua, rispetta la Costituzione e canta il nostro inno“.