E’ l’estate del grande dibattito sulla cittadinanza. Forza Italia, evidentemente dopo l’invito di Marina e Piersilvio Berlusconi di alzare la voce sul campo dei diritti, ha proposto di riformare la legge che dal 1992 regola questo diritto considerandola troppo restrittiva. Lega e Fratelli d’Italia si oppongono. Ma ad oggi cosa è chiamato a fare uno straniero per diventare a tutti gli effetti cittadino italiano? E quali sono i Comuni che cercano di sfuggire alle maglie troppo strette della legge concendendo la cittadinanza onoraria?
Come si diventa cittadini italiani e i Comuni che danno la cittadinanza onoraria
Ad oggi, l’iter per avere la cittadinanza italiana è davvero lungo e tortuoso: non sono rari i casi per i quali, per conseguirla, occorrono anche 20 anni. I primi dieci, infatti, devono passare solo per far maturare i tempi della residenza legale richiesta come prima condizione (si accorciano a 5 solo per i rifugiati e gli apolidi). In questo periodo, il diretto interessato deve dimostrare di avere un reddito superiore almeno alla pensione minima di 600 euro, o di 12 mila euro se è coniugato, più 516 euro per ogni figlio a carico. Ma non è tutto: la residenza legale si ottiene con un permesso di soggiorno valido, un passaporto e superando i controlli che vengono fatti a livello comunale. Così, dopo dieci anni, si può fare domanda per ottenere la cittadinanza. Ma, a questo punto, lo Stato può prendersi fino a quattro anni per dare una risposta. In tutto questo, anche per chi nasce in Italia, il destino giuridico è legato a quello dei genitori. Prima dei 18 anni, nessuno può fare domanda di cittadinanza. Ma bisogna essere tempestivi perchè se la si inoltra dopo i 19, si rientra in un’altra fattispecie burocratica. Campo che troppo spesso vede l’Italia primatista mondiale.
L’escamotage dei sindaci che concedono la cittadinanza onoraria
Proprio per sfuggire a questa ragnatela di regole, però, negli anni, si è venuto a costituire un gruppo di sindaci che mette in campo un escamotage per semplificare la trafila e ridurre i tempi della concessione della cittadinanza: è il gruppo che ricorre alla concessione di quella onoraria. Significativamente, questi sindaci, dal 2023, sono capitanati da Gianmario Zanga, primo cittadino targato Fratelli d’Italia di Albano Sant’Alessandro, un piccolo comune in provincia di Bergamo. Lo scorso anno, il suo consiglio comunale ha votato all’unanimità un ordine del giorno per dare la cittadinanza onoraria ai bambini figli di stranieri.
Sta di fatto che a questa fattispecie di cittadinanza hanno pensato anche sindaci di realtà più importanti: Matteo Lepore a Bologna, Laura Castelletti a Brescia, Daniele Silvetti (appartenente alla Forza Italia di Tajani, in prima fila in questa battaglia) ad Ancona. In Veneto, il primo cittadino di Verona Damiano Tommasi sta creando una sorta di comitato delle fasce tricolori pro ius scholae a cui hanno aderito già Giacomo Possamai di Vicenza e Sergio Giordani di Padova. L’obiettivo è quello di una mozione con la quale dare una sveglia al Governo Meloni: chi vive la realtà italiana più da vicino, evidentemente, sostiene che non si può più perdere tempo.