Recentemente si è svolto a Roma il congresso nazionale dell’Ania [Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici], un’associazione senza fine di lucro che ha come scopo principale la promozione della sicurezza e della prevenzione, evento che ha visto anche la presenza del Presidente Sergio Mattarella. Fondata nel 1944, rappresenta l’anello di congiunzione tra il mercato assicurativo e le principali istituzioni politiche e amministrative del nostro paese.
Il sistema assicurativo in Italia, intervista a Carlo Romano Grillandini
Di alcune problematiche del mondo assicurativo, parliamo con Carlo Romano Grillandini, Responsabile Comunicazione e Marketing di Phenix Insurance Broker Srl.
D) È possibile quantizzare le cifre del mercato assicurativo, in termini monetari e per numero di persone coinvolte in Italia?
R) Il giro di affari al 2022 della Responsabilità Civile Generale, ovvero l’obbligo che una persona o un’entità giuridica ha di risarcire i danni o le perdite subiti da un’altra persona a causa di un comportamento negligente, scorretto o illecito, ammonta a circa 4 milioni di euro, ed è tuttora in crescita dell’8.2% annuo. Le polizze stipulate in questo ambito, coprono proprio gli importi relativi ai risarcimenti scaturiti da determinate azioni scorrette. All’interno di questo comparto troviamo la Responsabilità Civile Sanitaria, che è dedicata esclusivamente ai professionisti dell’ambito sanitario, coprendo dunque tutti i danni pecuniari che possono essere procurati dagli operatori sanitari. Queste coperture occupano il 14% circa dei contratti nell’ambito dell’RC Generale, per un totale di 658 milioni di euro. In questo caso il trend è contrario in quanto, a seguito dell’aumentare dei premi assicurativi legati alla grande incidenza dei sinistri denunciati dalle strutture pubbliche sanitarie, queste ultime hanno deciso la via dell’auto-ritenzione del rischio. Questo significa che, considerando il crescere dei sinistri in ambito sanitario, le compagnie assicurative hanno aumentato i compensi da pagare per fornire le coperture.
D) Quale è stata la reazione delle aziende sanitarie?
R) È stata quella di auto fornirsi di un fondo proprio per coprire i danni in caso di denuncia di un sinistro. Questo significa che ogni struttura pubblica, fornendosi di un proprio fondo di garanzia, gestisce autonomamente i sinistri che vengono denunciati, pagandoli di tasca propria. Evidentemente è molto più conveniente questo tipo di scelta rispetto al pagamento di un premio di una qualsiasi polizza per la copertura della Responsabilità Civile Sanitaria. Ebbene, l’analisi dell’IVASS, l’autorità amministrativa indipendente dalle compagnie assicurative che esercita la vigilanza sul mercato assicurativo italiano, in proposito fa emergere un dato inequivocabile: tra 2012 e 2017 i premi sono diminuiti (- 35,6%), a fronte di un aumento degli accantonamenti (+ 248,0%). Questi accantonamenti riguardano proprio il tesoretto che le aziende sanitarie riescono ad accumulare, il fondo che sarà eventualmente utile a coprire i danni futuri da risarcire. Ovviamente l’RC Generale è declinata anche sulla base di tutti gli altri rischi professionali possibili: penso al mondo degli avvocati, degli ingegneri, degli architetti, e tutti i professionisti in genere. Parliamo sempre di figure che hanno necessità di tutelarsi da eventuali, chiamiamoli così, errori di percorso.
D) Quale è lo stato di salute del settore assicurativo in Italia?
R) In generale, l’analisi Ania evidenzia che il settore assicurativo italiano mostra segni di stabilità con un aumento significativo nel settore Vita e una crescita dei premi nel settore Danni. Nel caso del settore Vita, parliamo di quel settore assicurativo che si occupa esclusivamente delle coperture riguardanti la Vita di una persona. Esiste infatti una distinzione particolare tra il settore Vita e quello Danni: nel primo rientrano le coperture dedicate alla durata della vita umana, quindi nel caso in cui un evento tragico dovesse intervenire, gli eredi designati avranno diritto a un indennizzo economico. Vi rientrano pure i fondi pensione, gli investimenti e così via. Il settore Danni si occupa invece di tutto ciò è relativo al risarcimento da corrispondere nel caso di danno causato a un terzo. Si nota anche una lieve diminuzione nella frequenza dei sinistri nel settore auto. Il Solvency ratio, che indica la capacità di copertura dei rischi da parte delle imprese assicurative, rimane su livelli elevati, segnando una buona stabilità finanziaria del settore.
D) Un discorso a parte merita il sistema delle assicurazioni sanitarie.
R) Un settore specifico da considerare è certamente quello relativo alle coperture sanitarie. Non parliamo di Responsabilità Civile, bensì di coperture complementari che ogni cittadino può scegliere di avere, ovviamente a proprio carico. Da una ricerca di Bain & Company Italia emerge che Il numero di cittadini italiani con una copertura sanitaria integrativa è in aumento e si stima che ormai oltre il 25% della popolazione aderisca a qualche forma di sanità integrativa, che sia un’assicurazione, un fondo o una cassa sanitaria. Dall’analisi della Banca d’Italia, pubblicata il 26 Giugno 2023, riguardante proprio la diffusione delle coperture assicurative in campo sanitario, emerge che nel 2020 circa il 13 per cento delle famiglie italiane aveva sottoscritto almeno un’assicurazione sanitaria privata. Il 61 per cento delle famiglie assicurate aveva come principale percettore di reddito un lavoratore dipendente, il 25 un lavoratore autonomo e il 14 una persona non occupata. In termini di professioni svolte, circa un quarto delle famiglie con almeno un’assicurazione faceva capo a impiegati, una quota analoga a liberi professionisti, un quinto a direttivi o dirigenti, il 14 per cento a pensionati o non occupati e il restante 13 a operai. Inoltre, la quota di adesione alle polizze sanitarie aumenta al crescere dei livelli di istruzione e reddito. Tra i nuclei che avevano sottoscritto almeno una polizza sanitaria, circa il 40 per cento faceva capo a un percettore di reddito con almeno un diploma di laurea triennale; il 35 un diploma di scuola media superiore, il 14 una licenza di scuola media inferiore o elementare. Il 53 per cento delle famiglie assicurate apparteneva al quintile di reddito più alto, contro appena il 3 per cento del quintile più basso. Emergono differenze significative anche tra le principali aree geografiche. Nel Nord Ovest circa il 40 per cento dei nuclei familiari possedevano un’assicurazione sanitaria, il 27 per cento nel Nord Est, solo poco più del 5 per cento sia nel Sud sia nelle Isole. Il mercato delle polizze sanitarie è assai articolato; include sia le polizze per il ramo infortuni sia le polizze per il ramo malattia. In quest’ultimo ramo ricadono diverse fattispecie: rimborso spese mediche, invalidità permanente, diaria e altre.
D) Le polizze di responsabilità civile professionale sono utili?… A chi interessano?
R) Possiamo affermare che determinate polizze siano, di base, pensate per tutelare il consumatore finale, ovvero colui che richiede un qualsiasi tipo di servizio a un professionista. Infatti, un esempio di assicurazione a garanzia del consumatore è proprio quella dei professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali, tenuti ad avere una polizza per la responsabilità professionale, a tutela dei clienti. Un altro esempio è la cosiddetta polizza decennale postuma a tutela degli acquirenti di immobili da costruire, a copertura dei danni all’immobile, compresi i danni ai terzi, per rovina totale o parziale oppure per gravi difetti costruttivi e altri vizi. Tale polizza è richiesta anche in caso di interventi di ristrutturazione edilizia più complessi (ad esempio demo-ricostruzione, sopraelevazione e ampliamento, ristrutturazione con aumento di volumetria), mentre non è necessaria per gli interventi più leggeri (Cassazione 17812/2020). In tutti questi casi, il privato cittadino che entra in contatto con i professionisti o le imprese obbligate ad assicurarsi ha il diritto di conoscere gli estremi della polizza che il professionista stesso ha contratto. Si tratta di una forma di garanzia a favore del consumatore.
D) Anche in questo campo, il settore sanitario, per ovvi motivi è quello che interessa gran parte della popolazione.
R) Il cittadino può invece proteggersi dal futuro rischio di spese sanitarie, o dalle perdite di reddito conseguenti a malattie o infortuni che impedissero, temporaneamente o per sempre, di lavorare stipulando egli stesso una polizza. È possibile notare che, nonostante il sistema pubblico garantisca un ampio perimetro di protezione, vi sia comunque un crescente ricorso alla spesa privata, soprattutto per le visite specialistiche e per i servizi diagnostici. Secondo l’analisi di Banca d’Italia, è poi previsto un ulteriore aumento della spesa sanitaria (pubblica e privata), dovuto a diversi fattori: inflazione, attenzione alla salute da parte di cittadini e imprese, impatti del decreto-legge semplificazioni e nuovi investimenti pubblici nella sanità digitale.
D) Un ruolo importante e negativo è dato dal malfunzionamento del sistema sanitario pubblico , ad esempio per quanto riguarda le tempistiche delle visite e degli interventi.
R) Si sottoscrive una copertura assicurativa privata, soprattutto perché i tempi di attesa per una visita o un esame possono essere anche molto lunghi. Secondo i numeri forniti da Cittadinanzattiva, possono volerci fino a 720 giorni per una mammografia, 375 giorni per un’ecografia, 365 per una tac. Anche per le visite specialistiche l’attesa va oltre i 300 giorni. Per sopperire alle difficoltà del sistema sanitario pubblico, sempre più persone si rivolgono alla sanità privata. In questo scenario, un’assicurazione sanitaria rappresenta un valido strumento di protezione. Una polizza sanitaria è un contratto che, in cambio di un premio, garantisce all’assicurato il rimborso delle spese mediche sostenute in caso di necessità. Le prestazioni sanitarie coperte possono includere visite mediche, esami diagnostici, interventi chirurgici, ricoveri ospedalieri e cure di riabilitazione. Alcune polizze sanitarie possono anche offrire programmi di prevenzione, come visite mediche di controllo o screening diagnostici. La polizza sanitaria è una scelta facoltativa che può essere effettuata in alternativa all’assistenza sanitaria pubblica. Essa rappresenta un efficace strumento di integrazione dell’assistenza pubblica, offrendo una copertura più ampia e personalizzata.
D) Le assicurazioni sanitarie private che sicuramente alleggeriscono la pressione sulla sanità pubblica non sono detraibili. Questa questione non sembra sollevata da nessuno.
R) Uno dei punti di debolezza di tali coperture è data dalla loro non detraibilità: viste le motivazioni e le necessità future, ci auguriamo che tale problematica entri anche nel dibattito politico al fine di trovare la giusta collocazione finanziaria. Tale prospettiva favorirebbe un aumento delle coperture, così come una relativa discesa dei premi. Le polizze sanitarie, la cui diffusione è in costante aumento a causa dell’inefficienza del SSN, non decollano soprattutto per gli alti costi dei premi annui che incidono per oltre il 15% dello stipendio complessivo annuo. Molte richieste arrivano proprio dal personale medico privato e pubblico evidentemente per le ragioni dette prima.
D) Il sistema assicurativo privato, anche se interviene in settori di alto impatto sociale come quello della salute, di diritto e di fatto opera secondo criteri di impresa, cioè in vista del profitto. Non poche assicurazioni sono Società per azioni ed intervengono come Istituti di Credito sul mercato. Questo comporta che in settori sensibili e vitali, come quello delle assicurazioni sanitarie, i più deboli siano meno o per nulla tutelati. Sarà difficile, se non impossibile, per un anziano con serie patologie e un reddito limitato ottenere una copertura sanitaria. Non sono rari i casi in cui delle persone, per ottenere una copertura assicurativa sanitaria, arrivano a falsificare il proprio curriculum sanitario.
R) Effettivamente casi di questo genere sono all’ordine del giorno, probabilmente perché i fondi sanitari integrativi sono percepiti come totalmente sostitutivi rispetto al sistema sanitario nazionale, il che contribuisce ad aumentare le diseguaglianze sociali. C’è da considerare il fatto che attualmente le coperture assicurative investono gran parte delle risorse economiche sulla copertura dei servizi sanitari inclusi nel cosiddetto LEA, acronimo che indica i livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero quelle le prestazioni e quei servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Ma c’è da intendere che queste prestazioni sono, quindi, correntemente offerte dal nostro SSN.
D) Ma sono proprio le inadeguatezze del SSN alla base del ricorso alle assicurazioni private
R) Sarebbe opportuno un riordino legislativo volto appunto a disincentivare il ricorso alle coperture sanitarie per accedere a certi servizi, per far sì che le coperture sanitarie private restino solo complementari e non sostitutive, con la speranza di riuscire a potenziare nel contempo la compattezza e la performance del nostro SSN. Tutto ciò per dire che effettivamente queste coperture appaiono come una panacea, ma come lei afferma, vengono offerte da imprese assicurative che ovviamente mettono al primo posto il profitto: la cartella clinica di una persona anziana non è certamente la più appetibile nel lungo termine, in quanto il premio pagato potrebbe statisticamente essere inferiore all’esborso, da parte della Compagnia, per coprire il costo di esami, controlli o addirittura interventi. Effettivamente è innegabile il fatto che determinate patologie si presentino più frequentemente a partire da determinate età. Probabilmente è necessario un impianto normativo volto a regolamentare al meglio questo tipo di coperture sanitarie, facendo in modo che non diventino l’unico mezzo per accedere a determinate prestazione e, soprattutto, che non diventino un modo elitario per accedervi, sia su base economica che anagrafica.
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