Carica ed entusiasta la platea riunita allo United Center di Chicago, dove si è aperta ieri, 22 agosto 2024 (questa notte 23 agosto in Italia), la terza giornata della Convention democratica 2024: sul palco Kamala Harris, ecco cos’ha detto la vicepresidente.
Dopo il successo dell’intervento dei Michelle e Barack Obama alla seconda giornata e il lancio dello slogan “Yes she can!“, standing ovation anche per l’ex candidata alle Presidenziali Elizabeth Warren, commossa sino alle lacrime. La folla l’ha applaudita per 2 minuti quando è salita sul palco per introdurre la vicepresidente che ha sostituito Joe Biden alla corsa per la Casa Bianca.
Il discorso di Kamala Harris alla terza giornata della Convention democratica 2024
Tensione fremente nell’aria dello United Center di Chicago per il tanto atteso arrivo della vicepresidente e, ora, candidata alle prossime Elezioni Presidenziali, Kamala Harris. Il suo discorso, del quale alcuni frammenti sono stati resi noti nei giorni scorsi, non ha fatto che alzare l’eccitazione della folla dei democratici presenti alla terza giornata della Convention, cominciata lo scorso 19 agosto 2024.
Una campagna politica condotta con logica e una direzione perfettamente tracciata. Un piano concreto, quello di Harris, che vuole riportare in auge la classe media. È a questa, infatti, che si sono rivolte le prime parole della candidata:
Noi sappiamo che una forte classe media è sempre stata decisiva per il successo dell’America. E costruire quella classe media sarà uno degli obiettivi chiave della mia presidenza. È un fatto personale. La classe media è da dove provengo
Un passaggio fondamentale che, infatti, la coinvolge in prima persona e che – forse – è stato proprio il fattore decisivo per accaparrarsi il favore di una buona fetta dell’elettorato americano: “Mia madre aveva 19 anni quando attraversò il mondo da sola, viaggiando dall’India alla California con l’incrollabile sogno di diventare una scienziata che avrebbe curato il cancro al seno” ha detto Kamala Harris nel suo discorso di accettazione della nomination.
Il viaggio dei ricordi, però, ha toccato anche il padre e, in particolare, un episodio della sua infanzia, mentre da bambina quando insieme ai genitori al parco “Ascoltavamo Aretha, Coltrane e Miles. Mia madre mi diceva non ti allontanare. Mio padre mi avrebbe detto, con il suo sorriso, corri Kamala, corri, non avere paura e non lasciare che niente ti fermi”.
Ed proprio quella corsa incitata dal genitore che l’ha portata ieri su quel palco ad accettare ufficialmente il ruolo di candidata e potenziale presidente degli Stati Uniti. Una leader “realista” e con i piedi ben piantati per terra
“Sarò un presidente che unirà intorno alle più alte aspirazioni. Un presidente che guida e ascolta. Che è realistica, pratica e ha buon senso e combatte per il popolo americano, dai tribunali alla Casa Bianca, quello è il lavoro della mia vita. Prometto di essere una presidente per tutti gli americani. A nome di mia madre e di tutte le persone con cui sono cresciuta, le persone che lavorano duro, inseguono i loro sogni e pensano agli altri, a nome di tutti coloro che hanno scritto la storia della più grande nazione sulla Terra, io accetto la vostra nomination
L’invettiva contro Trump: “Persona vuota. Da lui solo chiacchiere”
Tanti i temi affrontati in questa terza e ultima giornata. Non poteva mancare, perciò, la risposta dura e beffarda all’avversario Donald Trump, già preso di mira dagli ospiti intervenuti alla seconda giornata. Sfida fra i due portata avanti dal candidato repubblicano a colpi di frecciatine velenose e imbeccate che poco o niente hanno a che fare con l’abilità politica.
Dal canto suo Harris, invece, lo ha definito una “persona poco seria“, ma il cui operato ha avuto effetti devastanti sugli Stati Uniti, per questo “metterlo di nuovo alla Casa Bianca sono molto serie” e aggiunge:
Considerate il potere che avrà, specialmente dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che non può essere inquisito
Ma gli appellativi poco lusinghieri a lei rivolti non hanno fatto che mettere in evidenza – secondo la candidata – il carattere dal tycoon, fatto di pregiudizi e chiusura mentale. Come dimostrerebbe anche il programma del magnate che- ha continuato imperterrita Harris – sarebbe un enorme passo indietro per i diritti civili, giacché vorrebbe tracciare le donne che abortiscono, ma non solo “è tutto descritto nel “Progetto 2025”, scritto dai suoi più stretti consiglieri, e la sua somma totale è quella di riportare il nostro Paese al passato“.
A tutto ciò vorrebbe sostituirsi lei, per “condurre il Paese oltre l’odio, l’amarezza, il cinismo e le battaglie divisive volute da Donald Trump e dai Repubblicani“.
Persino il reverendo Al Sharptin, intervenuto in un discorso alla Convention Dem, ha accusato Trump di aver “alimentato il razzismo“, mentre la stessa senatrice Warren ha ricordato come a Trump “non interessi il conto della spesa o del carburante ma solo dei suoi avvocati“.
Il gran finale
Diluvio di palloncini bianchi, rossi e blu hanno, poi, chiuso la Convention, inondando la platea per 10 minuti. Intanto, sul palco, accanto a Harris anche il marito Doug Emhoff, che ha definito la vicepresidente in corsa per lo Studio Ovale una “guerriera gioiosa“.
Schierati anche il candidato vice Tim Walz e la moglie Gwen, abbracciati e sorridenti davanti alla folla in delirio.