«Il problema dello scontro interno tra Grillo e Conte nasce dal fatto che il Movimento 5 Stelle non è libero di agire rispettando lo statuto perché, di fatto, il simbolo appartiene a Grillo. La questione del limite ai mandati, poi, potrebbe essere risolta se i Cinque stelle trovassero il coraggio di tornare davvero al loro dna, ovvero alla battaglia per la rappresentanza elettorale. Un tema, tuttavia, che il Movimento ha dimenticato e a cui rimane sordo, nonostante l’appello del nostro comitato referendario».
Ad esprimere queste considerazioni ai microfoni di Tag24 è Elisabetta Trenta, già ministra della Difesa nel governo Conte I, uscita dal Movimento nel 2021 a causa dei «personalismi, dei compromessi e delle retromarce» che iniziavano a compromettere i valori fondamentali attorno cui era nata la creatura politica di Grillo.
Referendum per l’abrogazione del Rosatellum, quattro i quesiti
Nonostante l’addio ai Cinque Stelle, Elisabetta Trenta ha continuato a impegnarsi in quelle battaglie rappresentative del Movimento delle origini. Oggi, infatti, l’ex ministra è – tra le altre cose – presidente del Comitato referendario per la Rappresentanza, promotore della raccolta firme per l’indizione di un referendum per abrogare il Rosatellum.
Quattro i quesiti che il Comitato intende sottoporre al voro dei cittadini: abrogazione del voto congiunto obbligatorio tra candidati uninominali e liste plurinominali; abolizione della soglia di sbarramento per liste e coalizioni; inserimento dell’obbligo, per tutti i partiti – anche quelli già rappresentati in Parlamento – di raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni; abolizione delle pluricandidature in diversi collegi elettorali.
Referendum per l’abrogazione del Rosatellum, Trenta: “L’obiettivo è restituire rappresentanza ai cittadini”
Se approvati, spiega l’ex ministra Trenta, i quattro quesiti referendari restituiranno valore al voto del cittadino. Valore che oggi, con l’attuale legge elettorale, è fortemente limitato:
«L’obiettivo è quello di ripristinare la rappresentanza parlamentare, restituendo di nuovo ai cittadini la possibilità di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. Grazie ai meccanismi delle ultime tre leggi elettorali – Porcellum, Italicum e infine Rosatellum – sono i partiti a decidere, tanto la lista dei candidati quanto quella degli eletti. Questo grave errore, tuttavia, non è casuale: tutti i partiti, infatti, approvano quello che per loro è un sistema conveniente.
Noi crediamo sia ora di interrompere questa tendenza. Riteniamo, infatti, che il crescente astensionismo e il peggioramento della qualità della classe politica siano da imputare proprio all’ assenza di rappresentanza. La sovranità, in una Repubblica parlamentare, appartiene al popolo. Se il popolo viene sostituito dai partiti nella scelta dei rappresentanti, qualcosa non va».
Abrogazione Rosatellum, Trenta: “Battaglia fondamentale nell’eventualità del premierato”
L’importanza della battaglia referendaria per l’abolizione del Rosatellum, spiega l’ex ministra Trenta, è ancora più cruciale alla luce dell’approvazione, in Senato, della riforma per il premierato:
«Il dibattito sul premierato è ancor più assurdo e pericoloso se si considera che i parlamentari non sono più eletti dal popolo. Nel momento in cui si verificherà una corrispondenza perfetta tra Presidente del Consiglio e Parlamento – con il potere del primo di sciogliere il secondo – verrà a mancare la divisione dei poteri. Già da tempo, peraltro, il Parlamento è esautorato nella sua azione, dato che quasi tutto il processo legislativo avviene attraverso decreti legge.
Il fatto che il premierato richieda una nuova legge elettorale rende, poi, la nostra iniziativa ancor più cruciale e importante. Anche perché è probabile che il Governo decida di tenere in vita i vari marchingegni che noi ci proponiamo di abolire – soglia di sbarramento, pluricandidature, obbligo di raccolta firme e voto congiunto per seggi uninominali e plurinominali – che decida di abolirli.
Se il Governo si trovasse a scrivere la nuova legge elettorale dopo l’eventuale vittoria al nostro referendum, peraltro, il Comitato referendario potrebbe costituirsi come corpo dello Stato e, come tale, difendere i principi della rappresentanza direttamente presso la Corte costituzionale. Per questa ragione, nonostante tutte le difficoltà, abbiamo deciso di avviare questa iniziativa»
Abolizione del Rosatellum, Trenta: “Tutti i partiti, compresi i Cinque stelle, sordi al nostro appello”
I quattro quesiti del referendum per l’abolizione del Rosatellum, tuttavia, non hanno trovato sponda nelle forze dell’arco parlamentare. Ad eccezione di +Europa, tutti i partiti hanno ignorato la proposta referendaria avanzata dal Comitato per la rappresentanza. Come spiega l’ex ministra Trenta, infatti:
«A parole i partiti dicono di essere d’accordo con la necessità di restituire la possibilità di scelta ai cittadini. Tuttavia nessuno ha risposto alla nostra chiamata, a dimostrazione del fatto che una simile legge elettorale fa comodo a tutti.
Solo +Europa, il Partito socialista, Possibile e Comunisti italiani hanno aderito alla nostra iniziativa. Personalmente, ho provato a coinvolgere Elly Schlein, la quale più volte ha indicato come prioritario il cambio della legge elettorale.
Stesso discorso per i Cinque Stelle, partito di cui io stessa ho fatto parte. Neanche da loro nessuna risposta, nonostante le antiche battaglie per riportare la scelta elettorale in mano ai cittadini».
Scontro Grillo – Conte, l’ex ministra Trenta: “Se il M5S recuperasse il tema della rappresentanza non discuterebbe di mandati”
Ed è proprio sulla rappresentanza – e in particolare sul tema del limite al doppio mandato – che da tempo si consuma una frattura interna ai Cinque Stelle, esplosa ieri con la lettera in cui Beppe Grillo, in aperto contrasto con Giuseppe Conte, ha invitato militanti e attivisti a non derogare alla regola fondamentale della storia del Movimento. In riferimento a questo scontro, Trenta commenta:
«Io penso che i partiti arrivino a scontro interno quando qualcosa smette di funzionare nell’organizzazione e nella dialettica interna. Anche perché, teoricamente, i partiti hanno all’interno dei loro statuti gli strumenti per superare le conflittualità: strumenti che, nel caso del Movimento 5 Stelle, mancano.
La ragione è evidente. Di fatto, il M5S non è libero di agire rispettando le regole dello Statuto perché il simbolo appartiene a Beppe Grillo, che ricopre anche il ruolo di garante, seppur con idee abbastanza che si sono mostrate mutevoli nel corso del tempo.
La questione dei mandati – la quale doveva essere risolta prima – non è a mio giudizio relativa a quanti mandati si fanno, ma casomai al tema della rappresentanza. Quando i parlamentari sono davvero scelti dai cittadini e sono legati ai collegi dove vengono votati, possono essere giudicati dai cittadini sulla base del lavoro che svolgono. Con un reale meccanismo di rappresentanza, dunque, la questione del secondo e terzo mandato viene in qualche modo meno.
La verità è che il Movimento Cinque Stelle, pur prevedendo un momento di scelta collettiva dei candidati, beneficia anch’esso del sistema del Rosatellum e della designazione da parte del capo politico dei candidati. Esattamente come tutti gli altri partiti.
Io non credo che il Movimento negherebbe le proprie radici aprendo al terzo mandato. Credo le negherebbe dimenticando il tema della rappresentanza e la battaglia per la libera scelta del cittadino».
Scontro Grillo – Conte, l’appello di Trenta: “Il vero dna dei Cinque stelle è nella lotta per la rappresentanza”
Da queste considerazioni l’appello di Trenta, rivolto non solo a Grillo e Conte – peraltro già sollecitati – ma a tutti i cittadini «liberi e forti» che vogliono contribuire alla salvaguardia la democrazia, proteggendone gli istituti fondamentali:
«Proprio perché ritengo che la questione della rappresentanza sia centrale, anche per la storia dei Cinque stelle, mi sono appellata direttamente a Conte e a Grillo, spronandoli a un’azione che è necessaria per riaffermare la buona politica.
Il Movimento deve avere il coraggio di prendere posizione su questo tema che fa parte del suo Dna per fare il salto e andare avanti. Altrimenti, continuerà a navigare senza una bussola, sovrapponendosi ad altri.
Oltre al Movimento, il mio appello si rivolge a tutti gli uomini e tutte le donne liberi e forti del Paese, citando De Gasperi. Dobbiamo avere il coraggio di ritornare all’essenza della nostra democrazia, ovvero la rappresentanza. Per questo invito i cittadini a partecipare alla raccolta firme andando sul sito www.iovoglioscegliere.it».