Le parole chiave quando introduciamo l’argomento “università telematica” sono pregiudizio, scetticismo e paura della novità, del futuro. Si pensa alle università telematiche come università di serie B, come a degli enti astratti che non hanno sede, non hanno professori in carne ed ossa,non hanno libri né esami, dove non c’è collaborazione tra studenti né tanto meno contatto sociale. Dove serve solo un PC e sei a posto.

E’ ovvio che c’è un problema di fondo dovuto, nella maggior parte dei casi, alla mancanza di elementi solidi sui quali strutturare un’argomentazione altrettanto fondata. I pregiudizi sono la dimostrazione di quanto non si sappia di un argomento e di come si vogliano colmare i propri vuoti con delle retoriche convenienti che ci inculcano sin da quando siamo bambini. Lo diceva il caro vecchio Durkheim.

Prima fra tutte a lanciare questo “progetto” è stata l’Università degli Studi Niccolò Cusano, fondata nel 2006 dall’imprenditore livornese Stefano Bandecchi, attuale amministratore delegato dell’ateneo, che ha dato vita a qualcosa di nuovo che va oltre la semplice università telematica, che si avvicina agli studenti dando vita ad un campus universitario progettato sul modello dei college di tradizione anglosassone, immerso in 6 ettari di parco; in questa cornice, tutti i giorni si svolge la dinamica attività dell’Ateneo fatta di momenti di studio, conferenze, congressi, aperture al mondo del lavoro, corsi post-lauream, attività extradidattiche, occasioni di crescita personale, culturale e professionale. Lo scopo principale è quello di erogare una didattica moderna attraverso una piattaforma multimediale di ultima generazione accedendo tramite un normale PC collegato ad internet, a tutti i corsi del proprio piano di studi, ottimizzando i tempi da dedicare allo studio integrando il proprio percorso con stage, periodi formativi nelle aziende, ricerche di gruppo, tirocini e programmi di mobilità studentesca.

La volontà forte di un connubio tra virtuale e reale, la consapevolezza di essere entrati in una nuova era, quella digitale, degli smartphone, dei tablet, delle piattaforme sociali come Facebook e Twitter, dove la comunicazione avviene tramite le nuove tecnologie,ha fatto sì che anche gli studenti stessi abbiano creduto a questo progetto tanto da creare per primi spazi virtuali dove confrontarsi e sentirsi parte di una grande famiglia.

Se si è studenti della UNICUSANO e si ha un account Facebook non si può non aver sentito parlare del gruppo  “STUDENTI UNICUSANO FIFA DA ESAMI”, un gruppo dove ci si confronta con la massima trasparenza, aiutandosi e dandosi una mano, scherzando anche su alcuni temi, sdrammatizzando con gli altri sugli esami per sentirsi un pò più tranquilli e meno stressati, perché si sa “mal comune mezzo gaudio”, cercando di trovare risposta alle numerose domande che ogni giorno uno studente può avere.

Ma per capire meglio le dinamiche e da dove nasce questa iniziativa abbiamo intervistato proprio i creatori Michele Stocola ed Emiliana De Luca.

Buongiorno ragazzi, innanzitutto, cosa ne pensate delle università telematiche? Credete anche voi che siano le università del futuro?

“La telematica non è il futuro, è il presente. Mentre le tradizionali, visti anche i risultati pessimi della loro qualità e numero di iscrizione, sembrano essere il passato. Molte università stanno istituendo facoltà telematiche al loro interno, la tecnologia è il progresso e non lo si può ignorare. Le telematiche sono viste con diffidenza da chi ha paura di essere già superato, ma oramai la loro esplosione non può essere nascosta. In particolare la Unicusano! Trovatemi una università in Italia che permette di usufruire lezioni dal vivo da casa. Ad una università tradizionale è fantascienza, come è fantascienza la disponibilità dei professori e delle università stesse. Questo fa capire quanto indietro sono le università italiane e quanto avanti sono le telematiche e l’Unicusano in primo luogo. E poi un’altra cosa, gli esami orali non sono certo da meno rispetto alla statale ,anzi! Il servizio e il rispetto dello studente ti aumentano la soddisfazione nell’esame stesso

Passiamo a voi, da dove nasce questa idea e da chi nasce?

“Nasce 11 mesi fa da un’idea di Michele Stocola ed Emiliana De Luca, duestudenti di giurisprudenza alla UniCusano. Inizialmente è nata per pochi amici, non volevamo un gruppo numeroso ma pochi, parliamo di un centinaio di persone al massimo. Emiliana non aveva nessuna esperienza di università prima della Unicusano mentre io vengo da La Sapienza, la frequentavo 20 anni fa e dopo 20 anni mi sono iscritto alla Unicusano conosciuta per caso. Nasce da una esigenza che non trovavamo in gruppi già esistenti, ovvero una effettiva collaborazione e trasparenza  di noi studenti verso la Unicusano. Un gruppo dove ritrovarsi e collaborare tra studenti, un gruppo aperto dato che molti altri tendevano a formare gruppi chiusi quasi a voler nascondere qualcosa, esattamente agli antipodi della nostra filosofia di far gruppo e di comunicare.”

 

Quali sono le parole d’ordine del vostro gruppo?

“Prima di tutto, la parola d’ordine è collaborazione! Ma anche trasparenza e disponibilità! Siamo in qualche modo uno dei mezzi per comunicare verso l’università e viceversa. Un gruppo che diffonde notizie sul mondo universitario in genere, sdrammatizzando sullo stesso mondo che a volte viene preso un pò troppo sul serio. Non mancano, infatti, curiosità, foto artistiche di ogni genere, oltre ad una puntuale comunicazione delle notizie che provengono tutte dalla Unicusano e dal giornale universitario “LENOVAE”.

Il gruppo sembra aver riscontrato un grande successo. Secondo voi cosa c’è alla base?

“il problema, si fa per dire, è che il gruppo Fb nel giro di 3-4 mesi ci è quasi sfuggito di mano, nel senso che è andato subito ai vertici della frequentazione degli studenti Unicusano . Una forma di fare gruppo che ha riscontrato un gran consenso che non cercavamo ma che abbiamo avuto e con soddisfazione ci teniamo. Oggi è senz’altro il gruppo di riferimento di tutti gli studenti Unicusano di ogni facoltà con picchi di entrata di oltre 2.000 visite al giorno, un’animazione e un fermento continuo e costante e , stando a ciò che abbiamo appreso, frequentato anche da tutor e professori. Ed è proprio questo che più ci invoglia ad andare avanti. L’appoggio dell’università stessa. Ci teniamo a dire che tale gruppo non ammette nessuna forma di lucro ed io ed emiliana lo facciamo solo per spirito di collaborazione”.

Cosa vi sentite di dire a chi si approccia per la prima volta a questa realtà?

“Di frequentare il gruppo, di vedere l’università non come una nemica ma come amica, pronta ad aiutarci e ad ascoltarci. Certo, alcuni problemi restano ma lo spirito di condivisione paga, questo è evidente. Non bisogna isolarsi ma partecipare attivamente, non essere solo spettatori passivi di una realtà come questa. Aiutare l’università stessa a crescere e a farsi conoscere. La comunicazione via web e in particolare il gruppo danno informazione, complicità e soprattutto è trainante, non ti fa sentire solo, fa superare l’ansia, stimola ad andare avanti e incoraggia nei momenti difficili dove magari non si sa a chi rivolgersi.”

Chiara Ferri